… di cui siamo costituiti e con i quali interagiamo con l’ambiente vitale senza conoscerne caratteristiche e funzioni.
Quanto segue si riferisce all’incontro n° 68 del 28.12.2021 che è stato suddiviso in 7 articoli. Questo è il n°3.
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Se noi avessimo potuto sapere in anteprima quello che ci riservava la vita, magari in alcuni particolari dolorosi dettagli, chi di noi avrebbe accettato di vivere questa vita. Malgrado ciò siamo tutti qua, e siamo qua perché abbiamo bevuto un sorso d’oblio che ci ha fatto temporaneamente scordare qualcosa che tentiamo di ricordare ma non riusciamo a vedere neppure quando si presenta davanti ai nostro occhi in modo perentorio. Allora, in quella condizione, quando ci accingiamo a nascere, cosa succede?
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Descrivendolo come un racconto per bambini, succede che quella entità si dichiara pronta a nascere e quindi dichiara che “il suo essere pronta a nascere” potrà attirare, trovare, gli elementi capaci di farla nascere, come intermediari, nella vita che gli è riservata. A questo punto il desiderio dei genitori oppure il fatto in sé, come nel caso della violenza, anche in altri casi particolari in cui almeno uno dei due non voleva che accadesse tale fatto, o tali fatti, accade che, vibrando alla stessa frequenza, e quindi attirandosi, essendo stati messi in movimento ed attivati dalla legge di gravità o attrazione gravitazionale e per la legge degli opposti polari, porteranno alla congiunzione dei genitori ed al concepimento biologico e fisiologico che conosciamo, o che conosciamo in parte, e si strutturerà l’embrione. Quando nasce l’embrione non ha ancora le caratteristiche che manifesterà come personalità.
Ma come si mette in relazione la scelta dell’anima di fare, appunto, quella particolare esperienza di vita con la sua vibrazione poiché in qualche modo la vibrazione ti determina, è quasi impersonale, non ti consente una scelta. Come si concilia quindi la propria vibrazione e la scelta?
Occorre introdurre una cosa strana che forse ci aiuterà a capire meglio. Lo stato di vibrazione, ovvero lo stato d’essere vibratorio materiale, perché di questo stiamo parlando, che si mantiene comunque in maniera latente anche nella condizione non corporea, può esprimere nuovamente la sua caratteristica di vibrazione, che è quella che possedeva al momento della morte. La stessa cosa si può dire all’interno di quella cabina, che in alcune filosofie viene chiamata microcosmo, o piccolo mondo, e in altre essere umano completo, mantiene dentro di sé tutte quelle caratteristiche come congelate, in attesa di trovare il tempo adatto e le condizioni per continuare l’esistenza, trovando i mezzi adatti per entrare in quella esistenza. Potremmo dire, molto approssimativamente, che anche una certa percentuale dell’anima e della coscienza non vengono meno nello stato di assenza di corpo, ma che tutto ciò rimane allo stato latente e potenziale, così come il principio originale rimane latente anche dentro una vita che si incarna, se non viene richiamato all’esistenza in modo particolare. Quindi non c’è mai niente che finisce davvero. Di ciò che nasce non c’è mai niente che muore, ma semmai da una condizione di “manifestato” passa in una condizione di “non manifestato”, latente, minimale, ma comunque sempre presente. Ecco perché sono possibili quelle che noi chiamiamo …
Una cosa. Nel passaggio da persona come quella che sta parlando in questo momento ad un altro stato … la mia coscienza, il mio io che sono ora, lo perdo? Intendevo dire dopo le 84 ore.
Man mano svanisce la percezione di quello che sei stato.
Capito!
Tranne nel caso in cui abbiamo detto, quello in cui la persona è talmente attaccata alla vita e ad alcune sue particolari espressioni caratteriali, da non volere abbandonare, costi quel che costi, tali esperienze e quindi trova un modo di prolungare la sua pseudopersonalità (perché ora è comunque già in fase di dissolvimento) agganciandosi ad una entità ancora vivente, ovvero ancora dotata di corpo fisico materiale, che abbia caratteristiche simili per sangue o affinità comportamentali.
Diciamo che però in tal caso non è una cosa positiva.
Esatto! Non è cosa così positiva, come alcuni suppongono, specialmente se si tratta di caratteristiche ritenute positive o buone! Invece durante le 84 ore e soprattutto nei primi momenti succede, come spesso hanno descritto coloro che si sono trovati in una situazione di premorte e sono tornati alla vita, che si rendano conto di essere “morti”, di vedere il proprio corpo come giacente dove si trova, di percepire quello che accade intorno, o quello che accade al corpo, ma senza poter intervenire, senza poterci fare niente. Questa è una condizione che si verifica specialmente nelle morti per shock, quando l’impatto del passaggio tra la vita e la morte è repentino e traumatico e quindi non c’è tempo per razionalizzare che si sta avvicinando un cambio di dimensione, di condizione. Mentre nel caso di una malattia prolungata o di una malattia di una persona che conosce “qualcosa di ciò che deve accadere”, si matura, in alcuni, la disponibilità ad andare oltre, accettando questo imminente passaggio di stato e quindi è più facile che il processo di disidentificazione sia rapido. Quasi come quello che avviene o può avvenire in un animale che non avendo una percezione di sé così radicata, come normalmente negli umani, al momento della morte la sua disconnessione dallo stato precedente è pressoché istantanea. Ameno ché anche nel caso dell’animale, e qui tocchiamo un altro argomento importante, non ci sia quella simbiosi totale con un essere umano vivente, che lo abbia adottato nel proprio corpo astrale, all’interno di quella cabina, come una parte di sé integrata volontariamente. Per cui possa prodursi un certo tipo di trasferimento di tutto il sentire di quell’umano anche dentro di sé con tutto quello che ciò comporta. E proprio su questo tipo di meccanismo relazionale che funziona la pet therapy, la capacità degli animali di percepire gli stati d’animo e di salute degli umani ed interagire con loro. Essi percepiscono gli stadi preliminari o conclamati nei corpi eterico (energetico) e astrale (del desiderio) prima ancora che si manifestino nel corpo fisico (ma anche le emanazioni fisiche che gli umani non percepiscono di sé, come odori e rumori particolari). In questi due corpi sottili, in cui i colori e i suoni si possono percepire nell’infra e nell’ultra della gamma delle frequenze delle vibrazioni materiali, e gli animali sono in grado di recepire oltre la gamma percepibile dai sensi umani, allora essi possono reagirvi correttamente. Specialmente verso quell’individuo di cui ormai fanno parte integrante, poiché li ha adottati ed ha costruito nuovi cordoni ombelicali che li hanno “saldati” insieme. Ovviamente con tutte le conseguenze che ciò comporta! Lo stesso vale se al posto di un animale noi ammettiamo nella nostra cabina, nel nostro intorno più prossimo, un automa, un robot. È ciò che sta accadendo in alcuni paesi tecnologicamente avanzati (e, direi, ormai rovinati dal punto di vista delle interrelazioni umane) nei quali si stanno costruendo automi antropomorfi capaci di interagire con una persona che se ne può perfino innamorare. Come nel caso di un ingegnere cinese che ne ha costruito uno e se lo è sposato (https://velvetgossip.it/2019/12/18/la-donna-dei-sogni-esiste-ingegnere-cinese-costruisce-un-robot-e-lo-sposa/). Il fatto può far sorridere ma non è così diverso da quello che facciamo noi l’uno verso l’altro, identificandolo in quell’essere che noi vogliamo amare (e da cui desidereremmo essere ricambiati) rifiutando invece tutto quanto vogliamo tenere lontano da noi. Al punto tale che, dopo essercene innamorati, quando scopriamo anche le restanti parti, quelle che non abbiamo voluto vedere, tutto si svolge in maniera completamente diversa da come avremmo pensato e desiderato, coinvolgendoci e a volte travolgendoci. Questo fa capire quanto sia potente l’azione di ciò che noi non conosciamo di noi stessi. Ci fa anche capire come sia possibile che una persona reagisca in modo abnorme quando viene toccato un oggetto al quale sia particolarmente affezionata. Stessa cosa! Quindi per questo dicevo che c’è un margine di scelta che è dovuta, più che altro, alla possibilità di nascere o non nascere ancora. Ma se non sceglierò quei genitori, sarò più o meno indirizzato ad una scelta di genitori simili ed una condizione di nascita simile. Una volta concepito, il positivo ed il negativo, lo spermatozoo maschile e la cellula ovo femminile, si sono trovati e generano quindi materialmente il nuovo nato quale terza parte, costui nasce in una condizione molto particolare. È un essere biologico, un prodotto naturale, non ancora caratterizzato. Ha in sé le tracce di un destino formato in larga massima, ma non ha ancora in sé completamente né la parte del karma, cioè il modo in cui realizzare il destino, né lo strumento attraverso il quale poterlo fare, che è la personalità che gli sarà data da un certo momento in avanti.
In alcune religioni si dice quindi che solo da quel momento l’umano può essere chiamato essere umano vivente, mentre prima non lo è ancora. Tutto ciò non è vero poiché un essere umano lo è sempre a prescindere da quale fase della sua esperienza si trovi a vivere o incarnare. Un essere umano (inteso come completo) non cessa mai di esserlo. Tuttavia per qualcuno questa convenzione riveste una certa validità. Quando poi viene dotato della sua personalità, ovvero degli strumenti sensoriali più adatti a poter manifestare il piano di vita verso quel suo proprio destino, cominceranno a strutturarsi tutte quelle cose, corpi sottili compresi, che però non saranno mai autonomi e neppure definiti, come cominceranno ad essere solo dal momento della nascita vera e propria, sviluppandosi via via fino al loro massimo entro i 28 anni (entro i 7 anni il fisico, i 14 l’eterico, i 21 l’astrale, i 28 il mentale, anche se, ad oggi tale, tempistica sembra stia riducendosi continuamente).
Quindi tutto il periodo di gestazione all’interno dell’utero materno non è affatto un periodo passivo di crescita biologica ma è per la nuova entità un periodo di grande lavoro che non solo aggrega e si porta appresso tutto ciò che ho ricordato finora, ma deve anche sottostare a regole di lavoro pazzesche per riepilogare tutta l’esperienza fatta dall’umanità per trasformarsi da come era allo stato dei primordi e giungere fino al momento in cui quell’entità nascerà a quel periodo di vita di cui farà nuova esperienza. Si trova a vivere tutti i trascorsi delle razze e civiltà attraverso cui è passata l’umanità e l’hanno costituita così come la vediamo ora, tutte le sue generazioni, la sua storia, le sue esperienze di cacciatore, di allevatore, di coltivatore, di architetto, di inventore, di astronauta e perfino di ciò che ancora non ricordiamo, non sappiamo o non sappiamo ancora. Ma in quei pochi mesi e nella sua condizione farà tutta questa esperienza. Si dice anche, ma in letteratura scientifica e medica non l’ho trovato (cercherò ancora) e qualcuno l’ha riferito*, come io stesso sto facendo, senza averne fatto esperienza cosciente, che il feto durante la gestazione si trovi a passare anche nella condizione in cui l’essere umano viveva in condizioni diverse, durante le quali l’atmosfera era costituita da vapore acqueo saturo ed egli respirava attraverso branchie poste dietro gli orecchi, similmente ad un pesce. Tale situazione temporanea pare possa essere osservata durante lo sviluppo embrionale/fetale (https://digilander.libero.it/emcalvino/embrione/2mese.html).
(* da: la Cosmogonia dei Rosacroce di Max Heindel, cap 9 – I ritardatari ed i nuovi venuti -
cap 14 – analisi occulta della genesi – parte del capitolo intitolato: un’anima vivente)
Quando tutto questo lavoro di mettere insieme, in sintonia, amalgamare tutto è completo, allora tale entità è pronta per nascere alla vita come noi la intendiamo. Ma non è ancora tutto così semplice. Per esempio si sa che vi sono alcune nascite premature (per esempio i cosiddetti settimini). In tal caso si dice che abbiamo caratteristiche particolari e diverse da chi nasce nei tempi corretti. Certamente! Perché in quel caso non tutte le esperienze verranno riassunte in quel amalgama e soprattutto resteranno in evidenza in modo particolare quelle su cui si è interrotto quel riepilogo, mantenendo determinate proprietà che verranno manifestate nel corso della vita.
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prosegue nei prossimi articoli …
foto e testo
pietro cartella
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Articolo pubblicato il 14/02/2023