Tutti contro tutti perché abituati a percepirci reciprocamente diversi da ciò che siamo veramente.

Non tutto si riduce solo a significati semplici e concetti consolidati, definiti per sempre, anche se ci disturba che così sia.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 71 del 18.01.2022 che è stato suddiviso in 6 articoli. Questo è il n°1.

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La ormai consolidata strategia dell’imposizione del Pensiero Unico sta gradualmente “convertendo” ad essa anche i più liberi e resistenti pensatori ancora capaci di una qualche reazione “non conforme” a prescindere dalla convenienza ad esprimere il proprio punto di vista senza temerne le conseguenze ed accettandole comunque esse si presentino. La vita infatti non si cura di cosa ne pensino gli umani a proposito di come essa si presenta a loro. Per questo la vita è l’antitesi della ripetizione per abitudine, ovvero sempre proposta nuova che gli umani sperano inutilmente di poter trasformare in abitudine, mediante opportune azioni mirate.

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Abbiamo parlato a lungo di come un bambino si rapporta all’interno dell’ambiente scolastico e di come questo possa andare in contrapposizione con ciò che accade in famiglia o con le persone alle quali il bambino viene affidato, ad esempio i nonni, ma anche altre persone, non ha importanza. Forse abbiamo anche accennato al discorso adozioni e quindi questa sera possiamo cominciare ad affrontare ciò che succede quando dalla condizione scolastica l’individuo si sposta più decisamente nella società per interagire con essa, coinvolgendo sempre e comunque anche gli aspetti famigliari e scolastici, ma evidentemente coniugati in modi differenti a causa delle condizioni al contorno mutate, allargate e complesse. Cose di cui prima non ci si è mai resi conto, che non avevamo mai preso in considerazione. Pensiamo ad esempio al momento in cui, entrando nella società e nel mondo del lavoro, abbiamo a che fare con persone che vengono da altre parti del mondo, che parlano lingue diverse, che hanno abitudini e cultura differenti e con le quali ci rapportiamo in una maniera che per noi è normale, è lo standard di comunicazione, ma che invece nel loro ambito tale non è. Insieme a questo affrontiamo anche il discorso che accompagna ognuno di noi fin dalla nascita ma che, avanzando nella vita, prende sempre più degli aspetti, delle valenze e delle forze completamente differenti. Abbiamo parlato della polarità ed abbiamo solo accennato a come questa si traduca anche in sessualità quando noi facciamo riferimento agli aspetti polari maschili e femminili negli uomini e nelle donne. L’aspetto polare è importantissimo. È fondamentale per comprendere cosa avviene quando noi ci rapportiamo con le cose e con le situazioni. Ma quando traduciamo questa cosa dicendo che sono tutti aspetti sessuali allora cominciamo a capirne un po’ di meno perché quando parliamo di aspetti sessuali ci riferiamo, fondamentalmente e quasi esclusivamente, agli aspetti fisici differenti tra uomo e donna. Ma abbiamo detto che non è così! Gli aspetti sessuali sono rivolti a tutte quelle cose che servono a noi per soddisfare una mancanza percepita all’interno di noi stessi. Facciamo un esempio classico. Se io mi innamoro di una persona e poi questa persona sparisce dal mio orizzonte, senza essere subito sostituita da un’altra, è molto probabile che per compensare questo stato di cose cominci a sfogarmi verso il cibo. Ciò è osservabile in maniera estremamente evidente quando conduce a stati patologici conclamati. Infatti nel caso della bulimia, o del suo contrario, l’anoressia, è facile vedere cosa accade nelle persone che ne sono affette, mentre non lo è nel caso in cui i loro effetti siano celati, attraverso l’assunzione di cibo, nella semplice crescita o diminuzione del peso. Tutti i nostri aspetti basici sono regolati in questo modo. Perché ho introdotto questo argomento? Perché quando entriamo nella società, cioè usciamo al di fuori di determinati ambiti “protetti”, lo facciamo senza quei “filtri” e quindi veniamo confrontati con gli aspetti “sessuali” di tutto quello che compone la società, che è molto più ampio, variegato e strutturato, rispetto a quanto eravamo abituati in precedenza. L’esempio più calzante di cosa succede quando non teniamo conto di questi aspetti accade proprio a cominciare dalla scuola, quando si separano maschi e femmine, facendo in modo che ciascuno di loro prosegua il proprio piano scolastico (educativo e formativo) separato per sesso. Questa stessa cosa la ritroviamo, esattamente simile, negli ambienti religiosi, negli ambienti militari, negli ambienti sportivi, dove la maggior parte dei componenti è connotata fisicamente in maniera sessuale, prevalentemente maschio o femmina. Che cosa succede quindi? Succede che se non è equilibrata la componente sessuale polare, positiva o negativa, propria degli aspetti caratteristici dell’individuo (attenzione, qui entrano in gioco anche gli altri aspetti, non solo quelli che noi vediamo, ma anche come l’individuo si sente, ovvero il suo orientamento sessuale e il suo funzionamento biologico pratico) succede, e lo si vede negli ambienti religiosi, militari e sportivi ancor più che in quelli scolastici, succede che quello che non funziona a livello primario tra le forze polari opposte viene sostituito in egual maniera da qualcuno che ai nostri occhi è rappresentante dello stesso sesso. Sempre di più questo stato di cose sta emergendo agli occhi di tutti in questi tre ambienti, perché ora, per tutta una serie di ragioni, non viene più tenuto così nascosto come avveniva in precedenza. Questo elemento è stato un po’ sdoganato così come, tutto sommato, sono state sdoganate le aberrazioni ad esso correlate (le aberrazioni sono condizioni estremizzate e patologiche di aspetti della diversità naturale che invece fa parte delle legittime differenze tra individui). Attenzione, tranne alcuni aspetti patologici, più o meno espliciti, di alcune devianze, quanto evidenziato non è contro naturale; avviene da sempre in natura anche nel mondo animale. Ma solo nella specie umana possono travalicare tali limiti e produrre aspetti deviati, patologicamente pericolosi all’interno della stessa specie o verso altre (quando per esempio si relazionano ad animali domestici rendendoli strumenti passivamente ricettivi di tali devianze). Infatti, solo nella specie umana, alle risposte di tipo naturale biologico possono essere associati altri contenuti relativi a ciò che noi pensiamo e crediamo di aver capito cosa sia bene o male, facendo tutti gli sforzi necessari per tentare di gestirne gli scambi secondo tali pensieri e credenze. Facciamo un esempio. La tendenza omosessuale nei sessi, gay o lesbica, all’interno delle due correnti maschili e femminili, è presente in tutti gli esseri umani in percentuali diverse. Non esiste maschio al 100% e neppure femmina al 100%.

 

Neppure tra gli animali c’è una così definitiva ed irreversibile distinzione. Addirittura in determinate specie alcuni individui possono avere in sé entrambe le caratteristiche (ermafroditi) oppure presentarsi in alternativa secondo le necessità che l’ambiente e la situazione richiede (transessuali), per esempio scarsità di cibo e acqua, variare della temperatura ambientale, sovrappopolazione o scarsità di prole. Ciò detto, che è già un bel colpetto a tutte le nostre idee in proposito, su questa condizione si possono innestare effettivamente delle devianze, delle distorsioni che prendono aspetti radicali e poi vengono utilizzate in maniera ideologica, provocando tutti i danni visibili agli occhi di tutti. Perfino in famiglia, attenzione, quando tutto è rinchiuso nel suo ambito ristretto, gli aspetti sessuali sono bloccati al suo interno e quindi cercano di esprimersi come possono, dove possono e con chi possono. Le conseguenze le troviamo in cronaca ogni giorno. Questo aspetto, quello della compensazione degli aspetti polari sessuali all’interno di gruppi omogenei è un dato che è inutile cercare di nascondere sotto il tappeto come si fa con la polvere di casa. Ogniqualvolta un ambiente è costituito in maniera quasi esclusiva da un solo sesso, all’interno di tale espressione di gruppo ci sarà una specie di divisione tra chi evidenzierà prevalentemente gli aspetti polari maschili e chi i femminili.

 

Se trasferiamo tutto questo all’interno della società aperta, cioè non in gruppi così omogenei e omologati, ritroviamo le stesse cose ma in modo più diluito e meno evidente, a causa delle condizioni al contorno, che sono più variabili e meno specifiche. Ed anche perché le presenze e le caratteristiche maschili e femminili possono essere quantitativamente più equilibrate. Tutto ciò è molto importante per comprendere le risposte che ciascuno, maschio o femmina che sia, dà attraverso l’ambiente alle sollecitazioni che da esso riceve, anche quando lo fa inconsapevolmente.

 

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Prosegue nei prossimi incontri

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

 

 

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Articolo pubblicato il 17/05/2023