Cosa farebbe Gesù ai tempi di internet e dei talent show?

" A volte ritorno": Cristo come non lo abbiamo mai visto, ma che in fondo speriamo possa essere così

La storia e la figura di Gesù Cristo è stata oggetto di numerosi film e libri che nel tempo sono serviti a riabilitarne la figura o la credenza anche agli occhi delle nuove generazioni.

Non è compito facile fare avvicinare le generazioni più recenti alla religione cattolica.

Complice anche la numerosa tecnologia che si sono ritrovati in mano praticamente appena nati e che da loro la possibilità di accedere ad una quantità di notizie e risorse che le generazioni che le hanno preceduti non avevano modo di fruire alla stessa maniera.

Era anche da tempo che non veniva pubblicato un libro così divertente e dissacrante sull'argomento. L'obiettivo è riuscito a John Niven, scrittore scozzese dal passato di discrografico, che con questo libro è riuscito in un intento non semplice.

Quello di saper descrivere una vicenda storicamente e umanamente importante come quella su cui si basa la religione cristiana con una semplicità disarmante.

Talmente semplice da risultare immediatamente pungente ed accattivante. Fin dalle prime pagine dei primi capitoli si viene coinvolti nelle vicessitudini che riguardano Gesù, rispedito sulla Terra da suo Padre nella trafficata New York degli anni di internet 2.0 e dei talent show televisivi.

Qui in breve tempo il figlio di Dio, tra una canzone rock e uno spinello (si avete capito bene, in questa storia Gesù è uno sballone) si circonda di personaggi dalle storie personali più disparate e difficili, con le quali instaura una sincera e duratura amicizia.

Ma come poter fare per riuscire a trovare il modo di diffondere il messaggio che Dio, per mezzo di Gesù, vuole far arrivare all'umanità?

Tra le sue tante doti, Cristo è anche un valente chitarrista. Dopo un'iniziale riluttanza, il Redentore prende in seria considerazione l'idea di partecipare al talent show televisivo American Popstar per poter usare quel palco e diffondere così il suo messaggio.

La trama si arricchisce quindi di elementi che rendono la lettura fluida e scorrevole, facendo si che il lettore diventi dipendente di ogni capitolo del libro.

Ci si ritrova in breve tempo e senza essersene accorti a superare la soglia delle duecento pagine lette, per poi giungere all'ultima pagina con la consapevolezza di stringere tra le mani uno dei prodotti migliori della letteratura del 2016.

Niven è in grado di essere dissacrante quando serve e realista al momento giusto, senza tralasciare una sana dose di adrenalina e pura crudeltà quando descrive la vera natura del genere umano.

Interessante è anche il ruolo che il talent show ha in tutta questa vicenda. Un vero e proprio spaccato in cui si alternano esemplari umani di ogni genere, numero e caso.

Una critica pungente fatta dall'autore, che vuole portare l'attenzione su come oggigiorno il talento (in ogni ambito) debba necessariamente passare attraverso il veto di quattro giudici.

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Articolo pubblicato il 16/06/2016