Nel 2016, 60.000 viaggiatori sui treni storici delle FS italiane mentre il Museo Ferroviario Piemontese è bloccato.

Record di visite anche per il Museo di Pietrarsa.

Cresce, in Italia, l’interesse per i treni storici e la cultura ferroviaria. Nel 2016 sono stati 60mila i viaggiatori a bordo dei convogli d’epoca (+47% rispetto al 2015) della Fondazione FS Italiane e 230 gli eventi turistici (+39%) organizzati su vecchie linee ferroviarie d’interesse storico o paesaggistico.

L’Abruzzo è la meta più gettonata grazie alla spettacolare linea Sulmona-Carpinone, la cosiddetta “Transiberiana d’Italia”. Seguono le regioni dove sono presenti tracciati storici di particolare interesse, resi nuovamente agibili dalla Fondazione FS per il turismo ferroviario con il progetto “Binarisenza tempo”: la ferrovia del Lago in Lombardia, della Val d’Orcia in Toscana, dei Templi in Sicilia, della Valsesia e del Tanaro in Piemonte, la ferrovia dell’Irpinia in Campania.

I rotabili d’epoca restaurati ed utilizzati dalla Fondazione FS per i viaggi in treno storico, sono suddivisi tra locomotive a vapore, locomotori elettrici e automotrici  di vari gruppi, mentre le carrozze d’epoca sono principalmente le tipo 1928 “Centoporte”, le tipo 1947 “Corbellini fino alla serie UIC-X tipo 1969 Gran Confort.

Mentre in tutto il mondo le ferrovie turistiche sono un componente importante dell’economia, con milioni di viaggiatori/Paese, il nostro Museo Ferroviario Piemontese (MFP) è praticamente bloccato dai mancati finanziamenti da parte del Comune di Torino e della Regione Piemonte e anche da gravi errori burocratici, che hanno portato al sequestro dell’unico automezzo di trasporto in dotazione al museo nella sede di Porta Milano a Torino, a causa del mancato pagamento della Tari: tassa di circa 7.000 euro applicata all’intero piazzale ove sostano i rotabili da restaurare (!) ma anche non dovuta in quanto i “rifiuti dell’officina” sono tutti inviati alle raccolte specifiche quali metalli, legni ecc.

Da notare, che L’MFP è stato istituito con legge regionale del 1978 con lo scopo di reperire materiale ferroviario e tramviario, organizzare eventi e realizzare, con i rotabili restaurati, treni storici, utilizzando alcune delle dodici linee tagliate da RFI. Ci sono già alcuni progetti di treni storici, sulla linea Ceva-Ormea, sulla Novara-Varallo, la Torino-Ceres (con la collaborazione della Compagnia di San Paolo e della GTT) al fine di realizzare un nuovo tipo di economia regionale. Nella sede di Savigliano sono esposti i rotabili restaurati  già in grado di mettere in composizione un treno turistico operativo.

Auspichiamo quindi che al più presto sia rivista la Tari e arrivino i contributi previsti, specialmente quello regionale, perché quello del Comune è veramente risibile e che ci si renda conto che il turismo ferroviario è un ottimo affare per l’economia locale, come dimostrato dai dati di molti Paesi.

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Articolo pubblicato il 15/02/2017