Che altro mondo desideriamo … (2di2)

… se facciamo di tutto per mantenere questo così com’è?

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 74 del 08.02.2022 che è stato suddiviso in 7 articoli. Questo è il n°6.2

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Quando cominciamo a comprendere il valore delle cose e la loro capacità di interferire con i normali processi naturali, potremo agire quando ciò ha un senso di cui siamo coscienti e non solo per automatismo acquisito o per un valore che gli abbiamo attribuito arbitrariamente, quindi abbia un effetto sopportabile che non squilibra il sistema. Un senso intelligente, non solo per scatenare l’ennesima emozione artificiale, che serve solo a mantenere in piedi quelle relazioni vampiresche con entità disincarnate di cui abbiamo detto. E non è che non si provino comunque emozioni, ma una cosa è provare una emozione riferibile ad un soddisfacimento di un desiderio o di un qualcosa che ci piace provare o, al contrario, una certa situazione può metterci nelle condizioni di sperimentare cosa voglia dire essere uno con tutto indipendentemente dal fatto che la persona che abbiamo davanti sia un santo o un assassino, visto che tutti siamo potenzialmente sia l’uno che l’altro.

 

Stavo pensando all’assassino, ma non per nulla … mi è capitato tanti anni fa durante il periodo militare di confrontarmi, non direttamente, con problemi legati alle carceri e con problemi di questo tipo. In effetti lì, in quelle situazioni, mi era servito molto a capire come non fosse così netta la separazione del male e del bene, attraverso molti dettagli che adesso non è il caso di citare. Però mi è stato chiaro come in quegli anni c’era un clima molto giustizialista in Italia (che non è molto cambiato) dal quale mi sono subito allontanato ed oggi mi crea repulsione ogni volta che sento qualcuno giudicare e condannare qualcuno dicendo di rinchiuderlo e buttare la chiave della sua prigione, perché mi sono reso conto che per stare al mondo occorre capire ed accettare tutto e tutti, anche se ciò ha dei limiti perché nessuno di noi è un santo. Volevo condividere questa cosa, che per me è importante, perché è stato per me un cambiamento sul quale non sono mai tornato indietro. Prima ero diverso e lì sono cambiato. È vero che il mondo è pieno di assassini, ma potenzialmente lo siamo tutti. Chi non ha mai avuto almeno una volta, poi subito cancellata, l’idea di andare lì e poi … regolare i conti una volta per tutte. Per fortuna in quel momento è successo che ti sei controllato, ma non è detto che sia così anche domani.

 

Certamente! L’azione di un certo tipo di coscienza produce conseguenze come quelle di un cubetto di ghiaccio sulla pelle; te la brucia, lasciando una cicatrice dove si è attaccato. La gran parte degli esseri umani è così. Ha bruciature ovunque e in quello stato il problema della coscienza è che continua ad attirare a sé condizioni assolutamente impensabili, ma comunque coerenti con quello che si è veramente. Richiami che non arrivano attraverso i nemici, attenzione, ma attraverso quelli che ti sono più vicino, dai quali non te lo aspetteresti. È da questi ultimi che devi temere che ti arrivi ciò che tu hai chiamato a te (anche se inconsciamente), di cui hai timore e che vorresti tenere lontano. Tentando di agire così, invece, lo attiri con ancora più forza (come accade che accelerando la rotazione di un corpo si fa crescere la sua forza di gravità) attraverso coloro che possono arrivare a te più facilmente, essendoti già vicini (tu quoque Brute, fili mi – anche tu Bruto figlio mio, sono le parole con cui Cesare accompagna, alle idi di marzo, il suo accoltellamento a morte da parte di Bruto, che egli amava come un figlio). Infatti mentre dai nemici che conosci puoi cercare di difenderti, dagli amici, che credi di conoscere, non ti predisponi alla difesa e quindi sei impreparato ad affrontare ciò che ti arriva attraverso di loro. Vale lo stesso per quello che noi crediamo riguardo a noi stessi. Attenzione, la cosa che riteniamo più conosciuta perché famigliare, quella che sta dentro di noi è quella che ci sta dominando più delle altre, perché non viene mai messa in discussione, perché la lasci andare sempre più nel tuo profondo, fino alle tue radici. Ed essa dilaga a destra e sinistra come se fosse, anzi in realtà è, la padrona di casa.

 

Intendi gli istinti, diciamo. Per certi aspetti, cioè, sei dominato da una sorta di istinti, di desideri che servono a soddisfare il tuo piacere.

 

Questi sono comprensibili e questi si troveranno facilmente; ma non sono questi i peggiori.

 

I peggiori sono quelli che si sono costruiti a nostra insaputa attraverso le nostre relazioni, attraverso il nostro accoglierli dicendoci: “ah, ma sì, faccio questo tanto cosa vuoi che sia, non è niente di male, no?” Questa frase è il loro cavallo di troia per entrare nella nostra cabina di comando e incominciare a tessere una rete di azioni e reazioni automatiche alla base dei nostri peggiori comportamenti. Il nostro peggio del peggio che si rivela quando meno ce lo aspettiamo. Credendo che ciò non sia influente e sia possibile governarla facilmente. Noi riempiamo la nostra vita di queste cose. È la costruzione più grande e più tenace che esiste dentro di noi e che noi tendiamo a rinforzare sempre di più, usandola come luogo sicuro, come confort zone. Costruita con le cose che non si vedono, con le banalità, con l’inutile, con il condiviso, con il giudizio sommario, con i luoghi comuni, con gli automatismi, con le certezze, con le abitudini, con le credenze, con tutte quelle cose che accettiamo passivamente o quelle con le quali ci schieriamo senza comprendere perché lo abbiamo fatto. Quelle che usiamo per soddisfare noi stessi, gli altri, tutto quello che riteniamo sia utile per noi, che ci porti qualcosa di buono, di interessante, di intelligente, tutte quello cose che riteniamo opportune per crescere in cultura e potere negli ambiti che ci interessano, per mostrarci al meglio o diversi da quello che siamo realmente, per dare lustro alla nostra immagine.

 

Dove crediamo di poter essere liberi di andare se siamo sotto il controllo di tutte queste cose ed altre ancora che neppure sappiamo che esistano?

Dove crediamo di andare?

Con cosa potremo controbilanciare il peso di tutto questo, con le sole buone intenzioni?

O con qualunque altro artificio (meditazioni, preghiere, digiuni, buone azioni, etc etc)! Neppure mettendo sul piatto tutto il resto dell’universo potremmo riuscirci! Anche perché siamo noi stessi l’universo e siamo quelli che dovrebbero controbilanciare quello che siamo, cioè quello sconquasso, con lo stesso sconquasso che siamo.

 

Impossibile,

a meno di una concatenazione di miracoli

che li comprenda tutti insieme!

 

Se siamo costruiti in questo modo, l’altro universo che possiamo mettere in piedi è esattamente uguale a quello che vorremmo abbandonare.

 

Quindi occorre ricominciare dal principio,

guardando realmente dentro di noi

alla riscoperta del nostro piano di vita originale.

 

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Prosegue nei prossimi articoli

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 23/08/2023