ll falco Lukashenko colomba per un giorno

Luigi Cabrino per Civico20News

Cosa ci sia poi stato effettivamente dietro il non golpe possono saperlo solo addetti ai lavori, il dato di fatto è che il presidente bielorusso Lukashenko ha condotto un negoziato lampo che ha portato Mosca a ritirare le accuse contro il capo della Wagner, a garantire a Prigozhin asilo in Bielorussia per riprendere i suoi ricchi (e sporchi) affari di guerra in Africa e a fermare il tentativo di marcia su Mosca dei miliziani privati Wagner che si sarebbe concluso con un bagno di sangue.

Al di là delle divisioni che possono o meno esserci in Russia, (tra Prigozhin e i vertici delle forze armate etc....) l'aspetto meno trattato in questi due giorni frenetici è stata l'abilità diplomatica del presidente Lukashenko, non certo un leader democratico liberale atlantista. Ultimo leader delle ex repubbliche sovietiche a proclamarsi senza problemi sovietico, generale di lungo corso e padre padrone della Bielorussia.

Con un curriculum di questo tipo, non certo da agnellino, in poche ore ha condotto un negoziato che i leader occidentali non sarebbero nemmeno in grado di iniziare.

Il paradosso di questa folle guerra è che l'occidente liberale non considera l'opzione dei negoziati per porre fine alla guerra ma si limita solo a fornire armi all'Ucraina che,da qualche mese, ha espressamente vietato per legge ogni tentativo di negoziato con la Russia.

La grande tradizione diplomatica degli stati europei è stata messa in panchina e l'opzione di trattative di pace non è sul tavolo, resta la coraggiosa iniziativa del Vaticano intrapresa dal card. Zuppi.

Per il resto l'Europa tace, da oltreoceano si spinge a senso unico sull'opzione militare, a ripagare,quindi, con la stessa moneta la Russia.

La Bielorussia, guidata con pugno di ferro dal generale Lukashenko in poche ore imbastisce una trattativa che riconduce a più miti consigli il capo della Wagner.

E soprattutto ricorda a tutti che la strada del negoziato può funzionare e non va mai esclusa in guerra.

Se Lukashenko diventa una "colomba"  dialogante in politica estera l'Europa , fuori dai giochi e al traino acritico degli alleati di oltreoceano è sempre più lontana dal diventare ciò che deve essere.

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 27/06/2023