Modi di dire piemontesi

Il libro di Piero Abrate e Pino Perrone rappresenta un contributo paziente ed accurato dedicato allo studio e all’approfondimento della lingua piemontese, delle sue tradizioni, dei suoi usi e dei suoi costumi

Piero Abrate e Pino Perrone hanno appena pubblicato il loro volume “Modi di dire piemontesi”, edito da Ligurpress che rappresenta un contributo paziente ed accurato che va ad aggiungersi ai tanti dedicati allo studio e all’approfondimento della lingua piemontese, delle sue tradizioni, dei suoi usi e dei suoi costumi.

Cosa significa fé schissa? E, invece, fé san Trotin? Oppure, in quale momento storico è nata l’espressione bogianen? Quando è vissuta e chi era la regin-a del Balon? Perché ël di dle busie è il 19 marzo? E, ancora quando viene usato il modo di dire dotor ëd la Sorbon-a?

Modi di dire piemontesi” a questi come a una miriade di altre voci fra locuzioni, espressioni idiomatiche, metafore, paragoni ed epiteti fornisce una esaustiva e completa risposta.

«Mancava un volume completo e dedicato ai modi di dire - puntualizza Piero Abrate - Per questo con Pino Perrone ho lavorato pazientemente per raccogliere oltre 4.300 modi di dire. E questo grazie alla preziosa collaborazione di tanti amici e conoscenti che vivono in diverse aree geografiche del Piemonte. Ma anche con il supporto di saggi e vecchi volumi che scandagliano questa o quell’altra area geografica, alla ricerca di una parlata, figlia di un’identità culturale e storica. A spingerci in questa direzione è l’amore per le tradizioni della nostra terra, così ricca di espressioni e di termini come poche altre lingue al mondo».

Basta scorrere le pagine del volume per rendersi conto di quante espressioni i due autori siano riusciti a raccogliere, molte delle quali di fatto intraducibili con un corrispettivo italiano. Talvolta, per comprendere il significato gli autori hanno fatto ricorso all’etimologia francese e provenzale, altre volte addirittura rifacendosi allo spagnolo. D’altro canto, a un dizionario ricco di termini come quello piemontese non poteva che accostarsi una altrettanto ricca raccolta di espressioni e modi di dire. Gran parte di esse ha origini contadine (almeno il 70 per cento) e proviene dalle campagne del Torinese, del Cuneese, dell’Astigiano, dell’Alessandrino o di altre zone della nostra bella regione.

Nel selezionare le espressioni non potevano mancare gli epiteti e le parolacce, quelle stesse che esprimono le emozioni primarie dell’uomo: rabbia, sorpresa, disgusto, paura, divertimento, cameratismo. E che in gran parte conservano un potere, quello liberatorio. Una piccola imprecazione al momento giusto può servire a sfogarsi e stare subito un po' meglio!

Poiché le parlate variano non solo di provincia in provincia, ma addirittura di paese in paese, è lodevole la decisione degli autori che hanno deciso di utilizzare la grafìa dij Brandé Pacotto-Viglongo, codificata nel Settecento e ristrutturato negli anni Trenta del Novecento: una panacea rispetto a lingue che hanno svariati germogli di tradizioni (e stravaganti sperimentazioni) ortografiche.

Gli autori presentano le espressioni in ordine alfabetico, ma per aiutare il lettore nella ricerca è stato inserito un indice tematico. Per ogni modo di dire viene data la traduzione letterale in italiano, una dettagliata spiegazione e altre espressioni che si richiamano a quella indicizzata. In tal senso, il volume, come scrive Albina Malerba, direttrice del Centro Studi Piemontesi, nella prefazione, «risulta ricchissimo, curioso, di lettura piacevole, divertente e intenso. Si può aprire a qualsiasi pagina e trovarvi un mondo. Il nostro mondo, la nostra lingua, la nostra civiltà forse d’antan ma antivista, “un mond ch’a scota e a parla”. Ciapa lì e pòrta a ca».

Le illustrazioni sono del disegnatore Dario Allolio. 

Piero Abrate, nato nel 1955 a Sommariva del Bosco (Cuneo), vive a Torino. È giornalista professionista, appassionato studioso delle tradizioni popolari, con all’attivo diversi volumi dedicati alla sua terra, come “Nascita della stampa politica in Piemonte” (1989), “Cento anni di cinema in Piemonte” (1997), “Il Piemonte del crimine - Storie maledette”, “Io mi chiamo... - Dizionario dei cognomi piemontesi” (2009), Storie assassine (2016). Con Pino Perrone è autore del libro di barzellette in piemontese “Drolarìe e faribolade an piemontèis”.

Pino Perrone, nato a Torino nel 1936, dal suo pensionamento nel 1994 si è dedicato quasi esclusivamente allo studio, all’approfondimento e all’insegnamento della Civiltà culturale del Piemonte. Già docente per 30 anni al Corso di Cultura Piemontese alla Famija Turinèisa, insegna attualmente Lingua, Letteratura e Storia del Piemonte nelle Università della Terza Età in provincia di Torino e di Asti. Nel 2000 è stato scelto dall’Unione delle Associazioni Piemontesi nel Mondo, in accordo con la Regione Piemonte, per una serie di seminari in varie località dell’Argentina e del Brasile. È anche socio onorario dell’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali.

Dario Allolio, nato nel 1954 a Rocchetta di Pontestura nel Monferrato Casalese, da sempre ha la passione per il disegno, che coltiva come hobby. Ha disegnato le cartoline “tanti saluti da. . .” di tutti i Comuni del Canavese e “vestito” con le sue vignette saponette profumatissime.

 

Piero Abrate & Pino Perrone - Modi di dire piemontesi

Prefazione di Albina Malerba - Disegni di Dario Allolio

Ligurpress, 2016 - Pagine 368 - 50 illustrazioni - € 19,90

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Articolo pubblicato il 04/12/2016