L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Chicca Morone: KALIYUGA, l’età del ferro, l’età oscura

Dal Paradiso all’Inferno: l’arroganza dell’uomo che ha dimenticato di essere nato polvere e che polvere tornerà a essere.

Nei milleventidue esametri di cui è composta la Teogonia di Esiodo, si favoleggia di come le Muse abbiano donato all’omonimo pastore la facoltà di raccontare la nascita degli Dei e di conseguenza quella degli uomini: uno dei tanti miti che sono vivi nelle culture popolari in gran parte della terra.

 

Vi sono narrate le quattro età del mondo, legate agli elementi oro e argento fino a giungere alla lega rappresentata dal bronzo e poi del ferro: un processo involutivo degli umani che da un Paradiso terrestre sono giunti ai giorni d’oggi, con il panorama di orrori a cui assistiamo giornalmente. 

 

Infatti noi stiamo vivendo in piena età del ferro, il Kaliyuga della tradizione indo-ariana, così ben dipinta nel Vishnu-purâna; il cui ricordo di un’età aurea, ahimè, risuona dentro molti di noi, ma non trova all’esterno il benché minimo riscontro.

 

Un po’ come quando andiamo alla ricerca dell’anima gemella di platonica memoria, dopo essere stati separati dalla spada di Giove, in quanto rei della famosa hybris.

 

Ed è forse questa caratteristica che indica la devianza più macroscopica dell’umano che compie il femminicidio: il delirio di onnipotenza, il non tollerare il rifiuto, la violenza verso chi ha un potere più grande del suo e non si piega a una prima sopraffazione verbale.

 

Da sempre, già dagli albori del cristianesimo, quando la figura di Ipazia, filosofa alessandrina vissuta nel quinto secolo dopo Cristo, emerge dal magma di un mondo patriarcale e si scontra con l’intolleranza del vescovo Cirillo (fatto santo da Leone XIII) la cui mano armata, i parabolani, la martirizzano dilaniandone il corpo con cocci di conchiglie aguzzi: una donna, la più importante rappresentante del paganesimo, la cui intelligenza e cultura nulla aveva da invidiare a un maschile, smentendo la presunta inferiorità femminile, predicata da tutti i padri della Chiesa.

 

In questo ultimo periodo la cronaca ci racconta di un ragazzino (non un uomo, nonostante l’età) che accoltella a sangue freddo la compagna incinta del proprio figlio, rea di non voler più condividere il progetto di vita con un manipolatore, ormai scoperto senza attenuanti.

 

Una compagna per la quale già da molti mesi il rapporto si era incrinato, tanto da aver cercato di porre fine alla gravidanza, senza per altro riuscirci in quanto troppo avanti nella crescita del feto.

 

Una compagna che aveva incontrato l’altra “fidanzata” e con la quale aveva avuto un dialogo sereno e risolutore dei dubbi che ancora poteva avere; tanto da ricevere da lei l’invito protettivo in casa propria, per non incontrare nuovamente colui che sarebbe diventato il suo assassino.

 

Non mi stupirebbe che fosse stata questa dimostrazione di Femminile quasi sacerdotale a lui precluso, più forte del potere che come maschio pretendeva di avere sulla Donna, il motivo scatenante della sua furia incontenibile, quella hybris infernale che lo ha assunto al ruolo di carnefice.

 

Perché il femminicidio ha radici nel profondo, là dove il Narciso, innamorato di se stesso, non riesce a concepire che qualcuno possa non amarlo, non essere totalmente succube del suo essere così meraviglioso.

 

Menti distorte che arrivano a dare alle stampe l’interpretazione perversa del proprio comportamento: non è un caso sporadico quello in cui Alberto Olivo, un semplice ragioniere di una Milano inizi del Novecento, uscito praticamente indenne dal processo per l’occultamento del cadavere della propria moglie, pubblica “Ira fatale. Autobiografia di un uxoricida” dando prova del manifesto disturbo mentale. Limiti varcati almeno quanto la casa editrice che lo edita. 

 

Uomini privi di Anima, caratteristica piuttosto diffusa oggi in una certa società, dove avere è più importante di essere, dove l’apparenza ha sostituito la sostanza, dove la sopraffazione è all’ordine del giorno, dove c’è una spiegazione per ogni comportamento contro natura e i diritti per cui i nostri padri hanno dato la vita sono calpestati senza un minimo di decenza.

 

Solo il dio denaro ha valore effettivo nella propria vita e accumulandone quantità spaventose pensano di aver raggiunto lo scopo dell’attuale incarnazione.

 

Farebbero sorridere, se non fosse per i danni che stanno producendo senza soluzione di continuità; fa un certo effetto ascoltare i “grandi” che parlano di inquinamento e viaggiano su jet privati; sentirli sentenziare sull’opportunità di ridurre il numero della popolazione (e ci stanno riuscendo alla grande) perché “la terra è programmata per tre miliardi e mezzo di abitanti”, quando noi già sfioriamo i nove miliardi: cose ovvie, visto che si consultano vicendevolmente a Davos o in luoghi analoghi, convinti di essere onnipotenti.

 

Vogliono istituire l’identità digitale, togliere il denaro contante, tagliare alberi che disturbano il 5G, aumentare in modo esponenziale le telecamere con il riconoscimento facciale (quello vocale c’è già), creare le “città di quindici minuti” in cui nel raggio di pochi metri quadrati il cittadino ha tutti i servizi occorrenti: non c’è bisogno di avere un Q.I. stratosferico per capire come intendono controllarci e ridurci in schiavitù senza la minima possibilità di libertà.

 

Oggi, come vaticinato nell’ultimo capitolo del testo sacro Vishnu-purâna, in forma di dialogo tra maestro e allievo (Paroš?ra e Maharishi), ritroviamo la descrizione perfetta della deriva a cui stiamo andando incontro, si direbbe inconsapevoli di quanto siamo sempre più lontani dall’unica fonte di vita: il nostro legame con la Natura.

 

La casta prevalente sarà quella dei servi” e ne abbiamo ampia dimostrazione dai nostri politici, da noi votati per una parvenza di controtendenza al precedente governo e diventati molto presto proni alle imposizioni d’oltremare.

 

Coloro che posseggono abbandoneranno agricoltura e commercio e trarranno da vivere facendosi servi o esercitando professioni meccaniche” come vaticinato da Yuval Harari che va oltre e spiega quanto con la sostituzione dell’intelligenza artificiale non ci sarà più bisogno del lavoro umano, tanto meno dell’uomo che potrà tranquillamente drogarsi o dilettarsi con il PC.

 

capi, invece di proteggere i loro sudditi, li spoglieranno e sotto pretesti fiscali ruberanno le proprietà alla casta dei mercanti” nel caso a qualcuno fosse sfuggita la pubblicità di quel ragazzo, vessillo del Great Reset - Agenda 2030, che dice “Non posseggo più nulla, ma sono felice”.

 

La razza sarà incapace di produrre nascite divine” e non mi stupisce che dalla maternità surrogata fino alla creazione di un vero e proprio essere, il soffio divino compaia raramente.

 

Ogni specie di uomo si immaginerà di essere pari ad un brâhmana” e sull’argomento delirio di onnipotenza ci sarebbero esempi al limite del ridicolo se costoro non avessero un potere economico così enorme da preoccupare.

Un “benefattore” che vuole oscurare il Sole per decelerare il flusso di CO2 sulla terra, problema inesistente a detta di scienziati non corrotti (Civico20News - Stiamo davvero vivendo un’emergenza climatica?).

L’altro che vuole inserire un microcip nel cervello per avere maggiori e più rapide risposte alle proprie esigenze.

Un altro ancora che sfugge al processo per abuso sessuale su minorenne pagando cifra astronomica e cercando in tutti i modi di tornare a rappresentare la famiglia reale inglese, posto che questa non abbia già abbastanza fango addosso.

 

Il tutto riassunto nell’arroganza dell’élite economico finanziaria, che ha lanciato la “Quarta rivoluzione industriale”. Il suo inventore Klaus Schwab è appunto il “deus ex machina” del “grande ripristino” distopico, un cambiamento tettonico che ha in programma di cambiare il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo gli uni con gli altri (https://twitter.com/Vito68122235/status/1586020592440033282?t=8jmFK0jxlrAz19FeVfxX-A&s=03).

 

L’empietà prevarrà fra gli uomini deviati dall’eresia e la durata della loro vita sarà conseguentemente più breve” e con questi termini sembra essere definita la violenza che è stata perpetrata nei confronti dell’umanità intera, con la pretesa di sperimentare un farmaco - non ancora testato sull’uomo - e imponendolo con il ricatto del green pass.

 

La gente quanto mai avrà terrore della morte…“ e come avrebbero potuto tenerci in scacco se non diffondendo false informazioni, risultate del tutto inattendibili, con lo spettro di un virus tutt’altro che letale se curato per tempo con i farmaci già esistenti? Angoscia per un accadimento che non possiamo disattendere: moriremo per l’ovvia conseguenza di essere nati.

 

“L’invito a non vaccinarsi è un invito a morire: non ti vaccini, muori. Non ti vaccini, fai morire” tuonava dall’alto della presidenza del consiglio l’economista Draghi, premiato a New York dal rabbino Schneier come “miglior statista dell’anno”.

 

E c’è chi gli ha creduto. O meglio, c’è chi non ha potuto fare altro che ricevere il “siero magico” per risultare “degno” del green pass e poter lavorare per mantenere la propria famiglia.

 

Green pass: oggetto apotropaico, legato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il quale hanno sperimentato il nostro limite di sopportazione a restrizioni, basate su fantasie del tutto prive di logica e scientificità.

 

Sfortunatamente in questi giorni la Commissione europea e l’OMS hanno firmato l’accordo per l’istituzione di un sistema universale, nell’intento di “facilitare la mobilità globale e proteggere i cittadini dalle minacce sanitarie attuali e future”: protocollo identico all’annuncio avvenuto precedentemente, quando ci dicevano che la pandemia era imperante… unica differenza è che allora, a livello europeo, era sancita la possibilità di non “vaccinarsi”, cosa che una “manina” aveva cancellato nella Gazzetta Ufficiale italiana.

 

Oggi tale possibilità non è più considerata anche se non risultiamo - per ora - essere preda di alcuna “emergenza”.

 

Quello che preoccupa è che diano per scontato l’arrivo della “prossima pandemia”: forse perché loro sanno che “un virus delle vie respiratorie molto più aggressivo del precedente” sta avvicinandosi con passo felpato.

 

È ovvio che loro ne siano a conoscenza per un quotidiano “chiacchiericcio” con il Padreterno, il quale - so per certo - ha già dato loro anche la formula dell’antidoto (brevettata negli anni Novanta).

 

Questa nuova edizione dello strumento fa presumere un rinnovato tentativo di golpe, con cui separarci, chiuderci in casa, discriminare e soprattutto terrorizzare le ormai assuefatte vittime.

 

Come ciliegina è prevista l’identità digitale.

 

Se non abbiamo ancora capito che cosa significhi entrare in un tunnel del genere in cui NOI DIAMO L’ACCESSO A TUTTI I DATI SENSIBILI SCARICANDO L’APP E CREDIAMO ALLE FANDONIE CHE CI RACCONTANO vuol dire che la lezione degli anni di psico-pandemia non sono serviti a niente e che… ci meritiamo di essere schiavi di un sistema sulla falsa riga di quello cinese.

 

 

Civico20News

Chicca Morone

Vice Direttore

 

 

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Articolo pubblicato il 11/06/2023