Mototurismo alpino sul confine francese

Provato per voi: colli del Moncenisio, dell’Iseran e Piccolo s. Bernardo

Il mese scorso abbiamo voluto darvi qualche consiglio su come affrontare un viaggio in moto durante l’estate e vi abbiamo lasciato qualche giorno per preparare voi e la vostra due ruote. Adesso vi proponiamo un giretto molto intenso ed emozionante che potete nella prima domenica di sole che avete a disposizione.

Prima di partire non dimenticate di controllare i freni e la pressione delle gomme, perché stiamo per cominciare un viaggio di 390 km che raggiungerà i 2770 metri di altitudine massima. Chi scrive l’ha provato in prima persona con diversi mezzi per darvi diversi punti di vista, essendo saliti con un Honda PCX 125, un Aprilia Atlantic 300, un Honda Hornet 600 e una Kawasaki Versys 650, quattro modelli completamente differenti tra loro per caratteristiche e per cilindrata.

Partendo da Torino la prima meta da raggiungere è il lago del Moncenisio, a cui si arriva viaggiando in direzione Susa, su una strada con un buon passaggio di automobili ma comunque a scorrimento veloce. Successivamente bisogna cominciare ad arrampicarsi sulle strade montane che portano al colle del Moncenisio passando attraverso un paesaggio mozzafiato immerso nel verde e caratterizzato da numerosi tornanti e curvoni che esaltano la ciclistica delle vostre moto. Una volta arrivati in cima fermatevi su una delle piazzole di sosta il lago artificiale e godetevi il meraviglioso scenario alpino, volgendo lo sguardo verso i picchi innevati che scendendo più in basso lasciano il posto a prati verdissimi. Rimarrete stupiti dal numero di moto che potrete contare rimanendo fissi in un punto: centinaia di motociclisti passano il Moncenisio che è una tappa obbligata per tutti gli amanti delle due ruote.

Puntate poi la ruota anteriore su Lans Bourg, in direzione del Col de l’Iseran. I tratti peculiari della strada che si arrampica sulla montagna sono i tornanti, davvero numerosi ed impegnativi e che richiedono una particolare attenzione alla guida. Quando avrete sul lato destro la vallata non spaventatevi: sotto di voi è difficile vedere, infatti lo strapiombo privo di protezioni sulla carreggiata offre solo la vista sul vuoto, però è bellissimo vedere le montagne che fanno da corona al sole che illumina il vostro sentiero.

Man mano che si sale diminuisce la temperatura, fino a diventare proprio freddo quando dovete passare in mezzo ai cumuli di neve accatastati sul ciglio della strada. Qui il 125 con passeggero ha cominciato a faticare a causa della rarefazione dell’aria e della variazione della pressione atmosferica, incontrando difficoltà nel bruciare benzina e quindi ad erogare potenza, ma d’altra parte abbiamo ormai superato i 2500 metri e stiamo per arrivare sulla vetta, il punto più alto del nostro percorso, che raggiunge i 2770 metri. Qui sopra moltissimi motociclisti si sgranchiscono le gambe e fanno le foto di gruppo in mezzo alle nevi perenni, magari approfittandone per rifocillarsi nel rifugio che offre le specialità culinarie del luogo.

Scendete verso la Val d’Isere cedendo il passo alle numerosissime BMW R 1200 GS con targa tedesca, le vere regine del mototurismo alpino, che vi sfrecceranno affianco per raggiungere la nostra stessa destinazione: il colle del Piccolo San Bernardo. Qui è frequente la bandiera con croce bianca in campo rosso, il simbolo della Savoia, oltre che il grande e simpatico cane che porta il nome del colle e le cui statue lignee compaiono un po’ dappertutto. Se durante il tragitto abbiamo trovato troppo caldo e sul colle dell’Iseran faceva troppo freddo, qui, a 2700 metri di altitudine, c’è la temperatura ideale, con la brezza che rinfresca i piloti illuminati dal sole e che si tolgono molto volentieri il giubbotto per godere a pieno del fresco.

È giunta l’ora di rientrare a Torino e dunque seguiamo la strada che percorre il fianco della montagna fino a La Thuile per poi entrare ad Aosta e fare ritorno in Piemonte attraverso le strade provinciali che passano di fianco ad Ivrea.

Giunti a casa guardiamo il contachilometri che comunica che il nostro viaggio è durato 390 km. Il 125 se l’è cavata benissimo ad eccezione del tratto in cui l’altitudine ha costretto il passeggero a cambiare moto per scaricare un po’ di peso, la Versys dopo un iniziale problema ai bassi regimi ha impostato il percorso e l’ha affrontato mettendo in mostra le sue doti da scalatrice. Sul maxiscooter e sulla sportiva di casa Honda nulla da dire, seppur con caratteristiche completamente differenti hanno completato il tragitto nel migliore dei modi. Il colle del Moncenisio è La Mecca dei motociclisti che vivono ai piedi delle Alpi, ecco perché l’inviato di Civico20 News che l’ha provato per voi lo consiglia vivamente.

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Articolo pubblicato il 15/07/2015