Ufficio Pio Compagnia di San Paolo Bilancio di Missione attività 2015

Contrastare la povertà intervenendo in modo preventivo sui fattori che producono disuguaglianze sociali

Il 20 maggio 2016 l’Ufficio Pio, ente strumentale della Compagnia di San Paolo, ha presentato il suo Bilancio di Missione relativo alle attività 2015.

Questa istituzione, nata nel 1595 per la distribuzione di doti matrimoniali a favore di fanciulle povere, agisce oggi su territorio attraverso progetti che operano secondo obiettivi specifici, per rispondere alle esigenze di destinatari con caratteristiche differenti. Gli otto progetti, raggruppati in tre aree di intervento, si differenziano per le modalità con le quali concorrono a perseguire la mission istituzionale.

Il 2015, proseguendo sulla strada tracciata dal Progetto di Programma Pluriennale approvato nel 2014, ha visto l’intera organizzazione coinvolta nel processo di focalizzazione sugli obiettivi strategici e sui beneficiari cui dare priorità nel perseguimento dello scopo sociale.

La ricerca del miglioramento e la continua evoluzione progettuale ed organizzativa, sono i tratti caratteristici a favore del tema della riproduzione in tergenerazionale della povertà: contrastare la povertà delle famiglie con figli minorenni oggi significa contribuire ad evitare che la povertà di questi bambini diventi la povertà degli adulti di domani. Nel 2015 sono oltre 3.000 i minori appartenenti ai nuclei famigliari in carico all’Ufficio Pio sostenuti nei vari progetti.

L’investimento complessivo dell’ente sul territorio torinese ammonta ad oltre   16,5 milioni di euro,  per sostenere direttamente e indirettamente 11.580 soggetti, di cui 8.697 in condizione di povertà assoluta.

I progetti dell’Ufficio sono organizzati in 3 aree di intervento: contrasto alla povertà, prevenzione della povertà, inclusione e reinserimento.

Il contrasto alla povertà sostiene 3065 famiglie per complessive 10271 persone   in condizione di povertà assoluta attraverso trasferimenti monetari, accompagnamento sociale, sostegno nella ricerca di una occupazione e servizi ricreativi ed educativi per i minori. Al sostegno economico si aggiungono numerosi servizi di tipo formativo, educativo, sociale e occupazionale attivati sulla base degli specifici bisogni espressi dai nuclei famigliari; non sitratta solo di sollevare la famiglia  o la persona in maniera temporanea dagli effetti della povertà economica, ma di contribuire a produrre un cambiamento duraturo di questa condizione sociale.

Con la prevenzione della povertà vengono attuati progetti di sostegno sociale, educativo ed economico a sostegno di soggetti e famiglie socialmente vulnerabili, onde evitare un ulteriore e più drastico impoverimento. Nel 2015 sono state interessate 1140 persone, tra le quali 200 studenti che saranno sostenuti nel loro percorso di studi per i prossimi cinque anni.

Con l’inclusione e reinserimento l’ Ufficio accompagna le persone socialmente escluse, perché senza dimora o in uscita da lunghi percorsi penali, con intervalli personalizzati, finalizzati al reinserimento nei propri contesti abitativi e famigliari. Sempre per l ‘anno passato hanno fruito di questo servizio 169 soggetti.

Per quanto riguarda il bilancio, dal punto di vista finanziario, le entrate ammontano a €18.640713, mentre le uscite sono €17.620119, per cui l’esercizio ha chiuso con un avanzo di gestione di  € 1.020119.

Il presidente dell’Ufficio Pio Nanni Tosco ha precisato che l’anno 2015 è stato un anno di grande rinnovamento organizzativo interno. Per questo il bilancio è stato dedicato in modo particolare a tutti gli operatori che malgrado importanti sollecitazioni e spinte di adattamento, non hanno mai cessato l’attività quotidiana a favore dei cittadini.

Interessanti gli interventi degli ospiti.

La Professoressa Daniela Del Boca si è soffermata sull’andamento della povertà, sia materiale che educativa, in crescita dall’inizio della crisi, che presenta una persistenza intergenerazionale che va combattuta con politiche di trasferimenti “condizionati” a certi comportamenti virtuosi delle famiglie. La povertà assoluta è più che raddoppiata in 10 anni, dal 3% al 7% (media) con punte del 29% al sud e del 23% per gli stranieri, a causa dell’aumento della precarietà della diminuzione del lavoro e della riduzione della redditività.

Impressionante la povertà educativa del nostro Paese dove il 21,4 % degli studenti non raggiunge i livelli minimi di competenza in matematica e dove circa il 50% dei bambini  non ha letto un solo libro in un anno. Questo è anche dovuto alle politiche attuate, destinate più a prestazioni monetarie e poco a prestazioni di servizi.

Il dottor Tiziano Vecchiato ha sottolineato come i genitori negli ultimi 30 anni abbiano trasferito ai loro figli livelli di povertà educativa sempre più crescenti rispetto a quelli che avevano loro da bambini. Ha inoltre precisato che l’Italia destina ai soggetti  0-3 anni solo il 0,5% del PIL, il valore più basso di tutti i Paesi dell’Unione Europea.

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Articolo pubblicato il 20/05/2016