Perché tutto non ruota ancora totalmente intorno a noi come dovrebbe? … (1/2)

O forse è già così ma non ce ne siamo ancora accorti, oppure non ruota proprio come giustamente dovrebbe?

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 72 del 25.01.2022 che è stato suddiviso in 6 articoli. Questo è il n°6.1

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Per il nostro sentire, l’universo non funziona ancora correttamente secondo quanto ci aspettiamo, visto che, dovrebbe essergli chiaro da un pezzo, tutto ha senso solo se ruota intorno a noi. Ma, forse è così perchè ci sfugge ancora qualche dettaglio, per esempio …

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… non ci ricordiamo più quali strumenti personali abbiamo a disposizione e perfino quale sia realmente lo scopo della nostra vita. Basta non essere disturbati, lasciati in pace, lasciati liberi di svolgere “volutamente” una vita da sorridenti mentecatti. O almeno fino a quando tutto questo può durare. Tra meno di 50 anni tutti i grattacieli costruiti fino ad ora saranno crollati o dovranno essere abbattuti perché giunti alla fine del loro periodo di sicurezza e stabilità come prevista da progetto. Anche il ferro ed il cemento non possono durare oltre certi limiti, altrimenti rischiano di collassare su se stessi per effetto del loro stesso peso, esattamente come i componenti di un corpo umano sotto il peso di una vita trascorsa allo stesso modo di un grattacielo (ferma nello stesso luogo, sugli stessi presupposti, preconcetti, credenze, senza cambiamenti apprezzabili). Abbiamo costruito la nostra immagine del mondo da ignoranti delle leggi naturali. Senza una colpa cosciente perché siamo stati messi nelle condizioni di poter utilizzare degli strumenti che non ci erano totalmente propri, per un compito che dobbiamo condividere coscientemente con tutto ciò che vive nell’universo. Mentre invece tendiamo a riprodurre in casa nostra e nei nostri rapporti solo tutto ciò che esiste in un universo a nostra misura.

 

Se gli esseri umani, come ho detto prima, cessassero di volere, desiderare, pensare quello che stanno facendo, tutto ciò che hanno costruito sparirebbe nel giro di poco tempo e scoprirebbero una cosa interessante: continuerebbero a vivere lo stesso!

 

Perfino senza bere e senza mangiare! Infatti tutta l’energia che noi mettiamo dentro di noi serve per fare qualcosa, ma l’energia per vivere noi l’abbiamo ricevuta prima di nascere e quando quell’energia termina possiamo essere nutriti a forza finché vogliamo ma non potremo vivere un istante di più e tantomeno tornare in vita.

 

Questa ultima affermazione è un pochino forte, diciamo! Nel senso che è un po’ estrema. Mi è chiaro il concetto dell’energia vitale. Ma perché,  durante questo colloquio tra di noi, tu affermi che l’energia che assumiamo serve per fare altro e non per vivere?

 

Esattamente è come se noi fossimo una fabbrica di oggetti privi di senso da vendere su una qualsiasi piattaforma di commercio digitale al miglior offerente. E quindi stiamo vedendo accadere fuori di noi esattamente come accade dentro di noi. Una tendenza compulsiva nel produrre sempre di più a costi sempre minori; poi lo stesso tizio che produce chiede che ciò che ha prodotto gli venga consegnato a casa immediatamente dopo averlo confezionato, senza sapere per quale motivo lo desidera, ma solo perché è possibile e senza rendersi conto che spesso la confezione ed il trasporto hanno un costo ed un valore superiore al contenuto.

 

Facciamo così anche nella vita: il valore di quello che facciamo è inferiore a quello che siamo costretti a fare al contorno per poterlo fare; spesso non sappiamo perché lo facciamo ma continuiamo comunque a farlo. Oppure desideriamo così tanto qualcosa che subito dopo esserne entrati in possesso ed averlo usato qualche volta diventa un ingombro del quale non vediamo l’ora di sbarazzarci. Siamo diventati produttori compulsivi di immondizia! Punto!

 

Chiaro! Lo stesso vale per l’energia elettrica, no? Vogliamo tradurre il parco automobili in elettrico quando già adesso siamo carenti di tale energia e non riusciamo a capire in che modo produrne di più e con quali conseguenze.

 

Infatti non ci ricordiamo che molte delle prime automobili, alla fine del 1800, erano elettriche, ma furono abbandonate per gli stessi motivi che scopriremo nuovamente come se non fossero mai stati conosciuti e quindi noti da oltre un secolo. Poiché ad una attenta analisi è chiaro da sempre che i conti si fanno alla fine di un intero processo e non solo in una sua parte, quella che più ci conviene evidenziare per supportare la nostra scelta del momento. Infatti l’elettrico confrontato con l’endotermico risulta sempre perdente se si considera l’intera filiera comprensiva delle necessarie infrastrutture ed emissioni. Qualcuno lo sta di nuovo mettendo davanti ai nostri occhi, ma noi volgiamo lo sguardo altrove. Salvo poi piombare “improvvisamente” in una nuova emergenza! Basterebbe ricordare che ogni trasformazione di energia e materia ha un rendimento inferiore a 1 per comprendere che quante più trasformazioni necessitano all’interno di un ciclo produttivo tanto più il rendimento finale sarà inferiore, ovvero avremo consumato più energia e materiali per giungere allo stesso risultato. Dopo così tanti anni ed esperienze ricominciamo daccapo come se non ne avessimo tratto insegnamento. Abbiamo chiamato tale esperienza, andandone fieri, progresso tecnologico! Naturalmente non è tutto negativo, ma facciamo di tutto per farlo diventare tale.

 

Quindi potremo cambiare solo, semmai ci riusciremo, quando capiremo quale sia il lavoro che ci è stato affidato all’origine?

 

Diciamo che questo può accadere, ma può anche accadere una cosa strana che cerco di accennare. Nel nostro corpo nascono, vivono e spariscono nell’arco di una vita non so quante cisti. Allora la domanda è questa: quanto ha agito il corpo e quanto ha agito la ciste per fare in modo che essa sparisse e fosse riassorbita nel resto del corpo? La risposta è estremamente semplice. Entrambi hanno interagito come era necessario perché tale processo facesse il suo corso. Quindi anche a noi viene chiesto solo di fare la nostra parte nel processo di cambiamento e trasformazione nel quale ci troviamo, secondo i tempi e modi del processo stesso (e non secondo i nostri desideri ed aspettative). Cominciando a parteciparvi iniziando da un punto qualsiasi, quello in cui ci troviamo nel momento in cui prendiamo tale decisione. Questa possibilità è sempre presente e ciò non permette di avere alibi al riguardo. Non c’è niente da aspettare che maturi, è sempre maturo per essere raccolto in qualsiasi istante lo si voglia fare. Basta voler smettere di raccontarsela e cessare di continuare a fare le stesse cose, lamentandosi poi che non cambia mai niente.

 

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Prosegue nel prossimo articolo

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 22/06/2023