È molto provinciale l'atteggiamento di chi, di fronte al rallentamento della locomotiva tedesca, esprime soddisfazione avendo in antipatia la Germania.

Se l'economia delle nostre regioni del Nord si regge sulle imprese, in particolare quelle piccole e medie, non si deve dimenticare che il loro primo partner commerciale è proprio la Germania.

Due dati pubblicati a fine luglio rendono l'idea di quanto l'economia del nostro Piemonte sia legata a quella tedesca.

Il Piemonte è 4° in Italia per grado di esposizione export in Germania (7,5% del PIL) e 4° per valore assoluto export in Germania (8.578 milioni ultimi quattro trimestri).

Occorre quindi monitorare costantemente l'andamento dell' economia e della produzione tedesche.

L’Istituto Ifo ha confermato le sue previsioni per la Germania nel 2023: il pil si ridurrà dello 0,4%. L’anno prossimo aumenterà dell’1,4%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto a quanto previsto in precedenza. Nel 2025, la crescita dovrebbe raggiungere l’1,2%.

“Contrariamente a quanto previsto finora, la ripresa probabilmente non si concretizzerà nella seconda metà dell’anno. Il rallentamento continua e questa tendenza si riscontra in quasi tutti i settori”, afferma Timo Wollmershauser, responsabile delle previsioni dell’Ifo.

“Le nostre previsioni per l’intero anno rimangono valide solo perché il prodotto interno lordo è ora significativamente più alto rispetto al dato pubblicato quest’estate, a seguito di una revisione da parte dell’Ufficio Federale di Statistica tedesco".

L’aumento del reddito familiare disponibile rimarrà forte e, con i tassi di sconto in lento calo, porterà anche a un aumento del potere d’acquisto”, continua Wollmershauser. Un’altra buona notizia: sebbene si preveda un aumento dei prezzi al consumo del 6,0% quest’anno, essi dovrebbero aumentare solo del 2,6% l’anno prossimo e solo dell’1,9% nel 2025.

Luigi Cabrino

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