Cronaca dai quartieri di Torino- Lingotto, Generazione Identitaria in difesa della sicurezza pubblica e del diritto alla casa

Manifestazione apartitica e raccolta firme per chiedere un referendum per chiudere le frontiere

Sicurezza pubblica e case popolari agli italiani. Questo è il grido che Generazione Identitaria, movimento apartitico giovanile europeo nato nel 2012, ha fatto sentire in maniera distinta nella serata di venerdì in occasione della sua prima manifestazione pubblica, con il sostegno dell'Associazione Contribuenti.

La manifestazione ha avuto luogo in Piazza Galimberti angolo Via Tunisi, dove la situazione del quartiere sta diventando quotidianamente sempre più invivibile.

Generazione Identitaria ha da subito abbracciato il grido disperato di aiuto di un quartiere in balia di una criminalità crescente che non da più respiro ai suoi abitanti.


Tra i temi delicati portati alla luce dalla manifestazione anche una raccolta firme atta a poter realizzare un refendum per poter chiedere la chiusura delle frontiere e, conseguentemente, dare una maggiore sicurezza alla città e alle sue realtà residenziali.

Al corteo si sono uniti anche alcuni residenti della zona, i quali hanno denunciato il grave stato di degrado in cui versa il quartiere.

Una situazione di continua emergenza, esasperata dai continui episodi a cui sono costretti ad assistere senza che le autorità competenti possano (o vogliano) cercare di porre un rimedio concreto.

I cittadini lamentano la massiccia presenza di immigrati che spacciano droga senza alcun ritegno, a qualsiasi ora del giorno e senza farsi scrupoli di farlo davanti ai bambini.

Per i residenti è diventato difficoltoso anche svolgere alcune delle attività più comuni della loro routine quotidiana, come ad esempio recarsi agli sportelli del bancomat per prelevare denaro.

I numerosi spacciatori che gravitano nel quartiere spesso vessano i cittadini appena usciti dal bancomat con continue ed insistenti richieste di denaro.

Gli anziani sono le vittime predilette dei gruppi di questi malviventi, ai quali viene sottratta la pensione con una violenza e una brutalità inaudita.

Fino a quando questa situazione potrà essere sostenuta dagli abitanti del quartiere prima che avvengano dei fatti dagli epiloghi ben più gravi?

Giriamo la domanda a coloro che si candidano per dare alla città e ai suoi cittadini le risposte ma soprattutto la sicurezza a cui spetta loro di diritto, nella speranza di trovare una soluzione che porti a risultati concreti.

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Articolo pubblicato il 15/05/2016