L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Giancarlo Guerreri: le fabbriche dei virus

Osservazioni al di sopra di ogni sospetto

Tra le notizie meno diffuse, ma di grandissimo sicuro interesse, ci sono le rivelazioni sui laboratori di elevatissima sicurezza sparsi per l’intero Pianeta.

Laboratori costruiti appositamente per ospitare, creare o modificare popolazioni di Virus e Batteri altamente pericolosi se non addirittura letali.

L’azzurro Pianeta ne ospita al momento almeno 59, allocati democraticamente in tutte le aree del globo: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Repubblica Ceca, Australia, Corea del Sud, Russia, Bielorussia, Cina, India e, in seguito alle epidemie di Ebola e di febbre dengue, Gabon e Costa d’Avorio. Nella lista ci sono anche le strutture dello Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano.

Si stanno anche progettando nuovi laboratori BSL-4 a Pesaro e Trieste, tali discutibili scelte creano malcontento tra la popolazione e promuovono comprensibili forme di protesta.

Le domande più banali, come vedremo in seguito, riguardano i motivi e gli scopi di queste strutture, e i gradi di rischio ad esse associate. Le risposte non sono né facili né scontate…

Visto che i laboratori maneggiano a vari livelli esseri pericolosi, per non dire potenziali cause di future pandemie, inizieremo con l’occuparci della presunta sicurezza.

Esistono quattro categorie di strutture identificate con le sigle BSL-1, BSL-2, BSL-3 e BSL-4. I numeri crescenti indicano sia il livello di sicurezza dei singoli laboratori che la pericolosità degli esperimenti che in essi hanno luogo.

Più pericolosi sono i microrganismi, più sicuro deve essere il laboratorio

Per fare un esempio quello di Wuhan è un laboratorio con il massimo livello di biosicurezza, un cosiddetto BSL-4.

In un laboratorio BSL-1, un comune laboratorio universitario, potranno essere trattati solo agenti biologici di livello 1: microorganismi relativamente innocui  scarsamente patogeni per l’uomo.

Nel livello BSL-2 si potrà intervenire su patogeni che non contagino per trasmissione aerea, come i plasmodi della malaria, i protozoi della toxoplasmosi, le salmonelle, i virus dell'epatite, dell'Aids e gli Herpes;

Si tratta di strutture ad accesso controllato, che devono essere comunque dotate di cappe e altre strumentazioni particolarmente sicure.

Nei BSL-3 si studiano invece microrganismi altamente pericolosi, che spesso si trasmettono (o potrebbero farlo) per via aerea: tra questi vi sono anche i coronavirus della SARS,  alcuni virus influenzali, il micobatterio della tubercolosi,  e della CoViD-19.

Tutto il personale dovrà attenersi a rigide forme di sicurezza: dovrà indossare un equipaggiamento apposito fatto di tute, calzari, guanti, maschere e uno spesso casco in grado di filtrare l'aria dell'ambiente. In alcuni di questi laboratori, potranno essere trattati topi infetti, con il non trascurabile rischio di essere morsicati o graffiati.

Il grado di pericolosità dei laboratori che trattano animali vivi è molto più elevato di quelli dove vengono lavorate solo delle cellule.

Un discorso a parte meritano i laboratori BSL-4.

In questi ambienti potranno essere trattati agenti biologici a elevatissimo grado di rischio come la febbre emorragica di Marburg o il noto virus Ebola e il Vaiolo.

Per maggior chiarezza stiamo parlando di laboratori ad elevatissimo indice di rischio, come quello di Wuhan. Si tratta di strutture ad accesso rigorosamente controllato dove il personale viene sottoposto al rispetto di regole rigidissime e riceve addestramenti lunghi e rigorosi. Si lavora con particolari tute a pressione positiva connesse a linee d'aria isolate dal resto degli ambienti.

Vengono affrontati enormi costi di gestione che aumentano esponenzialmente con i livello di rischio che si dovrà affrontare.

Dopo questa breve disamina sui gradi di sicurezza dei sopracitati laboratori sorgono spontanee alcune domande:

Sono ambienti realmente sicuri questi laboratori?

Sono così necessari?

Quali garanzie abbiamo sulla loro effettiva sicurezza?

Perché il loro numero continua ad aumentare a livello planetario?

Proveremo ad affrontare queste domande cercando delle risposte ragionevoli.

1. Sono ambienti realmente sicuri questi laboratori?

Dati di una recente analisi eseguita sui 59 laboratori BSL-4, in vari Paesi ha evidenziato che solo il 25% corrisponde ai criteri di massima sicurezza: la maggior parte si trova in nazioni che non garantiscono un'attenzione adeguata.

Leggiamo su “Il Corriere della Sera/Esteri”:

https://www.corriere.it/esteri/21_giugno_04/fauci-la-cina-dia-cartelle-cliniche-3-ricercatori-laboratorio-wuhan-6-minatori-6e8b8aa4-c506-11eb-86af-ac042f3197d2.shtml

Fauci: «La Cina dia le cartelle cliniche dei 3 ricercatori del laboratorio di Wuhan e dei 6 minatori»

L’epidemiologo Anthony Fauci al Financial Times: «Vorrei vedere i dati dei tre ricercatori che si sarebbero ammalati nel 2019. Si sono ammalati davvero? Perché? E i minatori che si sono ammalati tempo fa?»

L’epidemiologo Anthony Fauci, ai vertice della task-force presidenziale Usa sul Covid-19, ha chiesto che la Cina pubblichi le cartelle cliniche di tre ricercatori del laboratorio di Wuhan che — secondo un report dell’intelligence statunitense — potrebbero essersi malati di Covid al termine del 2019, prima che il mondo venisse a conoscenza dell’esistenza del virus. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Fauci avrebbe chiesto l’aiuto della Cina per risolvere, in modo definitivo, il tema sulle origini del virus. La comunità scientifica e politica internazionale non ha ancora compreso se il virus sia arrivato all’uomo dagli animali o se, alla base, ci sia una «fuga» dal Wuhan Institute of Virology, il laboratorio della città cinese dove fu per la prima volta identificato il coronavirus alla base del Covid-19. «Ho sempre ritenuto che con enorme probabilità il virus abbia compiuto il salto di specie», ha detto Fauci. «Ma dobbiamo continuare a indagare, finché non avremo le prove. Vorrei vedere le cartelle cliniche delle tre persone che si sono ammalate nel 2019», ha continuato. «Si sono davvero ammalate? E di cosa?». E ancora: «Lo stesso vale per i minatori che si sarebbero ammalati anni fa... cosa dicono le loro cartelle cliniche? C’era già [un] virus? E qual era? È perfettamente possibile che le origini di Sars-CoV-2 fossero in quella grotta, e che il virus sia poi diffuso naturalmente o attraverso il laboratorio». Di fatto, Fauci sembra quasi restringere il campo di indagine a nove casi: una sorta di compromesso per chiudere il caso — a meno che l’intelligence Usa non abbia prove del fatto che i 3 ricercatori avessero davvero contratto il Covid-19.

Percepire da queste dichiarazioni una notevole confusione è quantomeno comprensibile. Visto l’altissimo grado di rischio sembra molto più probabile che un “errore” umano possa essere alla base della pandemia.

Potremo anche credere che i responsabili siano pipistrelli, pangolini e forse anche criceti…. Ma queste affermazioni, in forte odore di ipocrisia, non ci faranno stare più tranquilli.

Attenderemo con la solita bonaria fiducia nelle Istituzioni che la verità possa venire a galla.


La risposta alla prima domanda, relativa alla assoluta sicurezza, è No!

I peggiori agenti patogeni sono già “sfuggiti” da laboratori super specializzati, causando epidemie difficilmente controllabili.

In un’intervista con Independent Science News, Richard H. Ebright, Ph.D., uno dei 26 scienziati che hanno firmato una lettera aperta chiedendo un’indagine sulle origini del COVID-19, delinea i molti modi in cui l’indagine dell’OMS sia stata inadeguata.

“Un’emergenza sanitaria senza precedenti si è verificata nel Regno Unito nel 2001 in seguito ad una epidemia di afta epizootica che ha causato l’abbattimento di milioni di capi e sconvolto il Paese riempiendolo di pire di carcasse di animali ad unghia fessa. Ebbene pochi anni dopo, un’altra epidemia — di portata minore, ancora in Gran Bretagna — si ritiene sia stata causata da un virus sfuggito alle misure di biosicurezza di laboratorio.
Quindi spero di aver fugato ogni dubbio: il rischio zero non esiste neanche qui. Le fughe di laboratorio accadono sia con virus naturali che con virus modificati in laboratorio, ed è anche per questo che dei ceppi virali dei virus eradicati (vaiolo e peste bovina) è stata ordinata la distruzione con l’autoclave.”

2.     Sono così necessari?

Alla seconda domanda, quella relativa alla assoluta necessità di questi laboratori, tenteremo di rispondere nel modo più chiaro possibile.

Esiste un aspetto fondamentale da affrontare: un conto è studiare forme virali esistenti in Natura, un conto è “progettarne” di nuove, creando delle cosiddette “Chimere”.

A Questo proposito, relativamente al “caso Wuhan”, riportiamo il parere del Prof Giuseppe Tritto: Il Coronavirus è il frutto di una combinazione tra due infezioni virali, ma non si sarebbe sviluppato in maniera naturale….

Due specie "incompatibili" - I due ceppi di Coronavirus isolati hanno delle affinità molto alte con quello riscontrato nell'uomo. "Il virus isolato nei pipistrelli è affine al 94%, quello riscontrato nel pangolino addirittura il 96%", continua Tritto. "In medicina esistono delle ricombinazione chiamate wild. Sono mutazioni naturali, non create in laboratorio. Nel nostro caso però, è molto difficile che i due animali siano entrati a contatto". Il pangolino è un formichiere asiatico con delle scaglie protettive lungo tutta la schiena. "Per avere una chimera ricombinante, un pipistrello avrebbe dovuto mordere il pangolino così a fondo da trasmettere il virus, il che è impossibile". 

Come ben sappiamo la Scienza dichiara di non occuparsi dei risultati ottenuti, né della loro eventuale strumentalizzazione/applicazione.

Quindi la Scienza si lava le mani dei rischi e delle cause legate alle proprie scoperte. Volendo banalizzare, ma non troppo, potremmo dire che le applicazioni legate alle forze nucleari dell’energia atomica siano indipendenti dal loro utilizzo pratico.

Quindi se l’Uomo progetta centrali nucleari o dispositivi sanitari basati su queste conoscenze ben venga… qualora si scivolasse verso altre applicazioni “diversamente umanitarie” come lo sviluppo di tecnologie belliche basate sulle armi nucleari… sarebbe un “Non-Problema”, come sono stati “Non-Problemi”, o meglio danni collaterali di un processo di soluzione bellica, gli effetti delle bombe lanciate sul Giappone.

Molto facile trincerarsi dietro risposte ipocrite che scagionino le scelte sciagurate di organismi militari o di Stati compiacenti.

Viviamo su di un Pianeta che possiede un potenziale bellico in grado di distruggere molte volte ogni essere vivente, uomo compreso.

Un discorso analogo deve essere affrontato quando si parla di Armi biologiche.

Non possiamo lavarci le mani con pilatesco atteggiamento, dichiarando che gli studi su pericolosissimi Virus letali potranno portare giovamento alle indagini biologiche e a future grandi scoperte, trascurando la loro pericolosità e i reali pericoli di un loro incauto maneggiamento.

Non siamo neppure così ingenui da escludere che dietro gli studi sulle armi biologiche non compaia l’ombra della “longa manus” delle forze militari.

Dove c’è puzza di armi c’è puzza di zolfo…

Alcuni sosterranno che questi studi siano necessari per preparare vaccini atti a difenderci da possibili aggressioni… “excusatio non petita, accusatio manifesta”, risponderanno altri…

Se solo una piccola parte, 25%, dei laboratori ad altissimo rischio biologico possiede criteri di sicurezza tali da rendere “quasi sicuro” il loro lavoro, significa che nel mondo vi sono circa 50 luoghi privi dei necessari requisiti.

Siamo così sicuri che queste armi non siano anche prodotte dai cosiddetti “Stati canaglia?...

3.     Quali garanzie abbiamo sulla loro effettiva sicurezza?

Come possiamo rispondere a questa domanda?

Non potendo escludere cause eccezionali come terremoti, attacchi terroristici o in caso di guerra attacchi militari, non possiamo basarci unicamente sulla sicurezza pianificata dalle Autorità sanitarie, se pur con criteri di ottima affidabilità.

Se in momenti delicati come quello attuale dovessero essere provate certe “affermazioni complottiste” che denunciano la presenza di laboratori di armi chimiche in Ucraina… forse dovremo iniziare a preoccuparci seriamente. Ma essendo solo “affermazioni complottiste”… possiamo dormire sonni tranquilli…

4.  Perché il loro numero continua ad aumentare a livello planetario?

Bella domanda! Proviamo a rispondere nel segreto della nostra coscienza… senza naturalmente ricorrere ad ipotesi che possano disturbarci… più di tanto…

 

Civico20News

Giancarlo Guerreri

Editorialista

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Articolo pubblicato il 19/03/2023