Dal primo agosto scatta l’obbligo di esposizione del prezzo medio dei carburanti
Nelle ultime due settimane è iniziato, a piccoli passi il rialzo sistematico dei prezzi dei carburanti. Si tratta di un fatto stagionale conseguente ai maggiori consumi o c’è in atto la solita speculazione messa in opera da compagnie e raffinerie?
Recependo gli aumenti decisi in questi giorni, le medie dei prezzi della benzina praticati alla pompa risultano infatti in rialzo. E nuovi aggiustamenti all’insù sui prezzi raccomandati sono arrivati ieri da parte di Q8 e Tamoil (per entrambe +1 centesimo su benzina e diesel).
Quanto alle quotazioni internazionali, il diesel continua a crescere mentre la benzina flette leggermente.
Venendo al dettaglio della rete nazionale, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 del 27 luglio, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,895 euro/litro (1,886 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,887 e 1,910 euro/litro (no logo 1,878). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,743 euro/litro (rispetto a 1,734), con le compagnie tra 1,743 e 1,758 euro/litro (no logo 1,724).
Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 2,027 euro/litro (2,018 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 1,967 e 2,102 euro/litro (no logo 1,930). La media del diesel servito è 1,880 euro/litro (contro 1,871), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,828 e 1,953 euro/litro (no logo 1,778). I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,712 e 0,733 euro/litro (no logo 0,691). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,401 e 1,480 (no logo 1,432).
Intanto la protervia della lobby dei carburanti non demorde.
L'obiettivo stabilito dal governo nei mesi scorsi, per fare chiarezza tra aumenti all’origine ed abusi, era quello di presentare una maggior trasparenza per i consumatori, stabilendo disposizioni ad hoc.
Ieri è stata respinta dal Tar del Lazio l’istanza presentata dai gestori degli impianti, per ottenere la sospensiva dell'obbligo di esporre il cartello del prezzo medio dei carburanti dal primo agosto. Lo si apprende da fonti del ministero delle Imprese e del made in Italy. Ma i gestori, non paghi, ricorrono al Consiglio di Stato.
Dal 1° agosto scatta quindi l'obbligo per le stazioni di rifornimento di esporre il prezzo medio dei carburanti, con l’obiettivo di maggior trasparenza per i consumatori.
Dopo la decisione del Tar, Fegica e Figisc ricorrono al Consiglio di Stato. E' quanto sottolineano i gestori dei carburanti di Fegica e Figisc Confcommercio che in una nota "annunciano l'appello immediato al Consiglio di Stato, auspicando l'accoglimento delle motivazioni che le hanno indotte a presentare il ricorso avverso i provvedimenti governativi".
In questo senso, sottolineano i gestori, Fegica e Figisc "confermano la propria ferma determinazione diretta alla tutela, in ogni sede, dei legittimi diritti di una Categoria che non ha, come noto ormai a tutti, nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei carburanti e, nonostante tale accertata evidenza, risulta destinataria di nuove norme e nuovi obblighi, di cui ribadiscono l’assoluta inutilità e la devianza del cartello del 'prezzo medio', che non porterà, a detta loro, “alcun vantaggio ai consumatori, ma come, più volte espresso dalla stessa Agcm, è incompatibile ai fini della concorrenza".
Questo è il punto di vista delle lobby, già sostenuto quando il governo ha cercato di rendere più trasparente il mercato.
Il consumatore ovviamente è di parere diverso.
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Articolo pubblicato il 29/07/2023