Le imprese di Fleximan, il giustiziere degli autovelox, sono giunte fino al Regno Unito

Quale insofferenza popolare si cela dietro quello che a tutti gli effetti dovrebbe essere percepito come un danno alla “cosa pubblica”?

Il 24 gennaio 2024 un articolo di Moto.it riportava: “Una task force di 100 pattuglie è sulle tracce di Fleximan, la mano è la stessa tra Padova e il Polesine. Potrebbe essere un gruppo organizzato. Nelle ultime settimane sono stati quasi 15 i dispositivi abbattuti solamente in Veneto, siamo giunti alla fine?”

Il 31 gennaio 2024 il mensile Quattroruote forniva la mappa dei 20 colpi dell’inafferrabile Fleximan, o chi per lui, messi a segno in Nord Italia. L’ipotesi che vi siano degli emulatori sta sempre più prendendo piede. Anche i piloni deterrenti di colore giallo o blu, solo saltuariamente forniti di telecamere hanno iniziato ad essere presi di mira, ma sul giornale si apprende che alcuni dei “giustizieri della notte” che hanno sradicato queste ultime colonnine si sono fatti beccare.

Su di loro, come per i più astuti killer della sega circolare, incombe una denuncia di danneggiamento aggravato di un “bene pubblico” e chi inneggia alle loro gesta rischia un’apologia di reato. Ma il popolo degli automobilisti reputa gli autovelox come un bene pubblico o piuttosto un bene economico per molti Comuni a caccia di quattrini facili? Di certo le imprese del “segatore mascherato” hanno stimolato la fantasia di molti e Fleximan spopola sui social.

Sempre il 31 gennaio, sul Corriere Adriatico si leggeva che un presunto imitatore di Fleximan anticipava prossime incursioni su autovelox di Santa Maria Nuova, con fucilate promesse ai Vigili Urbani, alzando il tiro della protesta, ma senza suscitare simpatia popolare. Storicamente la figura del supereroe non spara a nessuno.

E mentre i predatori di autovelox iniziano a muoversi anche nel Salento, le imprese di Fleximan hanno suscitato l’attenzione anche nel Regno Unito, dove la BBC ha annunciato: “un uomo conosciuto come Fleximan ha rivendicato la distruzione di alcuni autovelox, specie nel Nord Italia”, aggiungendo che sui social veniva acclamato come un moderno Robin Hood.

L’interesse degli inglesi è giustificato perché anche nel Regno Unito si sono verificati attacchi contro rilevatori di velocità, sia in Cornovaglia, dove due tagliatori di autovelox sono stati arrestati, sia a Londra. Gli inglesi però non si interrogano solo sulla frustrazione degli italiani nei confronti degli autovelox, ma anche su altre statistiche, perché nonostante l’enorme spiegamento di telecamere, in Italia le vittime della strada sono il doppio rispetto al quelle del Regno Unito

In effetti l’Italia ha più autovelox di qualsiasi altro Paese europeo, ben 11.000, mentre in Germania si limitano 4.700 e nel Regno Unito sono 7.700, ma pare  che da noi si tratti di dispositivi soprattutto posizionati per far cassa. Nel 2022 una città media come Firenze ha incassato ben 23,2 milioni di euro, bazzecole rispetto a Milano, Genova e Roma.

Inoltre, la BBC ha attribuito lo stressato fervore della classe motoristica italiana che parteggia per Fleximan, anche ai recenti limiti di velocità a 30 km/h in vasti centri cittadini, come a Bologna. Esperimento poco gradito quando è stato imposto nel Galles, limitando la velocità a 20 miglia orarie.

Anche l’aumento di dossi che bloccano bruscamente la marcia, attualmente ancora rari sulle scorrevoli strade inglesi, sono stati abbinati a un aumento della mortificazione degli automobilisti italiani. La prova è che ha fatto la sua comparsa una nuova, autoacclamata figura: Dossoman, che ha iniziato a danneggiare i dissuasori di velocità in Emilia Romagna.

Nonostante il numero di autovelox e di altri dissuasori, la BBC ha confermato che l’Italia piange 54 morti in incidenti stradali per milione di abitanti, mentre nel Regno Unito si contano 26 vittime per milione e in Irlanda 31. Dunque, pur non essendo l’Italia maglia nera in Europa, c’è da interrogarsi su quali siano veramente le cause di una tale disparità di numeri relativi alle vittime della strada.

È una questione culturale e comportamentale? Poiché la maggior parte degli incidenti si verificano in area urbana, quanto è responsabile il fondo stradale? La repressione dei piloti indisciplinati segue una metodica insufficiente? Con molta probabilità è lecito supporre che certe colpe vadano equamente distribuite, ma ritornando alle imprese di Fleximan, nonostante l’opinione pubblica non sia plebiscitaria, il consenso strisciante verso i killer dai flex elettrici indica che di farsi spremere con ogni pretesto consentito dalla legge, gli automobilisti italiani ne hanno veramente le tasche piene… di essere svuotate.

Ultime notizie riportano di nuovi emulatori in Liguria, a Ravenna e in altri comuni d’Italia, mentre a Verbania il Fleximan piemontese, un vendicatore solitario di cinquant’anni, è stato arrestato, ma a Treviso.... Cartman ha abbattuto i pali dei 30 kmh...

La sfida è sempre più aperta, al momento la Fleximania sta diventando virale. Un fenomeno all’interno del quale è interessante analizzare un movimento ironico-civico alternativo da non sottovalutare. Già sui siti di e-commerce vanno a ruba gadget e magliette.  Prima o poi spunterà un Semaforiman? A questo punto c’è da aspettarsi di tutto.

 

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Articolo pubblicato il 03/02/2024