Uno fra i più grandi misteri della nostra esistenza: il cervello ed il suo modo di funzionare, solo in parte assimilabile ad un computer

Il cervello umano ha dimensioni tutto sommato contenute, pesa circa 1,4 chilogrammi, è largo mediamente 14 centimetri, alto 13 centimetri e rappresenta solo il 2% del peso corporeo, e anche se è piccolo contiene tutte le informazioni della nostra vita e nasconde uno dei più grandi misteri dell'umanità.
Costituito da 2 emisferi cerebrali, destro e sinistro, uniti tra loro dal corpo calloso, un intricato incrocio di fibre, e dal cervelletto una sorta di piccolo cervello arcaico presente alla base cranica responsabile dell'equilibrio, contiene 100 miliardi di neuroni, le "unità di comunicazione" del cervello, che formano una rete incredibilmente complessa, capace di condurre gli impulsi nervosi ovunque nell'organismo in tempi brevissimi ed in modo molto preciso.

Si distingue per la sua elevata attività metabolica poiché, nonostante rappresenti il 2% del peso corporeo, consuma un quinto di tutta l'energia a disposizione dell’intero organismo. È composto dal 73% di acqua, è l'organo a maggior contenuto di grasso del corpo, ha una consistenza gelatinosa e può contenere più di 86 trilioni di cellule cerebrali. Per cercare di comprendere la sua complessa struttura è sufficiente pensare che un minuscolo frammento di cervello, delle dimensioni di un granello di sabbia contiene fino a 100.000 neuroni, di cui esistono 10.000 tipi specifici.
È lubrificato dal liquido cefalo-rachidiano, che svolge un ruolo protettivo, nutritivo e di smaltimento delle tossine che si accumulano nella comune attività metabolica. Circondato da tre sottili involucri, le meningi, che svolgono un ruolo protettivo, richiede un notevole dispendio energetico per svolgere la sua attività occorrendogli dal 15 al 20% di quanta ne produce l'organismo.

In un numero relativamente minuscolo di centimetri quadrati, è racchiuso l'enigma principale della nostra esistenza. La rete neuronale che lo caratterizza è, senza dubbio alcuno, la più elaborata attualmente conosciuta nell’universo. Anche se la scienza e la tecnologia ci hanno svelato numerosi particolari delle sue potenzialità, i neuroscienziati sono ancora oggi lontani dal comprendere il suo esatto modo di funzionare. 
Grazie all’utilizzo della risonanza magnetica, sono state identificate in modo chiaro alcune delle aree del cervello preposte all’attivazione di numerose funzioni; sono state identificate quali sono le aree cerebrali che vengono messe in moto quando i nostri organi sono sottoposti a stimoli di varia natura. La nostra conoscenza riguardo la sua costituzione è aumentata in modo esponenziale rispetto agli studiosi del passato, ma siamo ancora assai lontani dal comprendere quale sia il suo esatto modo di funzionare, in particolare quali siano le modalità che consentono la genesi dei pensieri e delle emozioni a questi connessi. 

Da sempre l’uomo cerca di comprendere il funzionamento del cervello, in primo luogo per un motivo filosofico perché è opinione comune che sia deputato, oltre che all’azione, anche all’atto del pensare funzionando come una sorta di super centrale operativa che riceve ogni stimolo proveniente dall’esterno attraverso le strutture periferiche, potendo comandare l’azione da attuare in base a quel che capita attorno a lui in tempi infinitesimali. Il cervello è dunque l'organo che più di qualunque altro può attribuire un autentico significato alla vita. 

Conferisce alla nostra esistenza una motivazione sociologica, essendo responsabile del nostro comportamento, e delle nostre interazioni con gli individui che compongono la società, perché il cervello è il vero responsabile dell'organismo che gestisce, gestendo contemporaneamente se stesso. Grazie alle tecnologie di ultima generazione viviamo un momento emozionante per comprendere la genesi delle nostre facoltà intellettuali e delle nostre emozioni, e quindi dei comportamenti motori che le esprimono, poiché il cervello rivela gradualmente i segreti del suo funzionamento.
Così, giorno dopo giorno, la Scienza procede lungo un percorso che conduce verso la comprensione delle patologie da cui tale organo è affetto, sia che si tratti di malattie francamente neurologiche, come l'Alzheimer, il Parkinson, la SLA, la sclerosi multipla, l'epilessia o che si tratti di affezioni psichiatriche come la depressione, la schizofrenia o l'autismo poiché, oltre ad essere responsabile del funzionamento di tutto l’organismo, vi è alloggiata la nostra mente.

Oggi il suo modo di operare viene assimilato da numerose scuole ad un computer molto potente; da quando si è avuta l’enorme diffusione planetaria dell’informatica e delle attrezzature a questa connessa, si è venuta a verificare  una sorta di ispirazione reciproca tra i campi delle neuroscienze e dell'informatica. Il caso più tipico è rappresentato dalle reti neuronali artificiali, alla base degli incredibili progressi che osserviamo oggi nel campo dell'Intelligenza Artificiale, ma questo non è ancor sufficiente a spiegare tutto quanto vi è di misterioso in quest’organo, responsabile dei progressi inarrestabili della nostra società.
I neuroscienziati, ispirandosi ai modelli informatici, hanno potuto realizzare vere e proprie reti neurali che, almeno entro certi limiti, possono simulare il funzionamento del cervello e che sono anche in grado di apprendere e memorizzare alcune funzioni.

I risultati sono senza dubbio  strabilianti,  ma dal confronto con la funzionalità encefalica, restano sempre ben lontani dall’ottenere i risultati clamorosi che caratterizzano la genialità e la personalità di un individuo il cui cervello non è una semplice calcolatrice: il suo funzionamento presuppone la presenza del desiderio e la consapevolezza nell'essere umano di poter prevedere una evoluzione a lungo termine, scegliendo fra un numero infinito di possibili alternative, e non limitate da una programmazione che, per quanto possa essere valida, è soggetta comunque alla limitazione del riuscire a calcolare ed anche prevedere possibili soluzioni ad un problema, senza però essere in grado di assegnare loro un significato. 
I progressi dell'attuale apprendimento profondo si basano più su progressi matematici e sul criterio dell'efficacia nella soluzione dei problemi che su un'imitazione del cervello.

E' dal cervello che pare nascere la sensazione di appartenere ad una realtà assai più grande di noi e di potersi connettere a questa avvertendone la meraviglia, come capita nei casi accertati con prove serie relative a manifestazioni inusuali, quali la telepatia, alcune forme di divinazione e il ricordo di esperienze svolte in precedenti esistenze. Tutti segni che si palesano saltuariamente, studiati con grande interesse  dagli specialisti del settore alla ricerca di una nuova comprensione della mente umana solo in minima misura assimilabile, almeno per quanto ne sappiamo oggi, al funzionamento di un compute, sia pure il più evoluto di quanto sia oggi disponibile sul mercato.

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Articolo pubblicato il 17/08/2020