La strategia di distruzione dell’Italia produttiva e industriale. 1ª parte

Cronologia del perché dovevamo morire, dal delitto Mattei ai giorni nostri

4 marzo 2018 gli italiani alle urne. Campagna elettorale mai così densa di “nulla”. Colpi bassi, ma nessuno ha più gli attributi. Nausea televisiva, spot del governo, di colpo c’è la ripresa economica!? Il nostro Stato non è in buona salute, il motivo è remoto e complesso, ma per prima cosa è necessario ricordare cosa si intende per Stato.

Stato”: entità giuridica e politica Sovrana, costituita da una popolazione localizzata in confini geografici dove liberi cittadini esercitano il governo su se stessi con elezioni democratiche, al fine di eleggere i loro portavoce politici che varano decreti e leggi atti a garantire il buon governo della Nazione.

Ecco dunque l’importanza di una conoscenza storica e retroattiva in cerca di molti perché, in vista delle elezioni in questo nostro “sacrificato” paese; fino agli anni 80 potenza industriale, oggi sprofondata ma non per caso. Il motivo ha radici lontane e internazionali, come sfuggente è la verità, ma come premessa, è onesto fare di conto su come siamo messi adesso:

  • Occupazione: 3.646.289 lavoratori precari 25.141.815 lavoratori a tempo indeterminato 3.673.046 disoccupati cronici.(fonte: Italia oggi).

  • Aziende: dal 2012 al marzo 2017 circa 830 aziende italiane sono passate in mani estere per un valore di circa 115 miliardi.

  • Acquistate nello stesso tempo all’estero dagli italiani circa 340 aziende per un ammontare complessivo di circa 65 miliardi

  • l’edilizia è immobile, l’indotto è fermo, le aziende chiudono nel silenzio (Embraco fa strumentalizzata notizia solo adesso, ma contava 2500 maestranze negli anni '80/90, oggi 500. E' da oltre 10 anni che ha iniziato a delocalizzare in Slovacchia), la ricostruzione annunciata ai terremotati da due anni è in attesa di fondi europei!?

  • Mezzo milione di cinquantenni sono disoccupati e senza pensione.

  • Circa 5 milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà, molti si rivolgono alla Caritas e ai cassonetti.

  • Il 19,9% dei giovani tra i 15 e i 24 anni sono senza lavoro e non lo cercano più.

  • Circa 250.000 giovani lasciano l’Italia e vanno all’estero (fonti: Sole 24ore)

  • il flusso dei “rifugiati” non meglio identificati è fuori controllo, l’Europa promette, ma chiude le frontiere. Fenomeno programmato per destabilizzare il tessuto interno sociale.

  • Il debito pubblico è in continuo aumento e il Paese, saccheggiato dalla politica monetaria europea, è considerato a rischio. Paese in vendita, discount di eccellenza. Doveva essere così.

  • Il ruolo di sudditanza dell’Italia nei confronti dell’Europa e del resto del mondo è in reale continuo aumento. Nazione che conta sempre di meno sullo scenario internazionale, ma non è sempre stato così.

Sono argomenti trattati in modo superficiale dalla campagna elettorale impegnata a farsi la guerra con proiezioni demoscopiche, reciproci insulti e fantasiose promesse da “un pugno di dollari più”. Eppure vi è stato un momento in cui l’Italia era un paese molto rispettato, quarta potenza manifatturiera al mondo. Siamo caduti da soli così in basso?.

L’Italia era una potenza scomoda; servivamo, ma dovevamo morire.

Tutto è iniziato da lontano.

L’Italia ha sempre avuto pochi amici, ma per la sua posizione geografica è da sempre “servita” ora a una, ora a un’altra “alleanza”. Nel dopoguerra il suo ruolo è stato significativo fino al 1989 e la caduta del muro di Berlino. Un evento che ha modificato i contrappesi internazionali. Alcune porzioni del mondo hanno acquistato importanza, altre ne hanno perduta, l’Italia tra queste. Si è trattato di un momento di parziale sganciamento strategico da parte dell’alleanza atlantica, ma il controllo e poi la corrosione dell’Italia da un altro punto cardinale, quello industriale - economico, era iniziata molto prima.

Il colpo di grazia alle sue potenzialità è stato dato dalla svalutazione monetaria nel cambio £./€, entrato in circolazione il 1º gennaio 2002, concordato da Romano Prodi, con l’intenzione di dimezzare il debito pubblico, ma la Repubblica, con la perdita di sovranità dello Stato, era già votata al sacrificio, entrando a far parte dell’Europa a trazione Germania Riunita, che voleva la deindustrializzazione dell’Italia, come aveva previsto Giulio Andreotti in tempi non sospetti: “amo talmente la Germania che sono felice che ce ne siano due” .

Però, la saga della “inspiegabile” retrocessione in cui siamo sprofondati era stata decisa da interessi economici dominanti, prima atlantici e poi europei, a cui davamo molto fastidio. Fatti ancora oggi da chiarire, che risalgono ai primi anni '60.

L’Italia, risollevatasi dalle macerie della guerra con un “miracolo economico” di inattesa portata, nel corso degli anni 60 aveva superato la produzione della Gran Bretagna, stava affiancando quella di Francia e Germania ovest, ma non solo. Anche gli Stati Uniti erano preoccupati per un'autonoma politica di espansione "Mediterranea" del nostro Paese, collegata a un bacino petrolifero vicino a noi e con il quale stava dialogando un uomo ingombrante.

Enrico  Mattei e il Jet con il logo "Supercortemaggiore" 

Lo avvalorano episodi tragici. Il primo è la morte nel 1962, di Enrico Mattei, geniale stratega dell’ENI, multinazionale petrolifera (dal 1952) in piena espansione grazie alla sua politica filo-araba, in competizione con le “Sette Sorelle” angloamericane, uomo anche sgradito dai vertici della Dc per la sua intraprendeza nel condizionare la politica estera.

Recenti inchieste collegano alla morte di Mattei quella del giornalista Mauro De Mauro, che si presume avesse scoperto congiure "statali" e una pista “francese”; agenti dell’ex Oas inquadrati dalla Cia nell’organizzazione terroristica “Stay Behind” che, appoggiandosi a cosche mafiose compiacenti (Totò Riina, poi assolto), avrebbero sabotato l’aereo di Mattei. (Leonardo Sciascia commentò: Forse aveva detto la cosa giusta alla persona sbagliata o la cosa sbagliata alla persona giusta).

Misterioso, altro omicidio, fu quello di Pier Paolo Pasolini, che nel romanzo “Petrolio” aveva denunciato i mandanti dell’omicidio Mattei,che ufficialmente era morto in “incidente” aereo. Tesi accreditata dall'allora ministro della difesa Giulio Andreotti (Da reportage di Rai Storia e dal libro "Il caso Mattei" di Vincenzo Calia & Sabrina Pisu).

Altre morti antecedenti avevano privato l’Italia di pionieri dell’innovazione in competizione con gli USA. Nel 1961 quella di Adriano Olivetti, lungimirante industriale, direttore dell'azienda di Ivrea che si stava imponendo nella ricerca tecnologica, e nel '62, quella di Mario Tchou, genio informatico e ingegnere Italo cinese che stava portando l'Olivetti all’avanguardia nell’elettronica, morto a 37 anni in un incidente stradale.

Nel primo caso, lo sceneggiato ''Adriano Olivetti'' del  2013 Rai “romanzava” un velato dubbio, nel secondo caso, Carlo De Benedetti, già amministratore delegato dell'Olivetti, in un’intervista di Giovanni Minoli su Radio24, nel 2013 ipotizzava un complotto della C.I.A. per eliminare Tchou, artefice dell'avazato supercalcolatore elettronico Elea, poi acquisito dalla General Eelectric.

Il supecalcolatore Elea nel 1956

Misteri che rimangono, ma la storia ci riporta di certo che, dopo la morte di Tchou e Olivetti, lo sviluppo dell’informatica fu solo terreno per l’industria americana, così come dopo la morte di Mattei, l’egemonia petrolifera delle “sette sorelle” non ebbe più fastidiosi concorrenti. L'Italia non ebbe più una industria energetica propria, ma divenne paese importatore e di trasformazione. Un buon cliente.

Fine 1ª parte

Ampia documentazione sul Web, per un approfondimento più dettagliato e per il piacere del lettore, alcuni reportage, filmati e trasmissioni. Interessante il film: Il caso Mattei, dall'omonimo libro e interpretato da un magistrale Gian Maria Volontè.

http://www.radio24.ilsole24ore.com/notizie/carlo-benedetti-mix24-radio24-115926-gSLAEn7XX?refresh_ce=1

https://www.youtube.com/watch?v=BmC3Q_QOQEE

https://www.raiplay.it/video/2017/02/Blu-notte-Mauro-De-Mauro-b7c11aaf-9ddc-4942-9e99-dac0d20e5eb2.html

http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma-puntate/enrico-mattei/23863/default.aspx

2ª, prossima parte: il delitto Moro, le stragi di Stato, le manovre sulla Banca d’Italia…


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Articolo pubblicato il 25/02/2018