UE: Il veto alla produzione delle auto a benzina e diesel dal 2035 è congelato!

I risvolti per il Piemonte illustrati da Mino Giachino

Nei giorni scorsi e precisamente il 2 marzo, avevamo auspicato la sconfitta del  credo pseudo ambientalista della Commissione Europea sul veto previsto a decorrere dal 2035 della produzione di auto a benzina e diesel,  dopo la presa di posizione di alcuni Paesi, tra i quali l’Italia, che si pongono seri problemi sulle conseguenze occupazionali, di approvvigionamento e smaltimento delle batterie che il progetto dell’UE di mettere al bando le auto a combustione interna comporterebbe.

Positività si è verificata venerdì scorso in sede UE, anche per merito dei contrasti nella coalizione con i Socialdemocratici e i Verdi che governa la Germania.

Viene stoppata, l'approvazione del regolamento Ue sulle emissioni per le auto e i van, che fissa l'obiettivo di vendere in Europa solo veicoli nuovi a emissioni zero entro il 2035, quando dovrebbe scattare lo stop per auto a benzina e diesel.

La presidenza svedese di turno del Consiglio Ue, ha preso atto della situazione e ha rinviato a data da destinarsi il voto. Se tutto fosse andato liscio sarebbe stato approvato, come punto senza discussione, nella seduta del Consiglio Educazione di martedì 7 marzo, al termine di un iter iniziato con la proposta della Commissione, il 14 luglio 2021.

Italia e Polonia sono due grandi Paesi: con la Germania, che è il primo Paese dell'Ue, fanno tre. E la maggioranza qualificata in Consiglio salta, con l'apporto della Bulgaria. Intanto la debolissima Commissione UE che si regge su 9 voti, tra meno di un anno andrà a casa.

La Germania ha fatto sapere di volere che la Commissione avanzi una proposta sull'uso degli e-fuels, diversi dai biocarburanti: gli e-combustibili, come l'e-metano, l'e-kerosene e l'e-metanolo, sono combustibili in forma gassosa o liquida prodotti da elettricità rinnovabile (energia solare o eolica, ad esempio) o decarbonizzata.  La Commissione ha sottolineato, tramite i suoi portavoce, la "novità" delle preoccupazioni emerse tra gli Stati membri e ha detto che ora studierà il modo migliore per procedere.

Sul piano politico, è  evidente che la vittoria del centrodestra a trazione Fdi in Italia, che è un grande Paese Ue, modifica gli equilibri a Bruxelles.

Ma ora i Liberali tedeschi, in difficoltà come junior partner di una coalizione orientata a sinistra, hanno trovato una sponda, nel Consiglio, in due Paesi governati dall'Ecr, i Conservatori, che sono l'Italia di Giorgia Meloni e la Polonia di Mateusz Morawiecki, su un tema sensibilissimo come l'automobile, uno dei simboli della moderna libertà individuale.

La Commissione, interrogata sul punto, ha dato una risposta vaga, senza fornire stime puntuali sui posti di lavoro che andrebbero persi (associazioni di settore hanno stimato in 500000 i posti di lavoro a rischio nei Paesi UE), se passasse l’elettrico.

Il Governo italiano ed alcuni esponenti dei partiti di maggioranza esultano per il blocco di quest’insano progetto, sostenuto da il PD, grillini e Verdi al Parlamento europeo.

Oggi ci concentriamo in modo particolare sui risvolti piemontesi.

“Il rinvio della approvazione del regolamento di applicazione sulla scelta del Parlamento europeo a favore dell’auto elettrica è importante per il nostro automotive, ma soprattutto per Torino e Piemonte  decisivo è stato il nuovo Governo” sostiene Mino Giachino, leader dell’Associazione SI Lavoro .

Il cambio del governo in Italia” , lo dico io che provo tanta stima per Draghi, precisa Giachino “è stato decisivo per mettere un freno alla attuazione della delibera del Parlamento europeo che stabili che al 2035, in Europa,  si producessero solo auto elettriche”.

Nella ultima Finanziaria del Governo Draghi , approvata a fine dicembre 2021 ,  non vi era un euro per il settore auto”. 

“Sulla mia proposta di costituire un tavolo tra tutti i parlamentari delle 11 regioni dove si trovano aziende del settore automotive - prosegue Giachino - convennero parlamentari di diversi partiti e il sindacalista Airaudo , storico dirigente sindacale del settore . Fu a quel punto che l’on. Molinari trasformò in Mozione parlamentare la mia proposta e la Calendarizzò".

Cosa si chiedeva?

Che Il finanziamento che si chiedeva al Governo avrebbe dovuto essere utilizzato 3/4 per gli incentivi all’acquisto di auto , tra cui quelle elettriche, e per cofinanziare iniziative di riconversione delle aziende dell’indotto”, risponde il leader SI LAVORO.

Giachino, qual’è stato l’iter di questo positivo sussulto di Torinesità?

A fine dicembre 2022 con alcuni amici lanciammo una Petizione su change.org, sottoscritta da importanti personalità come Luciano Bonaria, fresco di Laurea honoris causa del Politecnico di Torino, dal Prof. Quaglieni, da Giuseppe Carbonato, già presidente degli Industriali torinesi, da Thomas BAUMGARTNER ad di FERCAM, una delle maggiori aziende di logistica italiana oltre a tanti dirigenti di aziende dell’indotto auto e a tanti giovani.

Il cambio di governo è stato decisivo perché mentre il PD in Europa votava a favore del tutto elettrico , il nuovo Governo italiano trainato da FDI e dalla Lega era fermamente contrario insieme ad altri Paesi europei.

La nuova posizione del governo tedesco ha fatto il resto”

Se fosse passata la proposta della Commissione Europea, quali sarebbero state le conseguenze?

La decisione del Parlamento europeo che portava alla chiusura di migliaia di aziende dell’indotto auto, non affrontava il tema della rottamazione del vecchio parco circolante per cui nel 2035 avremmo avuto auto elettriche molto costose e il permanere di un Parco circolante vecchio, ma unica risorsa per la stragrande maggioranza dei cittadini europei. 

Il tutto senza considerare i problemi irrisolti delle batterie e dello sfruttamento dei giovani impegnati nelle miniere di litio . Un tema del tutto assente nei ragionamenti degli ambientalisti della gauche caviar”.

Per Torino e per il Piemonte questa decisione è una autentica boccata d’ossigeno perché nel frattempo Stellantis prosegue negli accordi per la riduzione di altre 2.000 unità lavorative.

Per Giachino “è sempre più evidente che per l’ad. di Stellantis , Tavarez, gli stabilimenti italiani non siano tra quelli su cui Stellantis punta salvo la produzione della 500 elettrica e su alcune produzioni minori”

Quali sono i prossimi passi?

“Vedo di elencare i punti di un tavolo dell’automotive presieduto dal Ministro Urso.

1)eventuale ingresso nello azionariato di Stellantis;

2)definizione di una politica industriale del settore ;

3)rimodulazione incentivi alla rottamazione del parco circolante;

4)incentivi alle aziende dell’indotto e ai Centri di ricerca sulla ricerca per biocarburanti e nuove motorizzazioni .

5)richiesta alla Europa di un tavolo per la politica industriale dell’automotive .

6)Piano europeo per la rottamazione dei veicoli Euro 0- Euro4”.

Le elezioni europee del 2024 si avvicinano e nel Ppe, almeno in una parte del partito, l'insofferenza per le politiche verdi propugnate dalla Commissione von der Leyen è sempre più evidente. E in aula l'asse con le destre dell'Ecr e di Id su queste tematiche spesso salta agli occhi: oggi il gruppo dei Popolari ha salutato come una "buona notizia" il rinvio del voto sul regolamento in Consiglio, dopo che in Parlamento era passato con una maggioranza tutt'altro che schiacciante.

Così se la Commissione dovesse  persistere, saranno i cittadini a imporre il cambiamento, spazzandola via con il voto europeo del 2024.

Insomma, von der Leyen è avvisata: se vuole ricandidarsi, è meglio che cambi direzione.

L’elenco dei provvedimenti che se attuati danneggerebbero l’Italia ed il Piemonte in particolare, non si limita all’auto, ma punta alla demonizzazione  alla vendita dei vino, alla limitazione degli allevamenti del bestiame ed ai prodotti orticoli, tassando pesantemente gli esuberi di produzione non consumati, sino a privilegiare l’uso di vermi ed insetti nella catena alimentare.

La misura, almeno per l’economia del Piemonte, sarebbe colma!

Permane il pericolo della distruzione dell’indotto auto e di tutto il comparto agroalimentare. Urge consapevolezza ed azione!

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/03/2023