I Frati Domenicani celebrano il Centenario di Fratel Leonard Eugene Boyle

Nella Basilica di San Clemente in Roma è stato ricordato uno dei pionieri della Teologia Pastorale.

In questo mese di novembre, presso la Basilica di San Clemente in Roma, si è tenuta una solenne commemorazione per il Centenario della nascita di Fratel Leonard Eugene Boyle (nella foto a destra), Ordine dei Predicatori (Frati Domenicani).

Dalla Curia Generale dell’Ordine fanno sapere che il 12 e 13 novembre, i fratelli della Provincia religiosa d’Irlanda, in collaborazione con la Biblioteca Apostolica Vaticana, hanno commemorato il centenario del fratello domenicano e Prefetto della Biblioteca Vaticana, Leonard Eugene Boyle, nato appunto nel 1923 e ricongiuntosi al Padre nel 1999.

Il Ministro Provinciale dei Domenicani d’Irlanda, padre John Harris, alla presenza del Maestro dell’Ordine, fratel Gerard Francisco Timoner III, e del Cardinale titolare della Basilica di San Clemente, Sua Eminenza Arrigo Miglio, “ha presieduto una Messa in memoria dello studioso e sacerdote irlandese che ha avuto un impatto così importante tra gli accademici e tra le molte altre persone che ha incontrato durante la sua vita”.

L’importanza di questa commemorazione si è potuta evincere dalle parole pronunziate nell’Omelia di padre Harris: “Fratel Leonard è stato un pioniere nel campo degli studi pastorali dandogli una dimensione storica e ha preso molto a cuore il suo ruolo di sacerdote e pastore”.

Oggi la Teologia Pastorale è molto in voga e in tutte le Nazioni del mondo vi sono delle facoltà teologiche che la trattano. Ai tempi in cui si è trovato a svolgere il ministero fratel Leonard non era assolutamente così, anzi.

Il teologo C. Floristan, spiegando in cosa consiste tale disciplina teologica, scrive che: “la Teologia Pastorale cominciò dopo il Concilio, con l’apporto della Cristologia (la prassi di Gesù), l’assunzione della categoria “popolo” (Chiesa dei poveri), il nuovo termine koinonìa (comunità ecclesiale di base), l’impegno evangelizzatore (in un mondo ingiusto, ateo o religioso non cristiano). E’ stato decisivo qui l’apporto della Teologia della Liberazione, fino al punto che si può definire la Teologia Pastorale come Teologia pratica della Liberazione o Teologia della prassi dei Cristiani nella società”.

Questo tipo di approccio teologico piace molto ai sacerdoti modernisti e, infatti, Jorge Mario Bergoglio la cita spesso e ne sponsorizza a gran forze le idee.

Papa Paolo VI, invece, nel 1976 scrisse l’Enciclica “Evangelii Nuntiandi” per correggere le deviazioni teologiche scaturite da quanti cercavano di sostituire Cristo con i poveri, la Parola di Dio con la lotta per liberarsi dal giogo della fame, la tutela del Creato con l’ambientalismo fine a se stesso.

Come tutte le innovazioni, anche la Teologia Pastorale, rischia – se non opportunamente applicata  -di perdere la sua dimensione storica e di perdere di vista ciò che realmente conta: il ruolo del sacerdote nel mondo contemporaneo.

Oggi, sempre più spesso, ci si trova dinanzi a sacerdoti ridotti ad affaristi, educatori, operatori sociali, consulenti, … ma questo non è il mandato che Cristo ha conferito loro con il Sacramento dell’Ordine.

Ecco perché la celebrazione del Centenario di fratel Boyle è stata un’ottima occasione per tornare a riflettere sulla necessità di avere Ministri di Dio seri e fedelmente ancorati alla Dottrina della Chiesa.

 

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Articolo pubblicato il 21/11/2023