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Voci e cose dal Piemonte
24 gennaio, San Francesco di Sales, dottore della chiesa
Enrico Reffo - S. Francesco di Sales (1896)
Patrono del Piemonte, dei giornalisti, degli scrittori e dei non udenti
Articolo di Ezio Marinoni
Pubblicato in data 24/01/2023

Figlio primogenito, Francesco nasce il 21 agosto 1567 in Savoia, nel castello della antica e nobile famiglia Sales presso Thorens. Riceve sin dalla più tenera età un'accurata educazione, che continua presso i Gesuiti a Parigi e si completa con gli studi universitari in giurisprudenza a Padova. Qui riceve con grande lode il berretto dottorale; ritornato in patria, è nominato avvocato del Senato di Chambéry. A 18 anni vive una forte crisi dell’anima, che lo porta a domandarsi: «Come farò a salvarmi della perdizione eterna? Forse esiste davvero una predestinazione fatale? O l’uomo è libero?». Ed è proprio durante la frequentazione accademica che emergono i suoi interessi teologici e religiosi, culminati nella vocazione sacerdotale, che delude le aspettative paterne. Nel 1593 riceve l'ordinazione presbiterale e il 21 dicembre celebra la sua prima Messa.

È nominato Canonico del Capitolo (1), dal Vescovo di Annecy, Claudio di Granier; nonostante l’incarico ricevuto, Francesco preferisce predicare in chiesa e sulle piazze, dove si dimostra un persuasivo oratore.

A Thonon, nel Chiablese (2), fonda la locale Congregazione dell’Oratorio (3), ufficializzata da Papa Clemente VIII con la Bolla Redemptoris et Salvatoris nostri del 1598 “iuxta ritum et instituta Congregationis Oratorii de Urbe”. Il contatto di Francesco con il mondo oratoriano non riguarda tanto la persona di San Filippo Neri (che muore nel 1595), quanto quella di alcuni tra i primi discepoli del santo, conosciuti a Roma nella permanenza fra il 1598 e il 1599: i romani Cesare Baronio (1538 – 1607) e Antonio Gallonio (1556 – 1605), i fratelli fossanesi Giovenale (1545 -1604) e Matteo Ancina (1552 – 1638).

Mentre imperversa la riforma calvinista, Francesco chiede udienza al Vescovo, che amministra anche la Diocesi di Ginevra (4), per essere destinato a quella città, simbolo del calvinismo e massima sede dei riformatori, per mettersi alla prova in una difficile missione di predicatore cattolico. Per incontrare i molti che non riesce a raggiungere con la predicazione diretta, escogita il sistema di pubblicare e far affiggere nei luoghi pubblici veri e propri “manifesti”, composti in un agile stile discorsivo che si dimostra di grande efficacia. Questa intuizione darà frutti notevoli, al punto da determinare l’indebolimento della “roccaforte” calvinista e molte conversioni.

Nel 1599, a soli 32 anni, Francesco è già celebre in tutta la Chiesa per la sua missione a ginevrina; a Roma, papa Clemente VIII, davanti a un folto gruppo di vescovi e di cardinali, si fa raccontare l’esperienza da Francesco stesso, che ha convertito una quantità di persone stimata fra 8.000 e 30.000. A Ginevra era stato soprannominato “il gentile Cristo di Ginevra” per la sua pazienza ed una sua frase è rivelatrice del carattere del predicatore: «Volete che in un quarto d’ora io perda quel poco di mitezza che mi sono acquistato in vent’anni a prezzo di tante fatiche?».

Sempre nel 1599, i suoi grandi sforzi ed i successi pastorali gli meritano la nomina a Vescovo Coadiutore di Annecy, dopo soli sei anni di sacerdozio. Si reca a Parigi nel 1602: è accreditato nel salotto di Madame Acarie (5), un cenacolo di cultura e di fede; è ricevuto con onori dal Cardinale De Bérulle (6); popolo e nobili si accalcano sotto il suo pulpito. Il Re di Francia Enrico IV gli offre di diventare Vescovo di Parigi, ma Francesco rifiuta: «Sono già sposato con una povera donna [la diocesi di Annecy] e non posso lasciarla per una più ricca!»

Il 17 settembre 1602 muore il Vescovo di Annecy ed egli è chiamato a succedergli.

Diventa direttore spirituale di san Vincenzo de Paoli (7). Nel 1604 conosce a Digione la nobildonna Jeanne Françoise Frémyot, vedova del barone de Chantal, con la quale inizia una corrispondenza epistolare e una profonda amicizia che sfociano nella fondazione dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria.

Le sue principali opere sono la Introduzione alla vita devota (Filotea) e il Trattato dell'amore di Dio, testi fondamentali della letteratura religiosa di tutti i tempi, classici della letteratura ascetica. In un brano del primo testo egli scrive: «Considerando sovente il Salvatore nella meditazione, tutta la vostra anima si riempirà di lui (…) Egli è la fonte viva di Giacobbe per lavare tutte le nostre sozzure (…) E noi pure, stando vicini al Salvatore nella meditazione, ed osservandone le parole, gli atti e i sentimenti, impareremo, con l’aiuto della sua grazia, a parlare, ad agire, a volere come lui».

Nel dicembre 1622, a Lione, ha l'ultimo colloquio con la Frémiot; qui muore poco dopo per un attacco di apoplessia, il 28 dicembre, nella stanzetta del cappellano delle Suore della Visitazione presso il monastero. Il 24 gennaio 1623 la sua salma è trasportata ad Annecy e posta alla venerazione dei fedeli nella Basilica della Visitazione, sulla collina adiacente; in seguito, viene sepolto nella chiesa a lui dedicata nel centro della città. Il suo cuore incorrotto si trova nel Monastero della Visitazione a Treviso.

Francesco di Sales è stato beatificato il 18 dicembre 1661, a soli 39 anni dalla morte, e iscritto nel registro dei beati l'8 gennaio 1662 da Papa Alessandro VII; viene canonizzato dallo stesso Papa il 19 aprile 1665; sarà Pio IX, il 19 luglio 1877, a proclamarlo 18° Dottore della Chiesa.

Il secondo miracolo attribuito a Francesco di Sales ha qualcosa di straordinario. Il 30 aprile 1623, nell'attraversare il fiume Fier, in Savoia, il quattordicenne Girolamo Gelin è in compagnia del fratello minore Francesco, cade da una passerella e viene travolto dalle acque. Dopo alcune ore di ricerche, Alessandro Raphin ripesca il cadavere di Girolamo, rimasto intrappolato sott'acqua in una profonda buca in un'ansa del fiume. Il corpo, descritto dal fratello Francesco come "gonfio e brutto", viene alloggio in un fienile, in attesa del funerale. Il mattino seguente, mentre le persone si tenevano lontane dal cadavere "per il lezzo che emanava", al momento di deporre il corpo nella bara, Girolamo alza un braccio invocando l'amato Francesco di Sales: "alcuni fuggirono, altri caddero privi di sensi, qualcuno gridò al miracolo". Il ragazzo viene sollevato, e tutti si accorgono che è tornato in vita.

Il 26 gennaio 1923, in occasione del terzo centenario della morte, Papa Pio XI lo commemora con l'enciclica Rerum Omnium Perturbationem, con cui lo proclama "Patrono dei giornalisti" e di "tutti quei cattolici che, con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina". È patrono degli scrittori insieme ai santi Giovanni Evangelista, Teresa d'Avila e Cassiano. Con il breve apostolico Omnes quidem del 2 febbraio 1968, papa Paolo VI ha dichiarato san Francesco di Sales e santa Giovanna di Valois patroni del Terzo Ordine dei Minimi, fondato da San Francesco di Paola, di cui Francesco entra a far parte a cinquant'anni, nel 1617.

Il Martyrologium Romanum riporta la sua commemorazione nell'anniversario della morte, il 28 dicembre; per la coincidenza con il tempo di Natale, il calendario liturgico ha fissato la sua memoria al 24 gennaio, anniversario della prima traslazione delle reliquie.

A lui si sono ispirate parecchie Congregazioni, la più celebre è la Famiglia Salesiana fondata il 18 dicembre 1859 da San Giovanni Bosco. Abbiamo già detto che a lui si deve la fondazione della sezione di Thonon della Congregazione dell'Oratorio, attraverso la quale svolge un'intensa attività apostolica, convinto che la "santità" sia un impegno di tutti i cristiani e non solo di quelli consacrati.

Oltre ai Salesiani e all’Ordine della Visitazione, le Congregazioni ispirate da lui sono:

1) le Suore di San Francesco di Sales (dette anche Salesie), fondate a Ponte di Brenta nel 1740 da Domenico Leonati, dedite all'educazione delle famiglie povere;

2) i Missionari di San Francesco di Sales d'Annecy (detti Fransaliani), fondati nel 1838 ad Annecy da Pierre Marie Mérmier per “ricattolicizzare” la Francia;

3) le Suore Oblate di San Francesco di Sales, fondate a Troyes nel 1866 da Louis Brisson e Léonie Aviat;

4) gli Oblati di San Francesco di Sales, fondati a Troyes nel 1871 da Louis Brisson e dalla visitandina Marie de Sales Chappuis;

5) le Figlie di San Francesco di Sales, fondate nel 1872 a Lugo da don Carlo Cavina e da madre Teresa Fantoni, dedite all'educazione della gioventù e l'assistenza agli ammalati;

6) le Salesiane di Don Bosco (o Figlie di Maria Ausiliatrice, FMA), fondate nel 1872 a Mornese da don Bosco e da Maria Domenica Mazzarello, dedite all'istruzione e all'educazione femminile;

7) le Suore Salesiane dei Sacri Cuori, fondate nel 1885 a Lecce da Filippo Smaldone per l'educazione dei sordi (san Francesco di Sales è invocato come patrono anche della comunità dei non udenti);

8) le Suore Salesiane Missionarie di Maria Immacolata, sorte nel 1889 all'interno della congregazione delle Figlie di San Francesco di Sales;

9) le Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù, fondate ad Alcantarilla nel 1890 dalla beata Pietà della Croce, già monaca salesiana a Orihuela;

10) le Salesiane Oblate del Sacro Cuore di Gesù, fondate nel 1933 a Bova dal vescovo salesiano Giuseppe Cognata.

Questa è l’impronta lasciata da un grande santo savoiardo, che anche in Piemonte sentiamo “nostro”, ricordato e venerato nella cittadella salesiana di Valdocco. In questo senso è curioso notare come i santi vengano a volte “presi in adozione” dai territori in cui hanno operato: per rimanere in Piemonte, clamoroso è il caso di San Carlo Borromeo (nato ad Arona, in provincia di Novara, da nobile famiglia che tanto ha dato al Lago Maggiore), a tutti gli effetti considerato un santo milanese e lombardo. Nella nosttra città si trova una chiesa a lui dedicata, raccontata su queste colonne da Milo Julini.

Note

(1) Il Capitolo dei Canonici (secondo il codice di diritto canonico, libro II, can. 503 – 510) è il collegio dei sacerdoti al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa cattedrale. Ogni Vescovo ha il proprio capitolo, anticamente anche collegiate e parrocchie potevano averne uno.

(2) Il Chiablese è una zona montana francese e svizzera situata nel Nord della Savoia. È un'antica provincia del Ducato di Savoia. La città principale e capitale storica del chiablese francese è Thonon-les-Bains, sulla riva meridionale del lago Lemano. Il Chiablese è incorporato nel XII secolo nella Contea di Savoia, che vi erige un castello nei pressi di Ripaglia; i diritti su questo territorio sono stati concessi ad Umberto Biancamano dall'Imperatore Corrado II. Dal 1535 al 1567/69 il Chiablese venne occupato dagli Svizzeri; negli stessi anni la popolazione aderisce al calvinismo. A Torino, perpendicolare a Palazzo Reale, sorge il Palazzo del Duca del Chiablese.

(3) La Congregazione dell'Oratorio ha origine dalla comunità di sacerdoti secolari raccoltasi a Roma attorno a San Filippo Neri, dapprima presso la chiesa di San Girolamo della Carità (1551) e poi presso quella di San Giovanni dei Fiorentini (1564); viene eretta canonicamente nel 1575 da Papa Gregorio XIII, che dona agli Oratoriani la chiesa di Santa Maria in Vallicella; le sue costituzioni vengono approvate da Papa Paolo V nel 1612.

(4) Diocesi di Ginevra. Nel 1533 il vescovo Pietro della Balma è costretto a lasciare la città e né lui né i suoi successori vi faranno più ritorno; la città è interdetta a tutti coloro che si professano cattolici. Dal 1569 la sede vescovile viene trasferita ad Annecy.

(5) Barbe Avrillot (Parigi, 1° febbraio 1566 - Pontoise, 18 aprile 1618), diventa la moglie di Pierre Acarie all’età di sedici anni e mezzo; durante trentadue anni di matrimonio dimostra che la vita mistica più elevata non è incompatibile con nessuno degli obblighi della vita familiare e sociale.

(6) Pierre de Bérulle (Cérilly, 4 febbraio 1575; † Parigi, 2 ottobre 1629), teologo e cardinale; uno dei protagonisti della vita religiosa nella Francia dell'età della riforma cattolica che, ispirandosi a San Filippo Neri, fonda a Parigi l'Oratorio di Gesù e Maria Immacolata.

(7) San Vincenzo de' Paoli (Dax, 24 aprile 1581 – Parigi, 27 settembre 1660), sacerdote, fondatore e ispiratore di numerose congregazioni religiose come la Congregazione della Missione (i cui membri sono comunemente denominati Lazzaristi), le Dame della Carità e, poco più tardi, anche le Figlie della Carità, di estrazione sociale più bassa rispetto alle Dame. È stato proclamato santo il 16 giugno 1737 da Papa Clemente XII. È considerato il più importante riformatore della carità della Chiesa cattolica.

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