L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: il Presepe, simbolo della Natività

Un credo con cui la nostra cultura lancia un messaggio di pace universale

L’avvicinarsi delle festività natalizie mi induce alla riflessione su ciò che sta minando la storia e la tradizione religiosa del popolo italiano, o meglio di ciò che ne rimane.

E mi riferisco all‘abolizione del presepe che, in ultima analisi, sta diventando il cavallo di battaglia per quel manipolo di insegnanti buonisti che attribuiscono ad esso una funzione diseducativa in quanto discriminatoria ed irrispettosa nei confronti di chi, proveniendo da altri Paesi, professa un credo diverso da quello con cui la nostra cultura, ereditata dai padri, vuole lanciare un messaggio di pace universale.

Senza tener conto che nel Presepe sono presenti testimoni di altre confessioni religiose che raggiungono il luogo della “Natività” per portare doni preziosi e propiziatori per nulla “offesi” dal simbolo della cristianità.

Senza contare, ancora, che nelle aule scolastiche il “problema” è stato sollevato da chi ha in mano l’educazione morale degli allievi oltre che quella prettamente legata alle materie letterarie o tecniche. Gli studenti sono rimasti al di fuori di una diatriba dai risvolti politici che nulla dovrebbero avere a che fare con le date di un calendario che rispetta le ricorrenze secondo la propria origine.

Anzi, mi sento di affermare la curiosa attenzione, specie nella giovane età, di chi si trova a confrontarsi con una realtà diversa da quella che vive fra le mura di casa senza tuttavia provarne turbamento. Un turbamento che, invece, si sta rivelando tale per l’Unione Europea che, sbandierando uno strano concetto che vuole introdurre il termine “religiosamente corretto”, sta muovendo i primi passi, partendo non a caso dal Belgio, per una rivisitazione corretta degli orientamenti generali in materia religiosa e di professione del culto.

Ma ciò non mi stupisce più di tanto: l’era delle globalizzazioni doveva coinvolgere, prima o dopo, anche il credo mistico sviluppato nelle più variegate espressioni, e mi si perdoni questa cruda e poco riverente espressione. Sta di fatto che una sottile guerra psicologica sta minando gli equilibri faticosamente raggiunti dopo anni di cruente e sanguinose recriminazioni.

Tutto ciò favorisce la rinascita del terrorismo religioso che fa uso della violenza per sopraffare la parte avversa in quella che oso definire "missione impossibile" parafrasando il titolo della serie ideata da Bruce Geller.

Ed allora il buon senso insegni che, oggi più che mai, l’inclusione vale assai più dell’esclusione e che il buon insegnamento è il miglior antidoto contro il razzismo e l’emarginazione: il relativismo culturale e la peggiore forma discriminatoria.

Per cui l’abolizione del Presepe in Italia non può diventare il simbolo della laicità dopo 785 anni di storia che ci riportano al 1233, all’epoca di San Francesco: ciò vorrebbe dire ignorare, o peggio ancora rinnegare, l'evoluzione storica e culturale del nostro Paese.

 

         

         Civico20 News     

 Il Direttore responsabile                                    

         Massimo Calleri       

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Articolo pubblicato il 18/11/2018