Roberto Saviano - Il giovanotto che ha fatto conoscere al mondo un’antica cultura mediterranea

La camorra di Napoli

Lui è nato a Napoli, la città che si è dotata di un sindaco magistrato, ma che ha il merito, riconosciuto da tutti, di occupare ogni giorno nei telegiornali almeno la metà dei servizi che narrano le vicende criminose che si svolgono in Italia.

Roberto Saviano è nato a Napoli nell’anno 1979 ma è un casertano di origine controllata, poiché è cresciuto a Casal di Principe dove ha iniziato la sua attività di giornalista. Un ambiente ed un humus a lui particolarmente idoneo per l’inquinamento del sottosuolo e per la capillare diffusione della criminalità.

Vivendo in un posto del genere, non gli è stato difficile, mettere insieme degli articoli dei giornali locali e farsi una precisa conoscenza delle vicende che in quelle terre si svolgevano.

Dopo avere assemblato molte cronache locali, le ha condensate in un libro che ha intitolato GOMORRA e che, pubblicato nel 2006, ha avuto successo, perché ha contribuito a diffondere in tutto il mondo l’immagine di un paese incapace di dominare le organizzazioni criminali.

Saviano non è stato il primo e la sua non è stata un’idea originale, perché da sempre l’industria cinematografica internazionale dipingeva l’Italia, già dai tempi di Al Capone, come la culla e la terra di origine di tutte le mafie, che nate qui, si erano diffuse in tutto il mondo.

Gomorra è stato tradotto in 41 paesi, che non aspettavano altro che diffondere l’immagine di un paese che, grazie alle indicazioni del casertano, potevano dipingere come un territorio pervaso dal crimine e governato da cosche delinquenziali.

Non lo ha capito, ed è giunta a definire lo scrittore “il migliore autore di novità italiano”, buona parte del main stream nazionale, che lo ha concelebrato e che stupidamente ha contribuito alla diffamazione della nostra nazione, ampliando con una versione cinematografica, la risonanza del libro.  

Munito di questa aureola, il Saviano è stato assunto nel contesto delle correnti radical shic ed in quelle politically correct, ed è stato e considerato uno scrittore di rango dai conduttori di alcuni talk show. Purtroppo per loro,  anche editori e direttori dei giornali Repubblica ed Espresso, gli hanno dato fiducia. Ma, dando voce alle sue elucubrazioni, hanno perso lettori. Tanto da essere costretti a vendere quelle testate.

A seguito di qualche avvertimento non troppo gentile giuntogli da qualche malavitoso, il casertano, nonostante il suo aspetto da bullo, fu sconvolto dalla paura, e chiese con insistenza una scorta armata (lui che è sempre stato contrario alle armi) che gli fu concessa da una sempiterna “risorsa della repubblica”, quel Giuliano Amato che allora era ministro degli interni.

Da allora, correva l’anno 2006, il Saviano gira l’Italia ed il mondo con una scorta armata che noi continuiamo a pagargli, nonostante siano trascorsi ben venti anni, e nessuno abbia mai, in questo lungo tempo, dimostrato interesse per una nullità come lui.

Da qualche tempo l’attenzione sulle sue tiritere si è attenuata. Conscio di avere al suo fianco più solo intellettuali del calibro di Fazio e Littizzetto, ha meditato a lungo. Ha scoperto che per farsi notare non gli era più sufficiente l’assioma del regista Moretti che recitava: mi notano di più se non mi faccio vedere con Fabio e Litty o se non partecipo più a che tempo che fa?.

Ha fatto allora ricorso agli studi giovanili effettuati nei grandi centri culturali della sua Caserta, ed ha deciso di fare qualcosa che avesse la massima risonanza.

Sapendo di poter contare su di una benigna acquiescenza del governo della cristianità, oggi nelle mani di un Generale dei gesuiti e di alcuni suoi fedeli schierani, ha deciso di attaccare uno dei più amati simboli del cattolicesimo, Maria Vergine, distruggendone il dogma della verginità.

Il casertano ha capito che non vi era nulla di più aderente alla sua fantasia oscena, che introdursi nell’intimità della Sacra Famiglia, mostrando un quadro dove Maria è nell’atto di partorire con le cosce spalancate e grida straziata, mentre il capo del bambino fuoriesce dalla vulva aperta. Un vero atto di vilipendio inferto a tutta la cristianità, contando, come abbiamo già scritto sulla protezione a lui accordata da tutto l’ambiente sinistrorso del paese.

Poiché è solito disquisire di delinquenza e l’individuo è quello che è, desta relativa meraviglia il suo inqualificabile comportamento.

Alcuni preti hanno detto che Saviano fa schifo.

Appare invece incomprensibile e disgustoso l’atteggiamento assunto da molti esponenti della gerarchia ecclesiastica, che si sono comportati allo stesso modo delle famose tre scimmie: non sentono, non vedono e soprattutto non parlano.  

Alcuni vescovi ed arcivescovi democratici sono addirittura insorti ed hanno gridato, la loro grande indignazione nel confronto di uomini politici che esponevano il rosario ed invocavano in pubblico l’aiuto di Maria Vergine.

Per loro, esporre il rosario non va bene, mentre per loro vilipendere la religione “dignum et iustum esr”.

Perché invece “necesse est” interpretare e diffondere quel vangelo novello, di stampo gesuitico, importato in  Roma dal padre Generale della Compagnia di Gesù.

(forse papa nero).  

(immagini The Guardian - Abe Books - lefigaro.fr - Globalist Syndacation)

 

 

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Articolo pubblicato il 31/12/2019