Convergenze parallele tra chiesa cattolica e congregazione dei gesuiti

L’espulsione del segretario del papa emerito

L’eliminazione dalle gerarchie vaticane di Georg Gaenswein, prefetto della casa pontificia e segretario particolare di papa Benedetto XVI, ha fatto riemergere dalla cenere in cui erano state, pro tempore, sepolte le divergenze, tra la chiesa cattolica tradizionale e la Compagnia di Gesù che è un istituto religioso maschile di diritto pontificio, i cui membri si fanno chiamare gesuiti.

La Compagnia di Gesù è stata fondata nell’anno 1534 a Parigi, da Ignazio da Loyola e da Francesco Saverio, fatti entrambi santi, sulla spinta della potente congregazione, nell’anno 1622.  

Gli obbiettivi che i fondatori si erano prefissati erano innanzitutto quelli di votare la vita al servizio di Cristo, con l’esercizio di una speciale obbedienza al papa, la conversione degli infedeli attraverso la predicazione e la confessione, la diffusione degli esercizi spirituali e la osservazione della carità, della povertà e dell’obbedienza.

Nel giro di pochi anni la Compagnia ebbe una grande diffusione ed arrivò ad imporsi anche nelle corti dei regnanti di quei tempi, condizionandone l’attività politica ed anche quella religiosa..

Fu a fianco, con estremo rigore, della chiesa cattolica e dell’Inquisizione, e prese parte alla lotta contro ogni eresia, quale quella contro il giansenismo e quella contro i riti malabarici.

Divenne a poco a poco uno dei maggiori ordini religiosi della chiesa cattolica e questa consapevolezza indusse i superiori dell’ordine a sopravvalutare il loro ruolo e ad attribuirsi un’importanza, che su molti argomenti, li portò a confliggere con la tradizione.

Fino ad abbandonare la linea del rigore tradizionale, travalicandola e sostituendola con una dottrina in molti casi divergente, che l’ha fatta approdare talora su di una riva opposta, come quella rappresentata dalla teoria detta del lassismo.

Denunciata con forza da Blaise Pascal, tale teoria affermava che “in presenza di un dubbio sulla validità di una legge, si era autorizzati a non seguirla”.

Persistendo con questa linea di condotta, l’organizzazione dei gesuiti è passata ad insegnare cose che si oppongono alla religione cattolica ed a instillare in molti ambienti il dubbio che, anziché ad un braccio armato della chiesa, ci si trovasse di fronte ad una vera setta massonica.

Solo qualche anno fa, il capo dei gesuiti, Arturo Sosa Abascal, rimbeccando chi gli chiedeva di spiegare l’affermazione “chi sono io per giudicare” di papa Bergoglio, rispondeva: “Ciò che ha veramente detto Gesù va ripensato. Al tempo, infatti, nessuno aveva un registratore”.

Con il trascorrere degli anni, nel corso del 1700, le convergenze tra la chiesa cattolica e la Compagnia di Gesù divennero, se così si può dire, a poco a poco più divergenti.

I gesuiti, oltre a schierarsi contro l’illuminismo e l’assolutismo regnante, presero posizione contro un’eccessiva rigidità in campo morale ed iniziarono, agitando il vessillo che il fine giustifica i mezzi, a considerare lecite anche posizioni illecite come la menzogna, il furto, la frode, la violenza ed anche l’idolatria (vedi il culto dei pachamama, praticato oggi dal gesuita papa Bergoglio).

Deviazioni dottrinarie che contribuirono non poco alla definizione di ipocrisia attribuita ancor oggi ai membri della congregazione, ma che mobilitarono contro la Compagnia, con l’accusa di perversione dell’ordine sociale, quasi tutte le case regnanti dell’epoca.

Ad alcuni gesuiti venne addirittura contestata la partecipazione a sanguinosi attentati contro l’ordine costituito.

Nella sua fondamentale opera sulla “Storia dei Papi”, Ludwig von Pastor scrive che nell’anno 1773, Giovan Vincenzo Antonio Ganganelli fu eletto papa e prese il nome di Clemente XIV.

La sua elezione fu il frutto di un compromesso: quello di provvedere alla soppressione della Compagnia di Gesù.

Sempre secondo il von Pastor, Clemente XIV mantenne fede alla sua promessa (anche se questa non è suffragata da alcun documento), ed il giorno 21 luglio 1773, firmò la soppressione della Compagnia di Gesù e dell’ordine dei gesuiti, ed anche la requisizione degli ingentissimi beni posseduti negli stati europei ed in quelli sudamericani.

Dopo un periodo di randagismo, in cui i membri della congregazione poterono operare solo nella Russia della zarina Caterina, che professava la fede ortodossa, e nella Prussia, i rapporti tra la chiesa ufficiale e la Compagnia di Gesù ritornarono ad essere convergenti.

Il 7 agosto 1814, papa Pio VII, con la bolla “sollicitudo omnium ecclesiarum”, riammise l’ordine dei gesuiti all’interno della chiesa cattolica.

Da quel giorno la Compagnia di Gesù riprese, via via, forza ed importanza, fino ad imporre il suo imprimatur nell’ultimo conclave. Nel corso del quale, mediante accordi segreti, per la prima volta nella storia della chiesa cattolica romana, un gesuita, Jorge Mario Bergoglio, argentino, fu fatto ascendere al sacro soglio.

Un papa ed un gesuita riuniti nella stessa persona.  

Non può pertanto sollevare stupore la recente espulsione dal governo della chiesa del prelato e segretario particolare di papa Ratzinger, Georg Gaenswein.  Lui non faceva parte dell’ordine dei gesuiti e doveva pertanto, con la usuale metodica ammantata di ipocrisia, essere estromesso.

Nulla ci vieta pertanto di considerare la vicenda come un’altra piccola tessera del mosaico che ha illustrato per secoli la contrapposizione tra la Chiesa cattolica e la potente organizzazione gesuitica.

 

(immagini gesuiti.it - Globalist - Sky - Globalist Syndacation)

 

                    

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Articolo pubblicato il 11/02/2020