Un anno dal crollo del ponte Morandi. Il progetto di Renzo Piano

Riflessioni ispirate dai disegni e dal plastico diffuso dal grande Architetto

14 agosto 2018-14 agosto 2019. Sono passati 365 giorni dal crollo del viadotto di Genova, indimenticabile disastro impresso nella nostra memoria per sempre. Dopo il momento dal lutto e quello delle polemiche, la ricostruzione del ponte Morandi, a un anno dall’immensa tragedia, sembra infine essere avviata all'edificazione della nuova opera in tempi brevi.

Il padre del progetto è l’architetto genovese Renzo Piano, un professionista e un uomo patrimonio dell’umanità, garanzia di un moderno monumento alla mobilità, armonioso nelle forme, quanto solido e duraturo per "almeno cent'anni", come d’obbligo gli si conviene. 

Come il ponte edificato dal suo predecessore, anche il “ponte Renzo Piano”, all’occhio di chi scrive, modesto architetto, così mandato in opera come il progetto più volte presentato alla stampa, si distingue per una snella, temeraria impostazione della filante struttura portante.

Osservando la sezione frontale del disegno presentato alla stampa, gli sbalzi laterali delle due corsie sono molto ampi e trasmettono una impressione di leggerezza, quasi come se la struttura fosse in buona parte appoggiata sull'aria. Forse quasi troppo?

Si tratta di un'opera che, oltre a ripristinare la viabilità, darà origine a un viadotto destinato ad affiancarsi alle migliori opere architettoniche autostradali, monumenti della nuova era; opera evocativa, audace e poetica, che suona al vento, e che all'occhio di chi scrive, forse avrebbe meritato pilastri portanti di larghezza maggiore, per quanto restituisca un'idea di precarietà, soprattutto in caso di un diverso flusso di traffico sulle due drezioni di marcia. Parole di troppo, proprio ispirate dall'audacia del progetto.

Se queste righe arrivassero all’occhio del Maestro, non ci troverei da ridire nel sentirmi poi trattare con sufficiente tolleranza, magari acquisendo dati dei quali non sono a conoscenza. Pagherei pegno volentieri, pur di soddisfare una endemica curiosità professionale. Buon lavoro dunque & che nuovo ponte sia, che tutto giunga a felice compimento nonostante il clima politico seccante, confuso e inconcludente che in questa Italia "delle 7 beghe", concede di sollevare qualche Cartesiano dubbio tra l'intenzione e la buona fine della ricostruzione.

Immagine: vita.it

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Articolo pubblicato il 14/08/2019