Celebrati i centocinquanta anni dalla morte dell’artista - uno dei significativi pittori dell’arte figurativa lombarda dell’Ottocento - in un rassegna alla Galleria Ricci Oddi su progetto condiviso con la Banca di Piacenza
Giovanni Carnovali, detto il Piccio ( nato a Montegrino Valtravaglia nel 1804 ) così chiamato affettuosamente dai conti Spini di Bergamo, è una delle personalità artistiche più significative dell’Ottocento italiano. Recentemente è stato celebrato al Palabanca Eventi di Piacenza, in un progetto espositivo, “Piccio, l’eccentrico geniale”, curato da Niccolò D’Agati, coordinato da Roberto Tagliaferri, realizzato in collaborazione con Mets Percorsi d’Arte.
Le caratteristiche della sua arte, estremamente personale e moderna, gli guadagnarono in vita l’immagine dell’artista eccentrico in rotta di collisione con la cultura artistica del tempo. Se durante la sua esistenza il Piccio si mosse al di fuori dell’ufficialità delle accademie – sempre sostenuto da un nutrito gruppo di colti e affezionati mecenati, soprattutto lombardi- bisognerà aspettare gli inizi del Novecento per assistere a una piena rivalutazione della sua personalità.
La mostra appena terminata, rende omaggio all’artista a centocinquant’anni dalla morte, avvenuta il 5 luglio 1873 nelle acque del Po, durante un bagno nel fiume. Tra le opere che erano esposte “Rinvenimento di Aminta tra le braccia di Silvia”, la riproduzione del quadro di grandi dimensioni, lo troviamo nell’abile e consigliabile catalogo della mostra. Il capolavoro realizzato in giovane età dal pittore, è di proprietà della Banca di Piacenza.
Nell’evento è stato restaurato, dalla Banca di Piacenza, la bellissima tela sempre del Piccio “Paesaggio di Brembate”, realizzato tra il 1868 e il 1869, anche questo riportato nel volume. Tutti i capolavori sono custoditi, assieme all’altra tela “Ritratto del dottor Giovanni Anselmi” – nella Galleria Ricci Oddi.
Giovanni Carnovali detto il Piccio rappresenta un caso singolare nella cultura figurativa lombarda del XIX secolo tanto per gli esiti pittorici della sua produzione che per fortuna critica dell’artista. Benché la carriera del Piccio si sia svolta in un panorama eccentrico, sia in termini linguistici che geografici, le sperimentazioni e le ricerche portati avanti dall’artista furono, dopo la sua morte, riconosciute come una premessa imprescindibile per gli sviluppi più aggiornati linguaggi artistici dei pieni anni Settanta, a cominciare dall’affermazione delle tendenze scapigliate, e le caratteristiche della sua arte hanno destato l’interesse e l’ammirazione di figure nodali della cultura artistica del’900 italiano, da Previati a Margherita Sarfatti, da Carlo Carrà a De Chirico.
L’esposizione, terminata alcuni giorni or sono con esaltante successo di visitatori, era accompagnata da un catalogo scientifico, di agile consultazione, curato da Niccolò D’Agati e Lucia Pini, testi di Silvia Capponi Niccolò D’Agati, Valeria Poli.
Descrizione immagini:
Foto copertina catalogo
Foto 1: Piccio “Rinvenimento di Aminta tra le braccia di Silvia”, 1832-1833 circa olio su tela, 195x256cm, Piacenza, Banca di Piacenza
Foto 2 Piccio “Flora con rose e corallo”, 1868-1869 olio su tela, 65,5x53cm Bergamo, Accademia Carrara
Foto 3 Piccio”Madonna con il Bambino in braccio” 1827-1830 circa olio su tela, 70,5x53cm Collezione privata, courtesy METS Percorsi d’Arte, Novara
Foto 4 Piccio, “Ritratto del pittore Pietro Ronzoni” 1825 olio su tavola, 37x30cm, Collezione Fondazione Cariplo Gallerie Italia - Milano
Foto 5 Piccio “Paesaggio a Brembate Sotto”, 1868-1869 circa olio su tela, 45x61cm Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
Le immagini che documentano il testo sono tratte dal volume:
“Piccio. L’eccentrico geniale” a cura di Niccolò D’Agati e Lucia Pini, pp.102 ill. col. Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Banca di Piacenza-banca indipendente, 2023 Piacenza.
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Articolo pubblicato il 01/02/2024