I prodotti in laboratorio non vengano equiparati a cibo ma a prodotti a carattere farmaceutico

A dirlo il Direttore di "Coldiretti Cuneo", Fabiano Porcu.

Come facciamo da mesi, torniamo a parlare della cosiddetta carne coltivata e del fatto che sempre più Paesi hanno deciso di non introdurla nei loro carrelli della spesa.

Coldiretti Cuneo”, da sempre contraria al cibo sintetico, ha detto: “Lo stop da parte di buona parte dei Paesi dell’Unione Europea ai “cibi a base cellulare”, erroneamente definiti “carne coltivata”, è coerente con il fatto che l’UE ha già deciso di vietare gli alimenti prodotti da animali clonati e, da oltre 40 anni, la carne trattata con ormoni che vengono invece utilizzati nei bioreattori per la produzione di cibi artificiali”.

Se da un lato i puristi della carne tirano un sospiro di sollievo, dall’altra bisogna stare bene in allerta dal momento che – come spiegano i vertici di “Coldiretti Cuneo” – “Prima di qualsiasi autorizzazione alla produzione e al consumo di cibi a base cellulare i Paesi sostenitori chiedono alla Commissione Europea di avviare una consultazione pubblica su tali cibi che “non possono mai essere chiamati carne” e pongono questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, nonché di sicurezza sanitaria”.

Parole molto nette da parte della più cospicua associazione di categoria che sottolinea come “il quadro normativo attuale risulta inadeguato” dal momento che “queste nuove pratiche includono la produzione di alimenti utilizzando la tecnologia delle cellule staminali con la necessità di evitare rischi per la salute dei consumatori”.

Interessante punto di vista quello espresso, fra gli altri, dal Direttore di “Coldiretti Cuneo”, Fabiano Porcu (nella foto a destra), che chiosa puntualizzando: “Proprio per questo la sfida che Coldiretti lancia alle Istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio, nei processi di autorizzazione, non vengano equiparati a cibo ma a prodotti a carattere farmaceutico”.

La questione si fa rovente e, dunque, noi continueremo a seguirla con pertinacia.

 

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Articolo pubblicato il 29/01/2024