Grazie alle batterie, eolico e fotovoltaico produrranno metà dell’energia 2050

New Energy Outlook 2018 di Bloomberg fa luce sul futuro del mix elettrico a lungo termine: entro la metà del secolo l’energy storage si guadagnerà 548 miliardi di dollari

Fonte: Rinnovabili.it

Cosa dobbiamo aspettarci dall’energia 2050? Bloomberg New Energy Finance risponde oggi a questa domanda con un nuovo studio, frutto del lavoro di oltre 60 analisti a livello mondiale e una sofisticata modellazione dei sistemi energetici, paese per paese. Un lavoro mastodontico, riassunto nelle 150 pagine del New Energy Outlook 2018. Il report guarda lontano, fino alla metà di questo secolo, per descrivere quello che sarà il futuro del sistema elettrico mondiale. Un futuro che si riorganizzerà fisiologicamente – sottolineano gli esperti – intorno alle rinnovabili a basso costo, eliminando le fonti che non tengono il passo con il cambiamento.

Spiega l’analista Elena Giannakopoulou “Il carbone emerge come il più grande perdente nel lungo periodo battuto sui costi da eolico e fotovoltaico nella produzione di elettricità, e da batterie e gas nei servizi di flessibilità”. E se il carbone si ridurrà progressivamente sino a rappresentare solo l’11% dell’energia 2050 (fronte elettrico), le FER non programmabili colmeranno gran parte del vuoto lasciato dalle fonti fossili.

LE ENERGIE RINNOVABILI – Gli analisti ritengono che entro la metà del secolo, eolico e fotovoltaico offriranno da soli metà della capacità mondiale di produzione elettrica. Nel complesso le green energy sono destinate fornire, per il 2050, l’87% del mix elettrico europeo, il 75% di qullo dell’India, il 62% di quello cinese e il 55% di quello USA.

Questo trend, tutto in positivo, è merito essenzialmente di due fattori: la riduzione dei costi tecnologici e la diffusione delle batterie. “Ci aspettiamo che vengano investiti circa 548 miliardi di dollari nella capacità delle batterie entro il 2050 – afferma, Seb Henbest, autore principale del New Energy Outlook 2018 – due terzi dei quali destinati agli impianti a livello di rete e un terzo per le installazioni ‘behind-the-meter’ di famiglie e imprese”. Calerà il prezzo dello storage così come, il costo livellato dell’elettricità (LCOE): per i nuovi impianti fotovoltaici dovrebbe scendere del 71% entro il 2050; per l’eolico onshore diminuirà del 58%.

IL GAS NATURALE – Nel contempo il settore del gas riadatterà il suo ruolo nel mix elettrico a favore della transizione energetica: secondo BNEF le centrali saranno progressivamente costruite per supportare le rinnovabili non programmabili anziché produrre il cosiddetto carico di base. Il rapporto stima che nel futuro a lungo termine, saranno investiti sino a 1.300 miliardi di dollari in nuova capacità a gas, di cui quasi la metà sarà destinata a impianti di picco (i cosiddetti “peakers”) anziché a ciclo combinato. In questo scenario tuttavia, la fonte fossile è destinata ad aumentare  il suo contributo del 15% tra il 2017 e il 2050. “Anche se avessimo smantellato tutte le centrali a carbone del mondo entro il 2035 – spiega Matthias Kimmel, analista di economia energetica presso BNEF – il settore energetico starebbe ancora seguendo una traiettoria pericolosa per il clima, bruciando troppo gas”.

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Articolo pubblicato il 22/06/2018