Strage di Orlando, dove sono finiti i moralisti da social network?

Dopo la strage avvenuta in un night club in Florida i soggetti dall'indignazione facile da tastiera tacciono. Troppo impegnati a tifare per gli europei?

Può un avvenimento sportivo di uno degli sport più "maschi" per eccellenza oscurare la gravità di un fatto come quello avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsa?

Evidentemente si. Pare che una competizione calcistica come l'europeo sia in grado di offuscare la mente e il cuore delle persone a tal punto da snobbare la drammaticità degli eventi che si sono consumati nel night club Pulse ad Orlando, Florida.

E proprio in quella che è tradizionalmente considerata la capitale mondiale del divertimento per famiglie vista l'ubicazione di uno dei più importanti parchi di divertimenti targati Disney cala il silenzio della morte e, ancora più beffarda, dell'indifferenza generale.

Per carità, i media ne parlano. I telegiornali ne danno risalto per sperare di mantenere vivo l'interesse di quella fetta di telespettatori che si sintonizzano per conoscere il risultato della partita di turno dell'europeo di calcio attualmente in fase di svolgimento in Francia.

Stesso trucco adottato dai giornali che tentano disperatamente di apporre numeri utili ad alzare le tirature e stampare un sorriso beffardo sul volto degli editori.

Ma in ogni caso si distoglie l'attenzione da quello che è il vero fulcro della questione: può una manifestazione sportiva di uno "sport" ormai talmente popolare come quello del calcio distrarre l'opinione pubblica su l'ennesima tragedia che torna a farci nuovamente discutere riguardo la morale e la libertà individuale nell'anno del Signore duemilasedici?

Ciò che lascia perplessi è un quesito che viene praticamente da se: che fine hanno fatto i moralisti da tastiera che in questi mesi si sono erti a paladini del politicamente corretto, pronti a cambiare la propria immagine profilo con la tragedia del momento?

Non sono forse le vittime della strage di Orlando anche loro esseri umani che hanno deciso di fare una scelta in un mondo e in una società che dovrebbe essere libera e tutelare le scelte e le convizioni di ogni singolo individuo?

Forse fa più comodo ricordare una strage che porta una nazione ad armarsi velocemente per cercare di vendicare l'onta subita piuttosto che ribadire che la nostra libertà è stata nuovamente minacciata da persone che possono colpire chiunque ed ovunque, senza distinzione di sesso, religione e mentalità.

Se una partita di calcio vale più della libertà di prendere qualsiasi tipo di decisione in un mondo libero e democratico ci meritiamo di essere conquistati e sottomessi da un gruppo di pazzi disposti a tutto pur di sgretolare le radici di tutto ciò in cui crediamo e in cui siamo cresciuti.

E mentre si contano e si piangono le vittime dell'ennesima tragedia che (forse) si poteva evitare, sentiremo le solite frasi che oramai hanno perso di ogni significato e che rimanno quello che sono: solo parole a vuoto.

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Articolo pubblicato il 16/06/2016