Il vero problema siamo noi!

... perché le cose sono come sono per ragioni precise, ma noi cocciutamente cerchiamo in tutti i modi di ignorarle e volerle piegare ai nostri capricci, opponendoci in ogni modo alle leggi che governano la vita.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 71 del 18.01.2022 che è stato suddiviso in 6 articoli. Questo è il n°3.

-------------------------

È un dato di fatto ineludibile che tentare di modificare ciò che non si può modificare sia uno sforzo poco intelligente. Non si tratta di accettare passivamente ciò che accade o ci accade. Si tratta invece di prendere coscienza del senso di ciò che accade e procedere, dopo una corretta valutazione (se possibile), come serve. Nel caso in cui ciò non sia possibile è comunque preferibile astenersi da ogni tipo di reazione, per evitare di innescare, per ignoranza, ogni tipo di conflitto.

-------------------------

 

Infatti ciascuno di noi è una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Una bomba costruita con le nostre mani proprio con le migliori intenzioni per evitare di costruire bombe. Una bomba che esploderà quando il livello di tensione nel serbatoio arriverà al punto di farlo scoppiare, travolgendo tutto e tutti. Attenzione, questa cosa è naturale per lo stato in cui ci troviamo, che è uno stato degenerato rispetto allo stato realmente naturale, perché nella natura questi fatti avvengono solo ed esclusivamente per esigenze di sopravvivenza fisica, mentre nel contesto umano possono avvenire per qualsiasi ragione sensuale, sessuale, polare, che è stata così grandemente squilibrata da esigere un riequilibrio quale necessità vitale. Questo stato di cose ha reso malata la nostra società, anche se è la migliore che possiamo avere visti i presupposti, poiché polarmente divisa e contrapposta, come possiamo osservare in questo momento, per esempio, relativamente alla pandemia e ai vaccinati o no.

 

Il vero problema non è il virus e neppure il vaccino, ma l’uso polare che si fa di essi da parte di ogni componente della comunità umana, per la quale ogni pretesto è buono per scontrarsi. Non sono il virus ed i vaccini il vero problema, neppure se fossero entrambi veleni mortali assoluti. Il problema sta dentro di noi che siamo i principali costruttori del terreno sul quale tali veleni possono esprimersi nella propria completa forza di veleni oppure come semplice acqua fresca.

 

Anche nel caso in cui alcuni dicono che nel vaccino ci sarebbero delle nanotecnologie, del grafene e chi più ne ha più ne metta?

 

Certamente, perché noi non facciamo attenzione a quello che ci succede tutti i giorni; questa tecnologia, avanzata in tal senso, è presente da tempo in ogni cosa che facciamo e assumiamo a cominciare dagli alimenti trattati, industrialmente o biologicamente non importa, o dalle medicine mirate a determinati comparti del nostro fisico. Tutto quello che l’essere umano fa induce su ciò che fa il suo pensiero ed anche ciò che neppure riesce a pensare, ma che viene comunque richiamato in quello che fa a sua insaputa, essendo radicato nell’inconscio e richiamato per similitudine o analogia. Inoltre ogni cosa viene richiamata con entrambe le sue polarità (legge di attrazione e repulsione polare inversa) anche quando crediamo di farlo con una sola . Positivo e negativo sono i due lati della stessa medaglia. Potremo dire che, stando al nostro modo di valutare le cose, noi non potremo sopravvivere in questo mondo neppure per un istante. Ma grazie al fatto che la vita usa strumenti che ci sono sconosciuti, per mantenersi e mantenerci, noi possiamo sopravvivere a queste cose e perfino a noi stessi. Noi siamo la lente di ingrandimento di tutte le caratteristiche di tutte le cose che stanno fuori di noi. Ecco un esempio classico per maggiorenni quali suppongo siamo tutti. Si dice che quando le cose non vanno bene da qualche parte, se possiamo trovare una certa soddisfazione nel nostro talamo, tutto il resto si aggiusta o può essere sopportato. Se questo non avviene è chiaro ed evidente che quello che poteva essere considerata come una valvola di sfogo diventa, al contrario, un elemento di tensione aggiuntivo che aumenta la forza del problema rischiando di farlo esplodere. Ma ancora prima di questo, ancora prima della relazione in oggetto, della relazione con una persona che dovrà sopportare la sua parte in questa faccenda, lo stesso accade dentro di noi in modo similmente polare. Se i due aspetti polari di qualsiasi entità interna a noi stessi, cioè quella schierata a favore e quella schierata contro ogni cosa che facciamo o che si muove attorno a noi o attiriamo per qualunque ragione, entrano nelle dinamiche di uno scontro frontale ci roviniamo con le nostre stesse mani. Infatti tali tensioni rimarrebbero con noi anche se ci trasferissimo in cima ad una montagna per vivervi come eremiti. Avviene come quando tentiamo di sfogarci attraverso l’attività sportiva. Cessata l’attività che aveva temporaneamente messo tale tensione in secondo piano, essa si ripresenta tale e quale se non peggiorata, moltiplicata ancora da altre ragioni sopraggiunte. Senza che apparentemente sia successo altro. Noi viviamo questi scenari senza che essi siano veramente la realtà. Pensate all’obbligo a vaccinarsi. Si può dire tutto quello che si vuole, ma finora nessuno è stato preso di forza e costretto a sottoporsi alla vaccinazione o trattamento sanitario che dir si voglia. Qualunque sia la modalità imposta a tal fine lascia ancora e sempre una alternativa possibile per quanto pesante possa essere anche solo la scelta, quale carico psicologico (perdita temporanea, più o meno saltuaria o prolungata, di salario, di socialità, di relazioni amicali, esclusione all’accesso ad un certo numero di attività ludiche, culturali e commerciali, sanzioni pecuniarie). Perfino nelle azioni che vengono intraprese risulta evidente la contraddizione in termini: vi è un obbligo e una sanzione “una tantum” nel caso in cui non si rispetti. Significa prendere in considerazione in partenza quanto quell’obbligo possa essere facilmente e massivamente eluso; quasi un invito a farlo per tutti coloro che possono permettersi di pagare la sanzione. Una sanzione inferiore al costo di una sciata domenicale. È evidente che non si può, neanche volendolo, andare ancora a premere sulle persone, oltre e più di quanto già esse facciano di proprio in questa situazione che perdura da oltre due anni (al momento in cui trascrivo, alcune settimane dopo il giorno in cui questo incontro si è svolto, è scoppiata, ed è in corso, come altra emergenza, la guerra in Ucraina, con ripercussioni indirette ed importanti anche per noi, pur se non direttamente coinvolti nello scontro fisico). Attenzione, in questo momento tutto il lungo discorso fin qui sviluppato prende la sua forma in tutti gli aspetti che noi possiamo osservare. Nella scuola, per due anni abbiamo creato un buco, sebbene non sia tutto negativo, nella istruzione dei nostri ragazzi. Nel lavoro, abbiamo creato un buco di continuità funzionale difficile da ripristinare, che, come alcuni paventano, potrà produrre scarsa disponibilità di alimenti sugli scaffali dei supermercati (https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=37505 ).

Crisi del cibo che si presenta dopo quella sanitaria e prima di quelle possibili e prevedibili (le prossime sull’acqua, aria e luce solare) sulla base di quelle che la storia ci insegna avvicendarsi ciclicamente nel corso di ogni secolo. Infatti può sembrare velleitario fare questa osservazione, ma è già accaduto nel corso del secolo scorso (ho volutamente trascurato le crisi dovute direttamente alla guerra poiché le guerre non hanno mai soluzione di continuità, si spostano solo da un luogo ad un altro). Le crisi si ripropongono quasi sempre allo stesso modo e nello stesso ordine poiché le dinamiche che l’umanità mette in atto sono esattamente sempre le stesse, anche se sembrano diverse per il modo in cui si scatenano e poi si esprimono. La loro essenza si esprime indipendentemente dalle apparenti condizioni al contorno, governo, economia, situazioni sociali. Prescinde dal tipo di governo esercitato, democratico, liberale, totalitario o dittatoriale, gretto o illuminato, non importa: essa si impone a fronte del fatto che la coscienza umana stenta ad evolvere dagli stati che le producono e quindi tali crisi si ripresentano per spingere le coscienze al cambiamento. Qualcuno tra di voi tempo fa mi ricordò che la condizione di vita conseguente la gestione pandemica in Italia era simile a quella che c’era nel suo paese natale ai tempi della dittatura. Ma è sempre stato così anche qui, solo che nessuno ci ha più fatto caso fino al momento in cui è stato imposto di cambiare le abitudini consolidate e ormai accettate. Oggi cominciamo a rendercene conto anche noi. Se trasliamo tutto questo nelle relazioni personali con il nostro partner o i nostri figli ritroveremo esattamente le stesse dinamiche. Né più né meno. Solo per dire che quello che noi vediamo nel contesto di una società non è che la fotocopia di ciò che noi vediamo all’interno dei gruppi sociali più piccoli che noi formiamo a partire da noi stessi con i nostri due aspetti polari.

---------------------

Prosegue nei prossimi incontri

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 21/05/2023