Addio Giuditta Dembech.

Fine di un capitolo di una lunga storia che continuerà ad essere scritta diversamente.

Ci sono storie semplici ma così incisive da diventare pietre miliari nella vita di uno di noi. Questo è il senso di quanto riporto di seguito.

Ci conoscemmo oltre quaranta anni fa in conseguenza di quanto suscitato in me dalla lettura del suo libro Musinè magico. Infatti decisi di mettermi in contatto con lei, attraverso la casa editrice, per uno scambio riguardo a materiale fotografico che avevo realizzato durante un’escursione sul monte in questione, più per non lasciare una strada intentata che con la speranza di un contatto. Che invece avvenne in breve a casa sua, dove fui ricevuto in modo semplice e senza riserve per la consegna del materiale. Successivamente ci ritrovammo sulle pendici del monte per andare a visionare le coppelle.

 

Seguii poi alcune sue attività come il Wesak o presso l’IDM o presentazioni di libri vari fino a quando le nostre strade si divisero naturalmente.

 

Un incrocio di strade diverse che Giuditta ha sintetizzato nelle poche parole della dedica scritta sulla mia copia del libro Torino città magica III edizione.

Non credo serva aggiungere altro. Oggi l’ultimo saluto.

 

grafica e testo

pietro cartella

 

vedi anche

 

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Torino città magica – Giuditta Dembech - edizioni L’Ariete - III edizione – cap Musinè magico - pag. 102

Musinè – Giuditta Dembech – edizioni L’Ariete – II edizione – cap IV – Lo spettro di Brocken – pagg. 121-129

 

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Articolo pubblicato il 27/04/2023