Un grande discorso diretto a tutti gli italiani

Tenendo d’occhio il nostro paese come se fosse assiso nell’empireo

Il discorso di capodanno diffuso al paese dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, dalle sale del Quirinale, è stato accolto con l’annuale colata di bava dai giornalisti di Repubblica, La Stampa, l’Espresso e del Corriere di Cairo. Un evento memorabile di cui si parlerà per i prossimi anni, un discorso di altissimo livello istituzionale.

Un messaggio che il presidente Mattarella ha pronunciato tenendo d’occhio il nostro paese come se fosse assiso nell’empireo e guardasse dall’alto di una nave spaziale il nostro stivale sdraiato in basso sul globo terracqueo.

Il commento più nobile ed elevato alla omelia presidenziale, che pure viene ritenuta dagli opinionisti della sinistra di un livello culturale superiore e tale da costituire una pietra miliare sul cammino del paese, è senz’altro quello stilato dal direttivo delle sardine che, hanno definito il Mattarella “un presidente che ha parlato come uno di noi”(sic).

Il concetto più chiaro messo in evidenza nel contesto del discorso alla nazione di capo d’anno è stato l’invito ai connazionali a non rinunciare alla fiducia ed alla speranza.

Forse perché il buon presidente deve essersi reso conto che chiedere di avere fiducia in un governo come quello da lui somministrato agli italiani era quasi un’impresa disperata.

Un governo da lui voluto, in cui aveva insediato due partiti diversi ed anche nemici tra loro ma che, nel progetto da lui accarezzato, dovevano governare a lungo insieme con grande concordia e mettere mano a tutte quelle riforme attese per anni dal popolo italiano.

Invece uno di questi partiti, quello marchiato dal chiaro DNA marxista, si era subito diviso in due settori sempre discordi tra loro, che fanno null’altro che combattersi di continuo.

L’altro partito, dopo un inizio caotico, si stava sciogliendo come neve al suolo, perdeva pezzi tutti i giorni ed offriva il triste spettacolo del suo fondatore intento a scavare una fossa in cui seppellire quel suo movimento, giunto allo stato preagonico.

Si era inoltre reso conto di avere nominato come ministro degli esteri un ex bibitaro napoletano che si aggirava per l’Europa come un ectoplasma, isolando sempre più il nostro paese.

C’erano in Italia una quantità di problemi insoluti, quali le autostrade, la giustizia , l’acciaieria di Taranto, l’Alitalia che continuava a dissipare miliardi.

Il buon presidente ha pensato che non fosse il caso di evocarli.

Il suo sogno nascosto era quello di fare, a capodanno, un altro tipo di discorso. Avrebbe voluto pronunciare queste frasi e dire agli italiani:

abbiamo una meravigliosa opportunità di unirci come paese e andare avanti insieme. Voglio che sappiate che farò il possibile per realizzare le vostre priorità e fare del 2020 l’anno in cui libereremo il potenziale della nazione. (-). Presto saremo fuori dall’UE, liberi di prendere la nostra strada come nazione sovrana, riprendendo il controllo del nostro denaro, delle nostre leggi, dei nostri confini e del nostro commercio.

E con questa certezza rilanceremo la fiducia per le persone e le imprese. Ed è solo l’inizio…."

Era forse questo il discorso che il Mattarella venuto dalla Sicilia avrebbe voluto fare. Ma la sua bocca era chiusa e la sua gola soffocata dallo sconfinato amore che ha per l’Europa. Perché il brano che abbiamo trascritto è quello che il capo del governo inglese Boris Johnson ha voluto e potuto rivolgere ai suoi connazionali.

Nella stessa notte in cui il capo della repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha diffuso agli italiani il suo inutile messaggio.

(immagini Globalist Syndacation - WordPress.com)

 

 

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Articolo pubblicato il 06/01/2020