Fatti imprevedibili e inspiegabili provocati da parole che non ricordiamo neppure di aver pronunciato o da desideri e pensieri ricorrenti di cui non ci accorgiamo di essere pervasi!

Ciò che provochiamo agendo non è mai solo ciò di cui possiamo renderci conto; a nostra insaputa accade anche molto altro che richiede il nostro continuo coinvolgimento con tutte le conseguenze implicite.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 73 del 01.02.2022 che è stato suddiviso in 6 articoli. Questo è il n°2.

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Perché questo capita a me proprio adesso?

Cosa ho fatto per meritarmi questo?

Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa domanda quando non siamo stati proprio noi a farla?

 

I più strutturati e combattivi tra di noi non hanno lesinato energie per trovare risposte accettabili a queste domande senza tuttavia riuscire a trovarne di definitive. Forse perché la risoluzione di tali enigmi semplicemente non può essere trovata nel modo in cui la si cerca o, più semplicemente, perché scambiamo la loro risoluzione, sempre presente, per un altro problema da risolvere.

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Agli occhi della nostra coscienza, focalizzata sulle cose materiali e sottili di questo mondo artificioso, costruito proprio per risolvere quelli che riteniamo essere problemi, ancor più le cose si complicano quando in tutto ciò si inseriscono le funzioni di riproduzione della specie, perché tale insieme viene spinto dall’intero sistema dell’essere umano attraverso quei codici che circolano nel sangue, chiamati ormoni, prodotti dal sistema endocrino. Tutta questa complicazione sta diventando un mondo a sé stante, nel quale le interazioni tra le singole componenti si riversano definitivamente nell’ambito della società portandosi appresso i legami presenti, compresi quelli ritenuti rescissi e quelli che verranno stabiliti ulteriormente, ma con una identificazione di ciascuno di questi legami con il contesto dal quale provengono, portando con sé anche quelle idee e quei trascorsi che attraverso ogni singolo componente ci accompagnano all’interno della società. In altri termini, vuol dire che anche un singolo individuo, apparentemente separato dagli altri, non lo è mai veramente e quanto entra in un qualsiasi contesto, insieme a sé, porta anche gran parte di tutti coloro che sono o sono stati legati a lui. Abbiamo detto che oltre a questi legami con un contesto vicino a questo individuo, attraverso il corpo astrale o del desiderio in modo particolare, a qualsiasi individuo arrivano tutte le informazioni fornite dalla banca dati, di cui fa parte anche l’inconscio collettivo, in cui sono racchiuse tutte le esperienze del genere umano dal momento in cui è apparso in questo genere di vita. Quindi è come se un universo collidesse con un numero imprecisato di altri universi all’interno di un universo ancora più grande. Possiamo ben comprendere quanto tutto ciò sia complesso ed assolutamente indistricabile per la nostra ragione. Specialmente per chi vuole indagare qualcosa all’interno di queste relazioni dicendo “ho visto questo, ho trovato quello”, “tocco qui, tocco là e succede così e cosà” come se si potessero sempre stabilire nessi lineari tra ogni cosa o fatto. Ma il modo in cui le cose si presentano non è mai come si crede.

 

   

 

 

Diciamo che ci aspettiamo sempre che se facciamo una cosa ne accada un’altra di conseguenza, come prevediamo, ma sono solo collegamenti supponenti e velleitari, dettati più dall’ignoranza della realtà che dalla reale conoscenza dei legami tra i fatti. Che certamente producono qualcosa, ma mai, o quasi mai, quello che si crede e ci si aspetta ragionevolmente. Diciamo che se provocano un effetto che noi possiamo vedere, ne provocano anche un numero infinito di cui non ci accorgiamo né sappiamo nulla. Ogni individuo, che entra nella società in questa condizione personale caotica o anche solo apparentemente tale, sceglie poi un partner, un compagno o una compagna o più compagni, poiché non ci sono limiti alle possibilità di relazioni privilegiate o paritetiche con cui condurre la propria esistenza, per fare, realizzare cose in comune, oggi diremmo cose in sinergia, e stabilire insieme come meglio sviluppare la propria vita per il periodo di tempo in cui saranno insieme o fino al momento in cui, giocoforza, uno di loro cesserà la sua funzione in quella relazione. In tale relazione sicuramente si scambiano almeno due universi che, pur obbedendo alle stesse leggi, lo fanno in maniera opposta. Si attirano reciprocamente per una ragione strettamente correlata a quella legge di attrazione gravitazionale a poli inversi di cui abbiamo a lungo trattato. In altre parole sarebbe come dire che due universi completamente diversi cercano dei punti in comune per riuscire a condurre il loro movimento in una direzione condivisa, nonostante tutte le differenze. Ricordate gli schemi seguenti che abbiamo già richiamato nello scorso incontro?

 

 

Credo di aver reso abbastanza bene quale sia il livello di complessità che parla e agisce dentro una qualsiasi delle nostre relazioni apparentemente semplice, perfino necessarie anche solo per bere un bicchiere d’acqua. Al momento in cui questa coppia, o questo insieme di persone, decide di mettere la propria vita in comune e dichiara la propria disponibilità a mettere al mondo una terza entità, diversa da loro, tale dichiarazione è come se risuonasse in ogni universo come un avviso, un richiamo al fatto che sia stato approntato un canale entro il quale possa introdursi alla vita una qualsiasi entità che lo voglia, ma di cui essi non sono coloro che determinano cosa e come accadrà, né quali caratteristiche potrà avere. Sarà infatti quel terzo elemento che, attraverso tale canale, potrà entrare in questa dimensione per svilupparvi le proprie specifiche peculiarità al fine di raggiungere il proprio scopo, potendo riconoscere in essa l’esistenza delle condizioni per poterlo fare.

 

Complicazione nella complicazione!

 

Andando avanti, la vita si svolgerà parte per quello che nascerà nuovo, seguendo le linee generali che abbiamo appena ricordato, e parte per i due genitori, con una variabile, costituita da questo terzo universo che parlerà in loro e attraverso di loro, mediando la sua condizione con gli strumenti costituiti dai genitori e il contesto nel quale si verrà a trovare. Verso la fine dell’esistenza vedremo che, ad un certo momento, quello in cui una qualsiasi di queste tre entità venga meno e perda il suo aspetto fisico, avendo cessato di funzionare per lo scopo previsto, e quindi il corpo fisico muore perché non ha più la capacità di sussistere ulteriormente, una parte dei corpi sottili si disgrega, mentre una parte rimane ancora agganciata al corpo fisico, anche se ormai morto, l’entità entra nel dominio temporale che noi chiamiamo morte, nel quale la sua esperienza verrà in un primo tempo riepilogata al contrario e poi elaborata, dopo essersi ricongiunta con la parte mancante, ovvero quella vissuta dalle altre parti delle relazioni vissute. Quando questa operazione sarà terminata, la sintesi dell’esperienza sarà consegnata alla banca dati generale delle esperienze dell’umanità. Tutto ciò che sarà stato lasciato in sospeso da quella esistenza, che ricordiamo sta all’interno di quella cabina che è appesa alla ruota panoramica, girando con essa, prosegue oltre e la traccia di quello che dovrà continuare verrà riconosciuto (per lo più inconsciamente) dalla nuova entità che dovrà prendere in carico il proseguimento di quel lavoro.

 

 

Per poterlo fare essa verrà dotata della connessione con la banca dati centrale generale, la banca dati del sangue di quella famiglia e quella di quel singolo individuo e, dal momento del suo concepimento fino ad un determinato tempo, il complessivo verrà inserito insieme ad uno strumento, chiamato personalità, adatto per poter gestire tutto questo all’interno di quella cabina su quella ruota panoramica al momento della nascita.

 

Allora tale entità sceglierà i genitori da cui nascere ed il contesto in cui esprimersi, cioè le condizioni più appropriate poter continuare l’esperienza fatta ed ora ripresa in carico. C’è una cosa da dire: questo continuo girare sulla ruota è una modalità di vita transitoria, anche se può durare miliardi di vite e un adeguato numero di anni per ogni vita secondo il nostro modo di misurare il tempo. Ma, alla fine, da quella ruota occorrerà scendere comunque, per entrare nella dimensione in cui quella ruota funziona, in quella dimensione tutto intorno alla ruota in cui si trova il vero scopo della vita, quello che non è semplicemente legato al semplice continuare a girare su sé stessi sulla ruota. Un quadro di questo genere mostra chiaramente quanto tutto ciò sia estremamente complesso.

 

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Prosegue nei prossimi articoli

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 06/07/2023