Riforme, Landini: “Per noi fondamentale cambiare Legge elettorale”

Le inammissibili ed illogiche ingerenze del sindacato nella revisione di leggi costituzionali

Ormai da decenni è prassi che i governi che si sono succeduti alla guida del Paese abbiano convolto quelle che in gergo si chiamano “parti sociali” in una miriade di consultazioni, sia a livello di commissioni parlamentari, nel corso dell’esamina di progetti e disegni di legge governativi o presentati da singoli parlamentari, sia a Palazzo Chigi per gli aspetti ed i provvedimenti di maggior impatto ed importanza.

Ciò vale e riveste una funzione positiva quando si tratta di materie oggetto di contrattazione sindacale, di natura economica o normativa inerente il rapporto di lavoro o i cui effetti ricadano in modo anche indiretto sui lavoratori.

Dall’iter della riforma sanitaria, alle decisioni politiche in materia di canoni di locazione, interventi di edilizia popolare ecc.

Tutte apporti che dovrebbero tradursi in un appropriato supporto al Parlamento che si appresta a legiferare, mentre su altre materie, la prassi ci pare del tutto superflua.

Quali difensori dello Stato di diritto e delle prerogative costituzionali, troviamo di pessimo andazzo che il sindacato in modo inappropriato, superficiale e perentorio, esorbiti dal suo ruolo consultivo, entrando come un elefante in cristalleria, anche in delicatissime tematiche costituzionali, creando confusione e sconcerto tra gli elettori.

Dalle agenzie dei giorni scorsi emerge un titolo da brivido che riportiamo: ”Il leader della Cgil dopo l'incontro con la ministra Casellati”: "Ruolo presidente Repubblica non in discussione", cui segue:” L’impianto della nostra Costituzione, il ruolo del Parlamento e il ruolo del presidente della Repubblica non possono essere messi in discussione”. A dirlo è Maurizio Landini, segretario della Cgil dopo l’incontro con la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati.

Di fronte alla crisi rappresentativa del nostro Paese”, prosegue Landini,” visto che quasi il 50% dei cittadini a votare non ci va più, per noi oggi il tema principale è cambiare la Legge elettorale: tornare a una Legge in cui sono i cittadini a eleggere i parlamentari e i parlamentari rispondono ai cittadini che li hanno eletti”.

Le tematiche sono delicate, lo ribadiamo, ma vanno approfondite nelle sedi opportune, con l’apporto di costituzionalisti che, come in passato, sono in grado si soppesare i pesi ed i contrappesi, prima di esprimere pareri all’esecutivo.

L’ingerenza dei sindacati, proprio non riusciamo a capirla.

In altri contesti, è indispensabile che il governo innovi procedure e regolamenti che così come sono formulati, hanno contribuito ad affossare la tempestività e la portata dei provvedimenti varati dai governi degli ultimi decenni.

Così, alle prese con l’utilizzo del PNRR e le misure per la ricostruzione dell’Emilia post alluvione, il governo si sta rendendo conto che il seguire riti e procedure obsolete, abbia causato ingenti danni al territorio, oltre alle vittime che stiamo piangendo.

Urge quindi mettere finalmente mano alla revisione di procedure e regolamenti che, pur nel rispetto di leggi e principi giuridici, diano la possibilità a chi governa, dallo Stato alle regioni ed ai comuni, di non veder bloccata la portata degli stanziamenti, ad ogni piè sospinto, dai cavilli e dalla noncuranza dei burocrati, allontanando così la realizzazione delle opere pubbliche.

In tale ambito, nel rispetto del cittadino - elettore e della dignità del Parlamento, anche il ruolo del sindacato andrebbe riportato nell’alveo naturale che gli è proprio.

Altrimenti ci lamentiamo che l’Italiano non ha più fiducia nella democrazia rappresentativa, ma di fatto si contribuisce a svuotarla dando lo spazio improprio al “tribuno Landini”.

 

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Articolo pubblicato il 12/06/2023