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Politica Nazionale
Pier Ferdinando Casini idolatra Bergoglio
Il "Partito Democratico" continua ad accattivarsi il Vaticano in vista delle imminenti Elezioni Europee.
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 04/02/2024

Da mesi vi parliamo del calo di popolarità che sta subendo Jorge Mario Bergoglio.

Non potrebbe essere diverso visto che non passa settimana in cui non tiri fuori qualche “perla di saggezza” in netta contraddizione con il Vangelo o con il bimillenario Magistero della Chiesa.

Ormai i media vaticani non sanno più come difenderlo o come giustificare le sue esternazioni che hanno tutto il sapore di eresie pertinaci.

A dare manforte al Direttore di “Vatican News”, Andrea Tornielli, intervengono perciò i politici del “Partito Democratico” che, anziché occuparsi delle questioni urgenti del Paese, perorano la “causa bergogliana” al fine di ottenerne un ritorno elettorale il 9 giugno prossimo.

Ad idolatrare l’inquilino di “Casa Santa Marta” questa volta è stato l’ex Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, democristiano convertitosi sulla via di Elly Schlein.

Durante la presentazione del libro “Cinque domande che agitano la Chiesa”, scritto dal Vaticanista del TG1 Ignazio Ingrao, il Senatore Casini ha detto: “Il Papa si trova tra due fuochi: chi vede le sue iniziative come una lesa maestà della tradizione, vedi la benedizione delle coppie gay, e chi invece vede le sue riforme come incompiute”.

Interessante sentir dire ad un ex-democristiano che “Fiducia Supplicans” sarebbe una mera “lesa maestà della tradizione” quando è un documento totalmente eretico, antibiblico, inapplicabile. Evidentemente Pier Ferdinando Casini non ha letto i pronunciamenti di centinaia di Vescovi di Santa Romana Chiesa che ne vietano l’applicazione nelle loro diocesi.

E sarà anche all’oscuro del fatto che il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun (nella foto a destra), Salesiano di Don Bosco, vescovo emerito di Hong Kong, si è rivolto a Bergoglio chiedendo la rimozione da Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede del Cardinal Victor Manuel Fernandez, a seguito proprio di “Fiducia Supplicans”.

Ma le imprecisioni di Casini continuano, paragonando la Chiesa Cattolica, fondata da Gesù Cristo, alla galassia maomettana che – glielo ricordiamo – il Ministero dell’Interno non ha mai riconosciuto quale confessione di fede.

Durante il suo intervento, infatti, il senatore bolognese ha esternato: “La Chiesa Cattolica ha fatto il suo processo di riforma, mentre l’Islam non lo ha fatto”. Parole che fanno rabbrividire. Come si fa a paragonare la più grande confessione di fede al mondo con una realtà che obbliga le donne a velarsi, i figli a sposarsi e le donne a subire le mutilazioni genitali al fine di non provare piacere? Siamo al grottesco!

Ma non è tutto perché Pier Ferdinando Casini arriva ad idolatrare Bergoglio con due domande che lasciano davvero senza fiato: “Cosa sarebbe capitato se non ci fosse stato Papa Francesco e la sua riforma del Governo della Chiesa? E il suo affrontare con decisione il dramma degli abusi sui minori?”.

Al senatore corre l’obbligo di ricordare che la Chiesa esiste da duemila anni: esisteva prima di Bergoglio e, grazie allo Spirito Santo, esiste nonostante Bergoglio.

Sulla questione del presunto impegno di Bergoglio contro “il dramma degli abusi sui minori” bisogna – per forza – citare il caso di Gustavo Oscar Zanchetta (nella foto a sinistra), vescovo argentino che Jorge Mario Bergoglio “nominò Assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica alla fine del 2019”, come ben scrive il giornalista Francesco Antonio Grana de “Il fatto quotidiano”.

Monsignor Zanchetta, giusto per rinfrescare la memoria al PD e agli idolatri di Bergoglio, “è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per violenza sessuale su due ex seminaristi. Lo ha deciso il Tribunale di Orano, in Argentina, città della quale il presule è stato vescovo dal 2013 per volontà di Papa Francesco a cui è legato da un’antica amicizia”.

Si resta allibiti nel vedere come la Sinistra italiana, pur di non ammettere la propria irrilevanza politica all’interno del Parlamento Italiano, si metta a fare la difesa d’ufficio di Jorge Mario Bergoglio.

Elly Schlein, Pier Ferdinando Casini e gli altri Dem auspicano che in una delle prossime domeniche, magari durante la recita dell’Angelus, Bergoglio faccia un chiaro endorsement al “Partito Democratico” affinché i cattolici-progressisti esprimano una loro preferenza in tal senso?

Noi, come sempre, seguiremo l’evoluzione degli eventi.

 

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