La lenta evoluzione verso la mansuetudine della gerarchia ecclesiastica nei secoli

Misericordia e tolleranza hanno già fatto il loro ingresso in Vaticano?

I segni di questa progressiva deriva verso la tolleranza da parte di cardinali e vescovi della sacra romana chiesa (vedi CEI) sono ogni giorno percepibili. Ne è un chiaro esempio la recente presa di posizione del cardinale Gualtiero Bassetti che ha affermato: “criticare va bene, ma questo distruttismo no. Se a qualcuno non piace questo papa lo dica perché è libero di scegliere altre strade”.

 

Libero di scegliere altre strade, ha detto.  

 

Ben diversa nei tempi passati sarebbe stata la risposta, e ben diversi sarebbero stati i provvedimenti adottati dagli esponenti della gerarchia ecclesiastica, come i predecessori degli odierni Bassetti, Parolin e Zuppi, verso chi deviava dal giusto cammino. Quel cammino ideologico che oggi è dettato da un papa che arriva, a suo dire, dalla fine del mondo ed è portatore di una dottrina gesuitica, che non sempre coincide con i dettami della cultura cattolica attuale.

 

Ben più gravi provvedimenti la casta cardinalizia avrebbe preso in passato verso eminenti prelati quali Brandmueller, Burke, Caffarra, Meisner, Eijk, Viganò ed altri, che si erano permessi di avanzare dei “dubia” ed avevano avuto l’ardire di proporre idee tradizionali sulla conduzione della chiesa cattolica.

 

Ed anche un santone come quel sedicente priore Enzo Bianchi, che, dopo aver violato un incantevole angolo della Serra di Ivrea, impiantandovi una specie di struttura monastica, sta divulgando delle visioni utopiche sul divenire della religione, nei secoli scorsi, sarebbe stato considerato eretico e quindi inquisito. Dalle parole del cardinale Bassetti si può però ancora evincere, quando evoca il distruttismo, una certa nostalgia per gli eventi dei secoli passati.

 

Quando, proprio per combattere critiche ed ogni forma di distruttismo, la chiesa cattolica aveva fondato una istituzione ecclesiastica, l’Inquisizione, per processare con un apposito tribunale, i sostenitori di teorie eretiche od in contrasto con le linee ufficiali dei papi. Il tribunale dell’Inquisizione, che era un’istituzione stabilita nel concilio di Verona da papa Lucio II nell’anno 1184, allo scopo di reprimere il movimento Cataro, fu poi perfezionata nelle sue strutture dai papi Onorio III e Gregorio IX.

 

Per dare più impulso a quel tribunale, nel 1252 fu autorizzato l’uso della tortura, perché gli eretici, incarcerati dalla Autorità Religiosa, rendessero a questa e poi all’Autorità Civile, che operava a fianco di quella religiosa, una completa confessione e denunciassero altri eretici.

 

I tribunali dell’Inquisizione erano di solito affidati a funzionari prescelti dai papi, ma potevano essere diretti anche da alti prelati, tra i quali si potevano annoverare vescovi ed anche cardinali.        

Tutti gli inquisitori avevano il compito di sorvegliare diocesi e parrocchie e di individuare, con l’aiuto dei religiosi locali, quei gruppi di persone che in qualche modo si allontanavano dal retto pensiero della chiesa cattolica. Queste persone, subito sospettate di eresia, venivano incarcerate e sottoposte a più interrogatori per indurle ad ammettere le loro colpe ed a rivelare i nomi di altri eretici.

Se la confessione non era considerata piena e soddisfacente, l’inquisitore poteva ricorrere alla tortura che, in virtù della regola ecclesiastica dettata dalla regola “De iudicio sanguinis et duelli clericis interdictio”, non poteva spargere sangue.

 

Era pertanto necessario ricorrere alla tortura della corda con la quale il detenuto, con le braccia legate dietro alla schiena veniva sollevato e sospeso ad una carrucola per il tempo necessario a provocare lussazioni articolari e lacerazioni di muscoli o tendini. Identico risultato poteva venire ottenuto con violenti e ripetuti strappi della corda, applicata anche sugli arti inferiori.

 

Appare allucinante ed incredibile e fa rabbrividire ancor oggi, l’evocazione di un altro tipo di tortura, che appartenendo alla tipologia di quelle ideate dalle menti efferate dei prelati di allora, non richiedeva spargimento di sangue.

Prevedeva l’introduzione di un topo nell’ano o nella vagina del condannato e nella sutura degli orifizi per indurre l’animaletto, alla disperata ricerca di una via di uscita, a morsicare le viscere interne.

Nel caso di una condanna a morte l’esecuzione da parte dell’autorità ecclesiastica doveva avvenire, sempre per evitare la vista del sangue, con l’impiccagione, con lo strangolamento e con l’impiego del rogo.

 

Nei casi in cui non si dimostrasse pentito o non fornisse una confessione credibile, l’inquisito veniva affidato all’Autorità Civile, che era libera di avvalersi di strumenti di tortura che richiedevano dispersione di sangue. Papi, cardinali ed anche vescovi potevano in questi casi autorizzare la pratica della decapitazione, l’amputazione degli arti e l’impiego di quei marchingegni che, come la vergine di Norimberga ed il simulacro del toro di bronzo, dentro la pancia del quale si faceva bollire il povero eretico, erano a disposizione delle autorità incaricate di reprimere.  

Vi era infine un’ampia disponibilità di quegli strumenti di tortura che ancor oggi sono esposti in alcuni musei a loro dedicati.

L'Inquisizione ha raggiunto il massimo fulgore in tre epoche successive denominate “Inquisizione medioevale,””Inquisizione spagnola”, e “Inquisizione portoghese”. Vi sono calcoli, forse esagerati e  non del tutto attendibili, che denunciano in 56 milioni di uomini ed in 3 milioni di donne le vittime dell’Inquisizione.

 

A partire dal’ ottocento gli stati europei decisero di sopprimere i tribunali dell’Inquisizione. L’unico stato che li mantenne in vigore fu lo Stato Pontificio, che nel 1908, sotto il regno di Pio X, ne cambiò il nome in Congregazione del Santo Offizio.

 

Da allora i vari cardinali Bassetti e la loro casta hanno dovuto spegnere i loro istinti e abbandonare le persecuzioni messe in pratica dai loro predecessori.

 

E si sono dedicati, violando i concordati stipulati tra stato e chiesa, alla politica italiana (nessuno negli stati esteri li considera) cercando di interferire sulle vicende e sulle competizioni elettorali dei nostri concittadini.

 

(immagini fundacionsembrar.ec - Globalist Syndacation - Vatican News - stormfront.org - it.wikipedia.org)

 

 

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Articolo pubblicato il 03/02/2020