L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Chicca Morone: eroici furori, ieri, oggi, domani

Da Giordano Bruno a Giuseppe De Donno: mai arrendersi

Siamo in piena rivoluzione, e come tutti i movimenti di questo genere i segnali non sono troppo rassicuranti.

 

La Francia, non abituata alle mezze misure, sta mettendo a ferro e fuoco le città e soprattutto i simboli della nostra cultura: la devastazione del centro di Montargis, un magico comune denso di storia nel Centro Valle della Loira; il rogo di una parte della biblioteca di Marsiglia resteranno impressi nei nostri occhi come sigillo di un inammissibile attacco al nostro sostrato ancestrale e creativo.

 

Il fantasma di crimine simile, perpetrato ad Alessandria nel IV secolo dopo Cristo per opera di chi vedeva proprio nella cultura una forma di supremazia, della propria esclusione dal potere, aleggia ovunque: non dissimile dalla furia di chi oggi vuole scardinare il potere costituito, reo di molte colpe, soprattutto visti i rappresentanti.

 

È di qualche giorno fa il video del concerto di Elton John, proprio nella Parigi in fiamme, dove si vede l’euforica première dame che, nonostante l’età, si scatena al ritmo frenetico della musica rock con la gestualità del caso… ricorda molto una Marie Antoinette, danzante nel Petit Trianon e poco partecipe delle problematiche dello stato di cui era regina; c’è da chiedersi se Brigitte ed Emmanuel - come sempre mano nella mano - siano scivolati fuori dalla porta di servizio per non farsi scoprire dal loro burattinaio Jacques Attalì, sicuramente più attento a simili cadute di stile, politicamente esecrabili!

 

I cambiamenti troppo spesso sono opera del fanatismo: dai primi cristiani che dopo essere stati massacrati dai pagani si sono dati ad altrettanta persecuzione dei non correligionari, fino agli odierni guru dell’intelligenza artificiale che intenderebbero “microchipparci” tutti in un’ottica “evolutiva”.

 

Non riesco a vedere altro che fanatismo in un delirante ricercatore che asserisce essere basilare l’ibridazione dell’uomo con meccanismi (costruiti dall’uomo) per poterne essere padrone, visto che l’intelligenza artificiale, a suo avviso, è di gran lunga al di sopra delle possibilità umane.

 

“Per fare cosa?” ci sarebbe da chiedergli…

 

Certamente non per insegnare la vera evoluzione umana, quella che riguarda il proprio profondo contatto interiore, quello che ci aiuta a comprendere la nostra presenza nel mondo.

 

L’intelligenza artificiale, a quanto ho capito (con i miei limiti), non possiede la Coscienza, per cui impossibilitata a raggiungere quei luoghi in cui ognuno di noi può avventurarsi, con una buona dose di determinazione, quando finalmente è riuscito a uscire dalle dinamiche egotiche che lo spingono sempre di più verso una realizzazione esterna, tra gli applausi generali.

 

Nell’ingresso dei templi buddisti spesso è istoriata la ruota dell’esistenza: tre sono gli animali che la spingono nel continuo movimento, perché tre sono le forze che tengono zavorrato l’umano, non permettendogli di liberarsi dalla condizione terrena. Gallo, Serpente e Maiale si tengono legati per la coda e rappresentano l’arroganza, l’invidia e l’ingordigia ma possono essere anche simboli della sessualità, dell’avidità e dell’ignoranza.

 

La nostra vita, se priva di legame con il divino (che può essere interpretato come Etica, Morale e altre categorie per chi rifiuta un certo tipo di connotazione religiosa) viene tiranneggiata dai tre animali, dai nostri istinti più bassi, quelli che vivono certamente in ognuno di noi e che spadroneggiano se non siamo i veri “noi” a tenerli a bada.

 

Dei ed Eroi dell’antica Grecia erano creature simpaticamente sature di difetti, eppure le loro vite ci hanno insegnato a riconoscere la via da intraprendere per riconoscere la nostra vera essenza.

 

Ettore scende dalle mura di Troia e combatte con Achille, ben sapendo a quale destino va incontro: ha ucciso Patroclo già ferito con l’aiuto di Apollo, un atto non sicuramente eroico; Ulisse vaga per il Mediterraneo finché non riesce a tornare a Itaca, rappresentazione della conoscenza acquisita nel lungo peregrinare dell’esistenza; non meno eroiche Ecuba, Andromaca, Cassandra e le altre troiane mentre accolgono l’ineluttabilità del Fato che le vuole schiave degli achei, nonostante la loro appartenenza a stirpe reale.

 

Per non considerare il Creonte sofocleo, interprete del potere costituito contro la pietas che spinge Antigone a seppellire il corpo del fratello ribelle: entrambi si appellano a una legge chi terrena e chi divina, in ogni caso distruttiva per ognuno dei due.

Creonte, rimasto solo dopo il suicidio del figlio Emone e della moglie Euridice, invoca la morte per se stesso.

Antigone, condannata a rimanere in solitudine in una grotta, si impicca, causando il suicidio dell’amato Emone.

 

Dove è il fraintendimento? Il non ascolto profondo della propria Coscienza.

 

Creonte vive un atto di lesa maestà, non riesce a liberarsi del proprio ruolo di re e legislatore; è costretto ad accogliere il consiglio di Tiresia solo nel momento in cui cede al timore del possibile intervento delle Erinni.

 

Antigone si toglie la vita temendo una solitudine che in realtà non sarebbe sopraggiunta: mancanza di fede.

 

Soli con se stessi si può rimanere in una vita di tutto rispetto se si raggiunge quello stato in cui la percezione è di non essere stati abbandonati… ma bisogna “sapere” che nessuno viene lasciato solo!  

 

Si tratta di conoscere il significato della propria esistenza sulla terra e accogliere il destino essendone il più possibile artefice.

 

Non dimenticherò mai le parole del professor Giuseppe De Donno, ostacolato in ogni modo per l’uso del “plasma iperimmune da paziente guarito” nella terapia anti Covid: “Se dovessi scegliere se salvare una vita e andare in carcere, non avrei alcun dubbio. Sono cattolico e praticante quindi per me la vita è sacra”.

 

Giuseppe De Donno è stato un “eroe martire” come definito dal professor Andrea Stramezzi durante la cerimonia del premio a lui dedicato, consegnato a Roma a fine giugno nella sua prima edizione: un uomo che sapeva perfettamente a quale destino andava incontro e che non si è piegato alle minacce di chi pretendeva un suo mea culpa, un’ammissione di erronea informazione circa la percentuale di guarigioni con tale terapia.

 

Quanti di noi sarebbero in grado di sostenere un destino simile?

 

C’è sempre l’esempio di Giordano Bruno e di Galileo Galilei: l’uno assolutamente impossibilitato a retrocedere dalla sua posizione, nonostante i sette anni di reclusione nel carcere romano e relative torture; l’altro con l’abiura a denti stretti, ma salvo, per quanto ridotto dopo varie peregrinazioni, nella sua villa ad Arcetri.

 

Sapeva, Giordano Bruno, quali sarebbero stati i risvolti del suo soggiorno in Inghilterra? Le sue pubblicazioni, il suo rapporto stretto con la regina Elisabetta, la sua frequentazione di nobili dalla mente aperta, la conoscenza della vera identità di Shakespeare; quanto di tutto questo è stato indotto dalla sua Coscienza per raggiungere la realizzazione del suo passaggio sulla terra?

 

“Desidero la sola compagnia di coloro che comandano non di chiudere gli occhi, ma di aprirli” sono sue parole che mai come in questi tempi risuonano con toni altisonanti.

 

Se viviamo questo tragico periodo di violenza e sopraffazione è perché abbiamo un compito, anche se ne siamo inconsapevoli: non c’è bisogno di atti eroici per chi non ne sente il richiamo, ma è sufficiente guardare in faccia alla realtà, non accettare una narrazione distorta di situazioni che abbiamo sotto gli occhi e soprattutto essere certi che la Verità prima o poi verrà alla luce, non sarà occultata per sempre.

 

Ci mostrano individui incappucciati che razziano e saccheggiano negozi, supermercati e anche piccole botteghe: la comunicazione verte sulla non integrazione delle periferie in balia dei migranti e l’esigenza di una polizia più agguerrita che possa domare tale scempio.

 

Si profila sempre più consistente lo spauracchio del progetto NEE (Nuovo Esercito Europeo) presentato a Strasburgo nell’agosto di due anni fa, in cui le forze dell’ordine di ogni singolo stato verrebbero sostituite da militari, con ordini ben precisi, ovunque possano iniziare disordini.

 

Ovviamente di ciò che avverrebbe nella realtà nessuno avrebbe contezza, come invece è successo pochi giorni fa.

 

Infatti la scintilla dei disordini in Francia è stata l’immediata diffusione del video nel quale il poliziotto spara al ragazzino: difficilmente il popolo avrebbe avuto coscienza di quel fatto e delle sue modalità in tempi rapidi.

 

L’informazione libera è un enorme problema in una società in cui sorveglianza e propaganda devono essere nelle mani del potere: così per adesso i poliziotti, potenzialmente ripresi da telefonini e quant’altro, non potendo usare violenza o coercizione accecano i giornalisti con flash ad alta intensità che rendono le immagini inservibili.

 

Adesso, finché la proposta di Macron non viene accolta in sede di Parlamento Europeo. Quale proposta?

 

La riforma dell’articolo 4 del Media Freedom Act pretenderebbe - per questioni di sicurezza nazionale - l’autorizzazione a spiare i giornalisti anche con l’uso di software installati a loro insaputa nei telefonini e nei pc. In modo da “ridurre l’eccessiva frammentazione normativa”. Pretesto per arrivare all’annientamento della libertà d’informazione nei singoli stati.

 

Non c’è bisogno di essere Cicerone per formulare “civis romanus sum”: è sufficiente avere una propria identità, rispettando quella altrui, senza dover essere costretti a seguire imposizioni prive di senso e lottando per una libertà pagata a caro prezzo da chi ci ha preceduto.

 

  

  Civico20News

  Chicca Morone

  Editorialista

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/07/2023