Il mistero del monumento nascosto a Bruzolo (Torino)
Monumento a Ermelino Matarazzo a Bruzolo (Torino)

Dedicato a Ermelino Matarazzo, sarà presto restaurato per iniziativa dell’associazione Vivant, presieduta da Fabrizio Antonielli d’Oulx, col Comune di Bruzolo, la rivista Segusium, Rotary Club Susa-Valle Susa e col patrocinio della Città metropolitana di Torino

Il secolare monumento dedicato a Ermelino Matarazzo che si trova a Bruzolo, in località Posta, sul ciglio della strada statale 25, un po’ nascosto dalla vegetazione e oggi non in perfette condizioni, sarà presto ripulito, restaurato, dotato di un degno impianto di illuminazione e restituito all’onor del mondo grazie all’iniziativa dell’associazione Vivant, presieduta da Fabrizio Antonielli d’Oulx, in cordata con il Comune di Bruzolo, la rivista Segusium-Arte e storia della Valle di Susa, il Rotary Club Susa-Valle Susa e con il patrocinio della Città metropolitana di Torino: una raccolta fondi che si è avvalsa del contributo di alcune aziende locali e di offerte da parte di componenti della famiglia Matarazzo, residenti sia in Italia che in Brasile, e di abitanti di Bruzolo.

Ma chi era Ermelino Matarazzo e perché in quel di Bruzolo, oltre al monumento, sono dedicati alla sua memoria la strada principale e la locale scuola materna?

Figlio terzogenito di Francesco - il grande capitano di industria che, partito nel 1880 dalla provincia di Salerno alla volta del Brasile per cercare fortuna nel commercio, in pochi decenni divenne il più importante imprenditore del continente sudamericano costruendo un impero formato da centinaia di fabbriche, in cui lavoravano quasi 30mila dipendenti - Ermelino, che il padre aveva prescelto quale suo successore a capo delle industrie di famiglia, divenne a trentasette anni, suo malgrado, una sorta di nume tutelare del paese valsusino.

Accadde che il 25 gennaio 1920, trovandosi in Italia, egli transitasse da Bruzolo percorrendo in automobile, insieme al fratello Giuseppe e ad alcuni amici, la strada che doveva portarlo a Susa, da dove poi la comitiva sarebbe partita per una gita con le slitte verso il Moncenisio.

E proprio lì, in località Posta, Ermelino trovò la morte: la sua meravigliosa Packard, 12 cilindri in linea, cambio manuale a quattro velocità, 75 cavalli, omologata per 7 passeggeri, uscì di strada e si rovesciò nel fossato.

Francesco Matarazzo volle allora celebrare la memoria del suo figlio prediletto facendo costruire in paese l’asilo infantile ed erigendo un monumento sul luogo della tragedia: alto circa 6 metri, con la figura di una donna piangente, già razionalista ma con sentori ancora liberty, disegnato da Giuseppe De Negri e realizzato dallo studio Vandone di Cortemiglia.

Secondo il cronoprogramma, i lavori di restauro si concluderanno entro febbraio.

 

Guarda qui il video dell’intervista a Fabrizio Antonielli d’Oulx.

 

Fonte: Città Metropolitana di Torino.

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Articolo pubblicato il 17/01/2023