APRI
IL
MENU'
Di tutto un po'
Spigolando nelle cronache del passato...
Bambino rapito da un’aquila, nel quotidiano francese illustrato «Le Petit Journal»
Articolo di Milo Julini
Pubblicato in data 23/09/2023

Già più volte abbiamo ricordato e proposto ai Lettori di Civico 20 News le copertine illustrate del quotidiano francese Le Petit Journal. Quella del 23 settembre 1906 è dedicata ad una notizia proveniente dall’Italia, sicuramente poco usale, ovvero il rapimento di un bambino operato da un’aquila nel paesino montano di Rassa, situato in alta Valsesia, nella provincia di Vercelli.

Leggiamo:

Bambino rapito da un’aquila

I grandi uccelli da preda che vivono sulla sommità delle Alpi commettono frequenti devastazioni nelle campagne. Non è raro di vederle portare via un montone nei loro artigli formidabili.

Di recente, una di queste aquile di grande taglia, non ha avuto timore di scendere in mezzo ad un villaggio e di attaccare un bambino.

È a Rassa (Italia) che il fatto si è svolto. Un piccolino di quattro anni, Umberto Guglielmina, giocava con altri bambini davanti alla casa dei suoi genitori. Di colpo, questi sentirono delle grida disperate. Si precipitarono verso la porta e, con grande spavento, scorsero un’aquila di grossa taglia che teneva il loro figlio fra gli artigli e che lo sollevava verso la montagna, dove disparve con la sua preda.

Alcuni cacciatori di aquile partirono alla sua scoperta; delle nidificazioni furono trovate e frugate; ma tutte le ricerche per trovare il bambino risultarono inutili.

Quella dei bambini rapiti dalle aquile è una vexata quaestio che ha suscitato l’interesse di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo, ricercatori del CICAP Piemonte, autori dello studio, del 03/11/2022, dal titolo Le aquile rapiscono i bimbi piemontesi!.

Analizzando il caso di Rassa, i ricercatori considerano la descrizione degli eventi fornita dal Corriere della Sera del 4 settembre 1906, dove, in una cronaca da Vercelli, si legge che Umberto Guglielmina, bambino di tre anni di Rassa, è scomparso nel nulla mentre giocava all’aperto. Il fatto appariva strano, poiché all’intorno per vasto tratto non vi erano burroni e recessi dove potesse essere caduto. Vi era con lui un altro bimbo, ancora più piccolo, e quindi incapace di fornire indicazioni sulla scomparsa. Il giornale riferisce che «si teme fortemente che un’aquila lo abbia rapito».

Evidentemente «Le Petit Journal» ha ripreso questa notizia, insistendo sull’aspetto che più poteva colpire i lettori: ha messo l’aquila come protagonista centrale e confermato della scomparsa, tanto da affermare che era stata vista dai genitori.

In realtà, come giustamente rilevano Sofia Lincos e Giuseppe Stilo, per l’inspiegabile sparizione si potevano ipotizzare svariate circostanze, anche l’intervento di un maniaco. Il giornale riferisce invece il ricorso a una «ipotesi eccezionale, quasi “soprannaturale”».

A nostro avviso, va anche considerato che non disponiamo di notizie di prima mano, ma di una cronaca di un corrispondente locale, il quale con ogni probabilità ha voluto sottolineare nella vicenda da proporre al Corriere gli aspetti più stuzzicanti e coinvolgenti. Atteggiamento che abbiamo già visto nel caso de «Le Petit Journal». Forse l’ipotesi dell’aquila, a Rassa, era stata formulata da qualcuno, ma non sappiamo nella realtà quanto fosse stata presa sul serio.

Rimandiamo allo studio di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo per ulteriori approfondimenti sulla interessante tematica, che viene a coinvolgere il folklore dell’Alto Piemonte. L’idea che un’aquila possa rapire un bambino risulta comunque affascinante: nel 2012 ha circolato un video che mostrava «Un'aquila reale che tenta di afferrare e sollevare un bambino in un parco di Montreal, in Canada. E che alla fine, fortunatamente, fallisce nel suo intento» (la Repubblica del 19 dicembre 2012). Si è parlato di un falso, ma secondo il giornale, «Se fosse autentico sarebbe uno dei filmati amatoriali più sorprendenti del 2012». Un atteggiamento, a poco più di un secolo di distanza, non molto dissimile da quello dei lettori italiani e francesi dei giornali prima citati!

Un’ultima curiosità riguarda lo stemma del comune di Rassa, concesso nel 1963, dove compare un lupo che tiene nella bocca un neonato in fasce. Anche in questo caso, un animale selvatico che rapisce un bambino!

Lo stemma rievoca un’antica e radicata leggenda locale, secondo la quale, nel 1333, il bimbo Pietro Fassola è stato rapito da un lupo. Grazie all’intervento miracoloso di San Maiolo, la belva lascia il bambino illeso in Val Sorba, presso la fontana della Rotta. Il pargolo rapito era l’unico figlio di Emiliano Fassola, personaggio di spicco nella comunità rassese per aver combattuto gli eretici, e da adulto diverrà comandante della Milizia Valsesiana.

Vita dura per i bambini in quel di Rassa, verrebbe da dire, se non si dispone della protezione di San Maiolo!

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Altre notizie di
Di tutto un po'