Vediamo le cose separate solo perché abbiamo due occhi, …

… ma esse saranno inevitabilmente riunite, a tempo debito, perché percepiremo e vedremo in un modo nuovo attraverso un solo cuore e un solo cervello nuovamente unificati operativamente attraverso l’esperienza nel corpo.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 70 del 11.01.2022 che è stato suddiviso in 7 articoli. Questo è il n°7.

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Cuore e cervello, sentimento e ragione, pulsione e intelligenza, una continua dicotomia lacerante e limitante che fornisce le condizioni per una continua guerra di parti che si contrappongono in quel campo di battaglia in cui abbiamo trasformato il nostro corpo. Quanti tentativi ha fatto finora l’umanità per sfuggire a questa apparente condanna a vita. Tuttavia questo stato di cose non è eterno, per cui …

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Prima o poi ciò che non abbiamo affrontato in un modo lo dovremo affrontare in un altro (fino a porre fine a questo stato di cose nel momento in cui scopriremo che è sempre stato risolto in partenza ma noi non ce ne siamo mai accorti per incolpevole ignoranza).

 

Ho fatto riferimento a questa emergenza particolare ma è la vita stessa che è una continua lotta. Mi riferivo anche al fatto che siamo manovrati da un regista. Ed anche a problemi maggiori che verranno per esempio dalla mancanza di lavoro e di soldi o ancora peggio alla lotta tra gli uni e gli altri. Il discorso è all’origine, come ogni tanto provo a capire, come spesso abbiamo avuto occasione di scambiarci. Non per trovare una soluzione ma almeno cercare di comprendere. Anche scavando dentro di me o attraverso le riflessioni che vengono indotte da questi o altri scambi. O attraverso qualche lettura e relative considerazioni. Però non è una cosa facile.

 

Nessuno dice che sia una cosa facile! Però è possibile! E questo è diverso! Non è facile ma è possibile.

 

Però, … se uno non capisce come e magari va avanti degli anni ad arrovellarsi senza comprendere quale sia la strada da prendere per accedere dentro di sé a questo terzo elemento. Non è una cosa …

 

Infatti non si può spiegare in che modo accedervi come attraverso una sequenza di istruzioni. Ognuno ci arriva per la propria strada attraverso modalità conformi al suo stato per poter proseguire in quella che è solo la sua e non sarà mai di altri. L’unica certezza e che noi viviamo per altro e grazie ad altro rispetto a ciò che crediamo o pensiamo. E tutto ciò che stiamo facendo ad esso ci porta.

 

Dobbiamo capire che siamo noi gli artefici, non possiamo chiedere a nessuno di farlo per noi. Inoltre nessuno ha colpa.

 

Infatti non c’è colpa di nessuno. Non si tratta solo di personalità ma anche di tutto quel bagaglio che ci portiamo appresso in quella cabina di cui facciamo fatica ad accettare l’esistenza che fa parte di noi più di noi stessi.

 

Ancora una piccola cosa e poi chiudo. Se è importante l’universo, il cosmo e tutto quello che ne consegue o quello che potete chiamare come volete, e noi siamo impotenti …

 

… no, non siamo impotenti, non è così! E così che vogliamo credere per avere un alibi. Non è che siamo impotenti. Non siamo noi che possiamo fare queste cose e non siamo noi a poterle cambiare, ma siamo noi a poter permettere che cambino. Questa incomprensione è alla base del problema che si genera di conseguenza. Il nostro compito è arrivare a comprenderne il senso profondo: permettere il cambiamento insito nella vita anziché ostacolarlo per ignoranza, paura, arroganza o presunzione.  Su di questo possiamo indagare nel nostro profondo. Non tanto per trovare le cause o le risoluzioni, ma il modo di lasciare che le cause e le risoluzioni continuino a mantenersi in movimento reciprocamente senza il nostro intervento e senza metterci per traverso nel loro continuo divenire. Detto in altri termini, se noi non avessimo votato nessuno non ci potrebbe essere nessuno che ci governa e comanda, ma scopriremmo ugualmente che non cambierebbe niente, perché ciò che imputiamo agli altri, ai nostri governanti, potremo imputarlo ai membri della nostra famiglia ed infine a noi stessi, come coloro che dispongono cosa devono fare gli altri. Quindi dobbiamo riguardare e comprendere che dentro di noi c’è qualcosa che può far cambiare questa condizione a patto che noi accettiamo che ciò avvenga senza ostacolarlo.

 

In soldoni stai dicendo che l’attuale ministro del lavoro è dentro di me!

 

Esattamente! (risate!). Proprio così! Concetto centrato in pieno! È vero, noi racchiudiamo in noi stessi tutti quegli aspetti che vediamo in modo evidente negli altri. Possiamo riconoscere solo quello che già conosciamo. Ma vi è anche molto altro. Qualunque cosa accada è qualcosa che non ci aspettiamo. Ciò che è inaspettato può giungere a noi solo attraverso un gioco diverso da quello che siamo abituati a giocare. Ogni cosa ha il suo tempo e il suo luogo per esprimersi.

 

A volte mi rendo conto che veramente abbiamo proiettato fuori tutta l’immondizia che abbiamo accumulato dentro da generazioni.

 

Sì, è proprio così! Ma per fortuna non solo così! E in tutto questo non c’è colpa perché stiamo cominciando solo adesso a renderci conto delle conseguenze delle nostre azioni strampalate. Non siamo arrivati a questo punto determinandolo passo passo consapevolmente. Sarebbe stato sciocco ed assurdo. Però ora stiamo cominciando a vederlo e a farci delle domande. Ora non possiamo che cominciare a prenderne atto. A tutti noi toccherà quella condizione così ben restituita in quei pochi fotogrammi di un noto film (i giardini dell’eden) in cui Gesù affronta Satana nel deserto. L’ultimo fotogramma, a lotta terminata, vede Satana accolto tra le braccia di Gesù che canta una nenia dolce e rasserenante. Già sembra strano: il bene e il male nuovamente uniti. E allora, prima o poi, anche noi qualche domanda rispetto ai nostri giudizi di parte dovremmo farcela!

 

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fine dell’incontro

 

Foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 25/04/2023