Umani o esseri umani? ... (3/3)

Non basta avere una determinata forma che assomiglia a qualcosa per essere veramente quel qualcosa.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 72 del 25.01.2022 che è stato suddiviso in 6 articoli. Questo è il n°4.3

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Forma e sostanza sono un’unica cosa, ma non è detto che sia ancora così per tutto, umani compresi. Come tali, infatti, ci riteniamo sufficientemente adatti al nostro ruolo perché abbiamo una determinata forma che sembrerebbe confermarlo, ma, come possiamo facilmente constatare ad ogni istante, il nostro agire mette in evidenza che siamo ancora ben lungi da esserlo.

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Tuttavia in questo momento non siamo nell’origine, o meglio non siamo ancora liberamente nell’origine. Siamo in un luogo isolato temporaneamente, in un tutto chiuso non comunicante con l’intorno (neppure quando crediamo di farlo forzandone i confini con i razzi inviati dai nostri scienziati per esplorare altri luoghi “esterni”). Siamo confinati nell’angolo dell’aula scolastica dove di solito si mettono i ripetenti, per permettere loro di riconfigurarsi le idee in modo corretto secondo quanto previsto dalla lezione in svolgimento. Oppure per capire cosa fare della propria vita.

 

Visto che ormai hai smontato tutto, questa sera hai smontato anche la nostra bella idea di amore romantico, ti faccio questa domanda. I due sessi, che comunque si attirano, per non ledersi nella loro relazione, così come noi facciamo per esempio nei confronti dell’anima del defunto trattenendola con i nostri desideri al suo riguardo con i nostri colloqui ed abitudini, allora uomo e donna come dovrebbero vivere, perché poi, va be’, dici delle cose interessantissime, ma ci stai smontando ogni cosa, ci fai scendere dalla giostra e però poi all’atto pratico come dovrebbe funzionare tra uomo e donna, dove li collocheresti, come potrebbero scambiarsi reciprocamente i doni della propria diversità?    

 

Un po’ ho già tentato di porre in evidenza alcuni aspetti dicendo che si deve lasciare all’altro la propria libertà e dignità su tutti i fronti, relazioni comprese. Una minima risoluzione di tali aspetti sta cominciando ad apparire tra alcuni individui, ancora pochi in verità, nei tempi che stiamo vivendo, in cui le coppie non riescono a stare insieme oltre un certo limite. Quindi, se va bene e non si distruggono reciprocamente in modo definitivo, si separano e vanno a vivere per proprio conto, riprendendo il corso della propria vita, interagendo ancora saltuariamente quando si vedono per qualche ragione, ma non dovendo più sottostare alle regole di uno dei due. Non dovendo più continuare a tenere in piedi un gioco di forze che impongono all’altro qualcosa o che vengono subite come tentativi di trovare un equilibrio impossibile. E comunque dovendo continuare a portare la responsabilità delle conseguenze di ciò che hanno fatto insieme (figli, patrimonio, contratti particolari, etc etc). Legami e relazioni che continueranno a produrre effetti, anche se sempre più limitati nel loro ambito specifico. Succederà sempre più spesso che le persone entreranno in relazione tra di loro, ma senza più stabilire legami stretti e vincolanti (ed eterni) dovendoli condividere all’interno degli stessi spazi, tempi e modalità.

 

Oh, adesso è più chiaro! E condivido perfettamente quanto dici. Prima avevo avuto la sensazione che volessi tenere assolutamente separati i due sessi.

 

Assolutamente no! Hanno tentato di farlo i rappresentanti di alcune religioni e chiese, peggiorando ulteriormente le cose. Infatti cercando di separare o mantenere separate queste due identità vitali, per esempio mettendo insieme solo elementi dello stesso sesso, le dinamiche sono sempre le stesse. Le polarità si moduleranno reciprocamente secondo le necessità indipendentemente dalle aspettative e desideri di ciascuno.

 

 

Anche se appartenenti ad un solo sesso, quando entreranno in relazione più profonda si comporteranno come sessualmente opposti comunque. Quindi alla fine non cambiano che alcune sfumature fisiche, ma sostanzialmente si ripropongono le dinamiche sessuali opposte tipiche dei due sessi. Non cambia sostanzialmente la situazione, ma anzi si complica quando nella relazione tra due individui si inserisce la figura di un terzo elemento, per esempio una suocera, o un genero, o un fratello, o una sorella, e così via. In quei casi le dinamiche si “sposeranno” con ulteriori variabili. Così come accade al bambino nei confronti del genitore quando si introducono nei loro rapporti anche i nonni, così avviene nella coppia quando si introduce nei loro rapporti una terza persona, un terzo incomodo, non importa quale funzione assolva nei rapporti della coppia, basta che sia attiva, che svolga un compito o un ruolo.

 

Vorrei aggiungere altro. La soluzione costituita da due persone che stanno divise, anche se hanno una relazione, è un modo per riuscire a sostenere una relazione, ma non è comunque un modo sano. Il modo sano non potrà esserlo se non parte dalla comprensione corretta di quali siano compiti, ruoli e funzioni di ciascun componente. Diversamente sarà sempre simile alla modalità di una coppia che vive sotto lo stesso tetto un po’ diluita, stemperata, dalle distanze e dalla non presenza continua. Ma quando due persone si dichiarano disposte a vivere una in relazione all’altra questo sigillo è indissolubile poiché stabilisce legami mediante la creazione di cordoni ombelicali volontari di una resistenza quasi infinita, difficili da spezzare anche facendo tutti gli sforzi possibili. Si tratta di legami che si stabiliscono su piani diversi difficilmente identificabili e quindi risolvibili. Legami tracciati, costruiti e consolidati da entrambi come un giuramento sacramentale, come legami di sangue famigliari, quelli di una nuova famiglia, e come tali praticamente quasi indissolubili. Quandanche la coppia si separasse per congiungersi in altre coppie diverse, quelle relazioni precedenti non si risolverebbero mai del tutto, non finirebbero mai di agire del tutto, finendo per influire anche sulle nuove relazioni. Ovviamente disturbandole oltre a quanto già lo facciano i problemi propri ad esse. Ovvero una famiglia “aperta”, secondo le nostre idee, non è una soluzione, ma un ulteriore aggravamento dei problemi.

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Prosegue nei prossimi articoli

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 13/06/2023