Cala la pubblicità sui giornali. Vola Apple News.

Cartaceo o digitale, quale il futuro?

Sempre meno pubblicità sui giornali cartacei: secondo i dati dell’Osservatorio Stampa Fcp del periodo gennaio-febbraio 2019 il loro fatturato pubblicitario registra un calo del -11,4%. Mentre dall’altro capo dell’atlantico Apple News  Plus (la “Netflix delle notizie” targata mela) vola raccogliendo 200.000 abbonati nelle 48 ore dopo il lancio, che si è tenuto lo scorso 25 marzo negli Stati Uniti; e Facebook vaglia l’idea di una scheda notizie integrata nel social network. A ciò si aggiungono le polemiche parole del Sottosegretario Crimi che su Facebook (ironia della sorte) all’indirizzo del gruppo GEDI (Repubblica e L’Espresso) accusato di “fare mera propaganda politica”.

Con i fondi pubblici a rischio di saltare e con la pubblicità che cala, quale futuro si prospetta per l’informazione e per il giornalismo? L’inquietudine non si placa pensando alla Rete, dove i costi delle pubblicità non sono neanche paragonabili al cartaceo ed è difficile sfondare con una politica di abbonamento (o paywall), dal momento che l’utente italiano è stato abituato a trovare gratis in Internet informazioni.

Dare i giornali in pasto al mercato per saggiarne la salubrità del modello economico di questi tempi significa indirettamente spingere l’informazione verso le grandi concentrazioni editoriali; al tempo stesso aumentare ancora di più la dipendenza dalla pubblicità e di conseguenza da chi compra quest’ultima.

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da Programmatic Italia)

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Articolo pubblicato il 19/04/2019