Per finire questi lunghi dialoghi …

… rimane poco da dire.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 74 del 08.02.2022 che è stato suddiviso in 7 articoli. Questo è il n°7.

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E quel poco potrà bastare per cominciare a fare da sé lo sforzo di un primo passo verso ciò che si è intuito come necessario …

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Poi, attraverso di noi, potremo guardare nuovamente fuori di noi, con occhi nuovi, quali sono le relazioni che si assomigliano, quali sono le intenzioni che ci sono dietro e un po’ per volta liberarsene. Nel modo che si vuole. Il quadro può restare dove è. Se troviamo il modo di troncare i cordoni ombelicali con quel quadro, possiamo lasciarlo lì dove sta. Altrimenti possiamo metterlo in cantina, ma avremo sempre un collegamento attivo con lui attraverso la memoria e i desideri. Ci ricorderemo sempre di averlo, dove lo abbiamo messo e cosa riproduce.

 

Non fa una piega! L’unica cosa su cui non sono d’accordo è il fatto che per fare ciò che tu dici, guardarti dentro per conoscersi, ognuno può bastare a sé stesso; è questo che ti contesto perché decondizionarsi, abbandonare abitudini che scambiamo per istinti e quindi per dati essenziali e necessari proprio alla sopravvivenza non è facile. Io personalmente, nel mio percorso, ho trovato molto utile invece l’aiuto di altri che mi hanno fatto da specchio, perché, diversamente, per quanto io, in maniera molto profonda, desiderassi cambiare o conoscermi o capire qualcosa di più di me, non riuscivo a farlo perché non riuscivo neppure a sentire la potenza del condizionamento che mi stava stritolando. Quindi l’incontro con l’altro talvolta invece è essenziale, è liberatorio. Come talvolta è straordinario l’apporto di un libro, di una lettura. Ciò che è molto negativo è abbuffarsi di tutto ciò, dell’altro, dei libri, delle letture, facendolo diventare dipendenza, prigione. Per me, a volte, attraverso la lettura ho avuto modo di penetrare più profondamente dentro di me. Ma devo darti ragione quando dici che tanti ingegni e tanti libri sono inutili, tanto è che di alcuni libri ne ho fatto molto volentieri un falò. Però devo anche ammettere che invece alcuni di quei libri mi hanno aiutato. Altri mi hanno intossicato. L’eccesso di lettura e di conoscenza ci intossica e ci allontana da noi stessi. Però non sono d’accordo che sempre bastiamo a noi stessi. A me è capitato di cercare di stare ferma per anni su domande a cui non ricevevo risposta, perché da sola non ci riuscivo.

 

Dunque stiamo dicendo esattamente la stessa cosa, solo che cominciamo a rendercene conto avendo cominciato a percorrere la propria strada, mentre di solito percorriamo una strada che altri ci hanno indicato come buona per noi (genitori, famiglia, scuola, amici, conoscenti, colleghi, idoli etc etc).

 

 

 

Solo quando percorriamo la nostra strada incontriamo sempre e solo quello che ci serve senza ombra di dubbio; il resto lo buttiamo via. Se però prima non si fosse fatto tutto lo sforzo, che magari adesso non ci ricordiamo più molto bene di aver fatto, mentre sappiamo bene quanto esso ci sia costato, non avremmo trovato alcuno specchio in qualcuno o tratto qualcosa di utile da un libro, se non un’altra proiezione, se non un’altra prigione. Quindi in effetti abbiamo dovuto ripartire da zero, solo che noi non ce ne ricordiamo. Tutti noi siamo partiti da zero: siamo arrivati qui attraverso lo sforzo di miliardi di miliardi di persone, altro che libri! Altro che specchi! Ma fino a quando non avremo fatto quello sforzo di cominciare a rivolgere lo sguardo al nostro punto zero, sempre presente, di tutto ciò che incontreremo non ce ne faremo niente, non ci servirà a qualcosa se non a passare il tempo. Solo giunti a tale stato potremo riconoscere i vari cartelli ed indicazioni pratici delle varie uscite e deviazioni dal percorso individuale e fare delle scelte consapevoli, come quella di restare sul proprio cammino o deviarne. Solo in tale stato potremmo essere coscienti delle nostre intenzioni e delle azioni che esse promuovono e decidere se e come comportarci. Quindi stiamo dicendo esattamente le stesse cose. Occorre recuperare anche tutto quanto, per certi versi, non ci ricordiamo più così bene, non tanto facendo una regressione temporale, ma rituffandoci al nostro interno e riguardare il quadro come se ricominciassimo da zero, con spirito vergine. Vuol solo dire che, quando guardiamo dentro in questo modo, tutto quello che abbiamo già percorso lo ripercorreremo in un istante, coscientemente, e potremo iniziare a lavorare su quello che è il lavoro che dobbiamo fare, da quel momento e in quel momento. È così che funziona! Sempre di più, facendo questo lavoro riconosceremo più facilmente la situazione generale e quindi procederemo più velocemente insieme a tutte le cose che ci servono ed accompagnano nel nostro percorso particolare, per fare insieme quell’unica cosa necessaria per tutti e ognuno di noi. Così come sta avvenendo allo stesso tempo per ogni altro essere vivente, per il suo bene e quello degli altri da cui non può essere disgiunto. Per questo possono avvenire cose che vanno oltre noi, oltre quello che possiamo credere e pensare. Per questo possiamo dire che, mentre sto facendo quello che devo fare, anche l’intero universo vi partecipa, non lo sto facendo da solo, anche se ho cominciato da solo. Questo è l’atto magico, l’attrazione gravitazionale che esprimiamo e che chiama a noi, in modo polarizzato inversamente, tutto l’universo a contribuire a ciò che stiamo facendo secondo le leggi originali e universali, allo stesso modo in cui siamo chiamati a partecipare a tutte le azioni che l’universo e i suoi componenti svolgono allo stesso fine. Aiuto e interazione reciproca. Comprendiamo perché sia difficile rendersene conto? Il più delle volte noi vediamo una situazione come se esistesse solo quella, isolata dal resto, da quelle passate o quelle a venire, ma non esiste. Niente può esistere separatamente. Tutto è sempre lì insieme! C’era anche prima, ma noi non ce ne siamo mai accorti! C’era ed era insieme a ognuno di noi anche prima. Su questa terra, mentre si muove nello spazio, possiamo anche non vedere gli altro otto miliardi di persone che si muovono insieme a noi, tuttavia è così. Ci muoviamo tutti insieme nello spazio: nessuno rimane indietro o non partecipa a questo movimento. Tutti partecipano a tutto! Anche tutto ciò che è fuori dalla terra, oltre la terra, oltre gli universi e le dimensioni, oltre ogni immaginazione e aspettativa. Ovunque tutto è vita, movimento, cambiamento, partecipazione, interazione! Comprendiamo che man mano che entriamo in questo ordine di cose quello che poi ci capita nel particolare e nel quotidiano, giusto o sbagliato che possa apparire ai nostri occhi, appena allarghiamo il nostro sguardo si mostra per intero e possiamo comprenderne il senso compiuto. Ed anche se vorremo mantenere il nostro punto di vista, opportuno o meno che sia, potremo comunque considerare il punto di vista dell’altro come avente la stessa dignità del nostro. Possiamo anche non condividerlo, ma ha la stessa dignità del nostro e dovrà essere rispettato, per cui ci toccherà accettarlo. Per fare tutto questo possiamo partire da noi! Usando un minuto al giorno o anche meno, qualche secondo solamente, perché non sia troppo o troppo indigesto e non faccia scattare la molla della repulsione, ottenendo immediatamente l’effetto contrario. Poi possiamo tenere nota delle nostre impressioni e vedere l’effetto che fa rileggendole dopo alcuni giorni.

 

Vuol dire che cominceremo a comprendere il senso della meditazione giornaliera continua, la vita come meditazione e lo stato di meditazione onnipervasiva espressa dalla vita stessa in ogni istante, quando la nostra coscienza diventa parte attiva e presente in essa, senza distinzione di tempo, luogo e condizione. Oppure come quando una vita si esprime attraverso una meditazione operativa anziché solamente contemplativa. Ognuno la descriva come vuole o può, secondo il proprio vocabolario autodefinito.

 

§

 

Finisce qui il nostro percorso insieme e nell’attesa di ritrovarci, come e quando non lo sappiamo, vi suggerisco la lettura di due libri: LA COSMOGONIA DEI ROSACROCE DI MAX HEINDEL, scaricabile gratuitamente dal web, e il LIBRO DI MIRDAD. Il primo serve solo per avere un’idea della complessità degli argomenti che qui abbiamo trattato brevemente ed il sistema nel quale viviamo. Ma non servirà ad altro se non avrete deciso di studiare tali argomenti in modo specifico. Servirà invece a comprendere chiaramente quanto si può complicare qualcosa che nasce dalla divisione di una cosa originaria in due sole cose, originarie anch’esse. E come si sia generata di conseguenza la moltitudine di quegli aspetti della cosa iniziale a cui abbiamo attribuito nomi, caratteristiche e funzioni. Da una che le conteneva entrambe in potenza e come da entrambe si sia sviluppato tutto ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo.  Il libro di Mirdad consideratelo invece una bombola di ossigeno da usare quando vi sembra che vi manchi l’aria, poiché è essenziale, semplice e comprensibile nella sua profondità. Fruibile come deve in diversi momenti della vita, senza effetti collaterali.

 

E questo è tutto quello che serve per cominciare.

 

Grazie e a presto.

 

 

Fine degli incontri

 

foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 27/08/2023