APRI
IL
MENU'
Politica Nazionale
L’Affermazione primordiale
Il grande errore e il declino della pietà
Articolo di Elio Ambrogio
Pubblicato in data 25/08/2021

Il vento ci porta suoni allarmanti: echi lontani di officine sotterranee –probabilmente gli uffici legislativi del governo- dove si sta lavorando all’obbligo vaccinale.

Il timore è che presto quel manufatto verrà immesso sul mercato, e venduto come conquista di solidarietà e civiltà.

Non ritorniamo sulla sfacciata antigiuridicità della scelta, di cui abbiamo molto parlato in precedenza. Ci soffermiamo solo su due aspetti: uno intellettuale e uno morale.

Quello intellettuale ha una strana caratteristica: è contemporaneamente il più comprensibile nella logica e il più incomprensibile nella pratica.

Secoli di dialettica ci hanno insegnato che ogni ragionamento parte da uno o più presupposti auto-evidenti (assiomi, postulati, premesse) da cui vengono poi razionalmente dedotte tutta una serie di argomentazioni,  e anche di prescrizioni pratiche.

Quando però quei presupposti sono falsi, tutte le susseguenti argomentazioni evidentemente cadono come foglie secche. Il ragionamento vaccinale non sfugge a questa ferrea legge naturale. La premessa è che il vaccino preserva dal contagio passivo e attivo (“Chi non si vaccina muore e fa morire...” ricordate? L’ha detto uno che vede cose che voi umani neppure immaginate), e da questo assioma discende poi tutta la narrazione vaccinista e covidaria che i governi e i mezzi di comunicazione ci martellano ogni ora nella mente.

Da quell’Affermazione Primordiale discende cioè tutta la genealogia di fatti, parole, immagini, persone, provvedimenti, permessi, proibizioni, benedizioni e maledizioni che sono calati su di noi in questi ultimi mesi, come una  piaga biblica.

Da quell’Affermazione Primordiale si sono generati lo Speranza e il Figliuolo (non quello evangelico, quello con penna e stellette), il Cacciatore di Sorci (Burioni), i Cavalieri dell’Apocalisse (Galli, Bassetti, Crisanti, Pregliasco seguiti dagli altri, più umili, a dorso d’asino), la ditta Galera & Chiavistello (Galimberti, Lucarelli, Saviano, Cecchi Paone, Scanzi), le Trombe del Giudizio (Mentana, Vespa), gli artigiani del Dpcm (Conte, Draghi, Sileri), i Vigilanti della Salute di prossimità (De Luca, Toti, Musumeci, sindaci e sindachesse varie), e infine tutta la pittoresca armata salutista dislocata sul territorio nazionale (medici di famiglia, ordini professionali, infermieri, ufficiali sanitari, direttori di Asl, primari, farmacisti e veterinari). Ma infine anche il barista e il vicino di casa che ti chiedono se sei vaccinato, riservandosi di distribuirti il loro disprezzo a seconda della risposta, anche solo a fronte di una sospetta reticenza. Insomma, l’Esercito della Salvezza.

Ma oltre a questi personaggi, l’Affermazione Primordiale ha generato tutta una teologia della salvazione e della dannazione: non c’è salvezza fuori dal vaccino, il vaccino come “atto d’amore” (Bergoglio dixit), il vaccino come “dovere” (Mattarella dixit), e ancora: il vaccino come solidarietà, il vaccino come gioia, il vaccino come esempio, il vaccino come liberazione. Il vaccino non è più un presidio sanitario: è un’ontologia, un’etica, un’estetica, un’escatologia. Dalla siringa alla Resurrezione.

E ancora, da quell’Affermazione Primordiale è discesa una valanga di provvedimenti legislativi aberranti di cui abbiamo già parlato abbondantemente, provvedimenti che hanno deposto la Costituzione, come un sovrano imbelle, e disarmato i grandi diritti dell’Occidente, come eserciti ormai inutili.

Bene, detto tutto questo e delineata la genealogia di questi personaggi, di queste idee, di questi provvedimenti, descritta tutta la complessa narrazione etico-politico-giuridica che ci ha portato alla situazione attuale, stabilita la filiazione di tutto questo dall’Affermazione Primordiale secondo cui il vaccino è l’unica via per sfuggire al contagio, ebbene abbiamo il coraggio di dire che quell’affermazione è semplicemente falsa e che tutto il discorso che ne consegue è altrettanto falso.

E pazienza fosse solo falso, il problema è che su tutto questo si è costruito un colossale e distruttivo apparato di inganno, di autoritarismo, di follia che ha stravolto la nostra civiltà, anche sotto l’aspetto della sensibilità morale.

Lo dimostra l’ultimo atto di questa involuzione: il licenziamento del personale sanitario e docente che non vuole piegarsi all’obbligo vaccinale, a cui facilmente si aggiungeranno altre categorie, forse tutte le categorie. Si tratta di centinaia, probabilmente migliaia, di persone che verranno messe per strada non perché inette o perché abbiano commesso un qualche crimine deprecabile ma solo perché hanno onestamente e consapevolmente esercitato un loro diritto e hanno difeso la loro libertà, la loro dignità, la loro integrità fisica secondo i principi comunemente accettati dalla nostra civiltà occidentale.

Abbiamo passato anni a commuoverci e solidarizzare giustamente di fronte a impiegati e operai che improvvisamente si trovavano senza lavoro, senza sostentamento per le loro famiglie, a seguito di licenziamenti più o meno giustificati da parte di aziende grandi e piccole, abbiamo condiviso la loro paura e spesso la loro disperazione, e oggi non alziamo un ciglio dinnanzi all’annuncio dei licenziamenti dei non vaccinati?

Anzi, molti se ne compiacciono più o meno palesemente. Ma che civiltà è mai questa? Che esseri umani sono quei ministri, quei dirigenti, quei governanti che -in un momento di drammatica crisi economica- non esitano (anzi sembrano quasi compiacersi) nel buttare per strada persone che, con un minimo sforzo, e se proprio lo si ritenesse necessario, potrebbero essere riutilizzati in impieghi non a contatto con l’utenza? Quante migliaia di dipendenti, in passato, sono stati riassorbiti nel grande corpo delle pubbliche amministrazioni dopo essere stati dichiarati in esubero?

Oggi invece quelle persone vanno schiacciate. Non perché esistano ragioni sanitarie o di altro tipo (l’Affermazione Primordiale e tutte le sue derivazioni, ripetiamo, sono false), ma  solo perché si ribellano a un diktat che mai -e ripeto, mai- si è visto applicare nella nostra storia recente con tanta ferocia, cattiveria, ignoranza, spietatezza. Cosa che non fa che aumentare il nostro sospetto che dietro questa deriva, dietro queste inumane decisioni ci sia qualcosa di indicibile e di infinitamente vergognoso.

Ma la vergogna più grande sta nel vasto, sfuggente silenzio di molti italiani. E il silenzio, come si sa, è il parente più stretto della complicità.

Ormai tutti sanno, anche quelli con la licenza elementare, che i vaccini non proteggono da nulla: i vaccinati possono contagiarsi e contagiare.

 

#licenziamentilavoratori
#greenpass
#Covid
Altre notizie di
Politica Nazionale