La ministra Lorenzin ha scoperto che i dati demografici sono un problema molto grave per l’Italia.

Peccato li conoscessimo da oltre 20 anni.

Avverte il ministro: “bisogna agire ora o sarà troppo tardi”, peccato che sia già troppo tardi e lo diciamo su queste pagine da molti anni.

I dati demografici relativi al nostro Paese erano fino a qualche anno fa una spada di Damocle che pendeva sull’Italia, oggi sono ormai una spada già penetrata in larga misura nel corpo italico.

Dati inconfutabili, che da decenni erano già considerati assai veritieri dai tecnici demografici e che hanno ricevuto, non solo puntuale conferma qualche anno fa, ma che hanno anche subito un peggioramento relativo in termini di longevità.

Secondo gli ultimi dati ISTAT il saldo naturale, cioè la differenza tra nascite e decessi scende ancora a  meno di 165.000 unità: Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità giunta ad 1,35 figli per donna, un dato che sarebbe stato peggiore senza il contributo delle donne immigrate assai più feconde, sebbene con un andamento in discesa; inoltre, altro dato negativo, l’età media delle partorienti sale ancora arrivando a 31,6 anni.

Sempre il 2015 è stato il primo anno in cui il numero dei nati è sceso sotto la soglia simbolica di mezzo milione. Secondo i dati ISTAT, ancora provvisori ma molto probabili, ci siamo fermati a 488.000. Da notare che circa il 20 % dei nati sono figli di coppie immigrate nel nostro Paese.

Già oggi l’Italia è un paese con una forte percentuale di anziani, ma nel 2030, tra solo 14 anni, avrà un drammatico primato a livello mondiale: quello di essere il primo Paese al mondo dove il numero degli anziani supera quello dei bambini, ma già nel 2025, tra soli 9 anni, praticamente dopodomani, vedremo un rapporto pesantissimo di 2 over 75 contro 1 solo under 15.

Sull’invecchiamento della popolazione siamo comunque in buona compagnia, perché nel 2025 nei Paesi fondatori dell’Unione Europea, oltre il 30% della popolazione sarà di over 60.

Tornando ai dati demografici italiani, nel 2015 ci sono stati 54.000 decessi in più rispetto al 2014, pari al 9,1%; il tasso di mortalità si è attestato al 10,7%, il valore più alto dal secondo dopoguerra in poi; i decessi sono concentrati nelle classi di età molto anziane (75-95 anni).

Che il problema demografico, sia un fattore particolarmente pericoloso per il nostro Paese lo diciamo da anni su queste pagine e anche con idonee conferenze. Spesso abbiamo chiesto a soggetti politici dell’ intero arco costituzionale, quale misure intendessero adottare per creare una inversione di tendenza, non abbiamo mai avute risposte precise in merito, peggio ancora, abbiamo avuto la sensazione che il problema non fosse così presente nell’agenda politica italiana.

Sarebbe stato sufficiente che una decina di anni fa si fosse dato seguito ad una  vera politica per la famiglia, destinando alle giovani coppie e correlativamente alle imprese, tutte le risorse necessarie, non solo in termini monetari, ma anche di garanzie sul futuro dal punto di vista lavorativo e generazionale.

Come ha detto la ministra Lorenzin, la manovra immediata e “risolutiva” sarebbe il raddoppio del “ Bonus Bebè”: preferiamo non commentare questa uscita, ci limitiamo a far presente che comunque la maggior parte di questi fondi andrebbero a favore di non italiani.

Ribadiamo che sono ben altre le misure da prendere: è vero che i risultati positivi cominceremo a vederli soltanto tra una decina di anni e questo alla politica da molto fastidio, ma se non lo facciamo ora il precipizio è a due passi.

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Articolo pubblicato il 17/05/2016