Il “già e non ancora” del Piemonte Turistico

Partire da Atlanti che fondino la narrazione dei territori

In questa rubrica che cerca anche di dare strumenti per fotografare l'economia piemontese, teniamo a occuparci di Turismo. Non certo in omaggio al periodo vacanziero, piuttosto perché anche qui possiamo cogliere la concretezza del “già e non ancora” che caratterizza larghi settori produttivi e dei servizi del nostro territorio.

 

Un recente studio di Unioncamere Piemonte, sui dati 2018, ci rivela che “il sistema turistico piemontese in senso lato – considerando cioè anche trasporti, intrattenimenti e agenzie di viaggio – conta oltre 46 mila imprese e 153 mila addetti, pari al 10% del Pil regionale. Restringendo il campo a ricettività e ristorazione, il dato scende al 2,3 % del Pil – penultimo posto in Italia – contro il 3,2 % nazionale”. La spesa media giornaliera per il pernottamento, poi, “è sui 47 euro a testa contro i 52 nazionali, e per tutto il resto è di 63 euro contro 81”. La Regione è comunque “al settimo posto in Italia sia per numero di imprese, con una quota pari al 6,4% del totale nazionale, sia per addetti, che sono il 6% del totale italiano”. Il cosiddetto tasso di turisticità, ottenuto rapportando i pernottamenti alla popolazione complessiva, colloca il Piemonte al terzultimo posto italiano, davanti solo a Sicilia e Molise.

 

Una situazione che ha fatto scrivere a un acuto osservatore delle cose subalpine come il giornalista Beppe Gandolfo: “cos’è che non va? Non va bene che sia un turismo mordi e fuggi, da un giorno o poco più, che il visitatore venga una volta e poi non torni più e, soprattutto, che soltanto il 20% dei turisti che arrivano in Piemonte siano stati richiamati dal web, da internet. Siamo ancora al passaparola, che va benissimo. Addirittura il 53% dei visitatori è arrivato su consiglio di amici”. L'illustre collega evidenzia come “siamo una bella regione, con grandi attrattive, ma il turismo non rende come dovrebbe e potrebbe. Quante località, quante aziende, quanti hotel, quanti ristoranti sono presenti e attivi su internet? Attenzione. Non vuol dire soltanto avere un sito, ma significa tenerlo aggiornato quotidianamente, collegarlo ai social network, utilizzarlo per campagne promozionali. Attività che non si possono fare artigianalmente, nei ritagli di tempo: occorre affidarsi a società di comunicazione specializzate”.

 

Dai Impresa, con il supporto di Echos Group come partner nella comunicazione, lavora da tempo per sensibilizzare intorno alla decisività della narrazione. Non a caso ha aderito all'associazione “Terre di Sacra”, nata intorno alla candidatura della Sacra di San Michele a Patrimonio culturale Unesco, nell'ambito di quella seriale de “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini medievali in Italia”. Egualmente ha guardato al progetto “Terre d'Acaia”, ideato dal Centro studi “Silvio Pellico” e supportato dall'Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Pinerolo, che vuole dare un respiro diverso al “vero Piemonte” racchiuso tra Pinerolese e Fossanese.

 

Per costruire davvero la necessaria consapevolezza occorre, per dirla con il propugnatore di quest'approccio Giacomo Bottino, costruire degli “Atlanti dei valori territoriali”. Solo così si potrà proporre, in un virtuoso abbraccio tra tradizioni e innovazione, un'esperienza turistica del Piemonte.

 

I dati non incoraggianti, in quest'ottica, possono essere uno sprone a cambiare approccio. Il nuovo governo regionale è auspicabile non si faccia sfuggire l'opportunità.

 

Marco Margrita

 

 

 

(Immagine in copertina tratta da chiarabunino.blogspot.com)

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Articolo pubblicato il 21/08/2019