Moto GP, in Austria terribili incidenti senza conseguenze. La domenica dei miracoli?
La moto di Zarco Vola a oltre 200 km/h tra Vinales e Rossi

Il Gran Premio dello Spielberg ha lasciato commentatori e spettatori senza fiato ancor più dei piloti. Raccapriccianti dinamiche.

Per tutti gli amanti del motociclismo, a partire da domenica 16 agosto 2020, il circuito Red Bull Ring di Spielberg sarà ricordato come la pista dei miracoli.

Chi ha assistito alle impressionanti vicende che si sono alternate sulla pista del Gran Premio d’Austria infatti, non può più ignorare la concreta possibilità che esistano angeli custodi appassionati di quello sport dove abilità, meticolosa preparazione, talento e coraggio, si danno appuntamento sul filo dell’equilibrio con il rischio calcolato.

Al terzo giro della gara di moto2, il pilota tricolore Enea Bastianini, che lottava nelle posizioni di testa, perdeva il controllo della moto in piena accelerazione in un tratto rettilineo. Pilota e moto carambolavano sulla pista mentre il gruppo era ancora compatto. Il pilota italiano, nel miracolo d’apertura di quella che sarebbe stata una lunga serie, veniva evitato per un soffio da più di un corridore, ma il malese Hafizh Syahrin non riusciva a evitare la Kalex di Bastanini al centro della pista. 

L'attimo dell'esplosivo impatto, il pilota vola, non subirà seri danni

Lo spettacolo è stato raggelante, nella voce del commentatori si è condensato un istintivo panico. L’impatto è avvenuto a quasi 200 km/h, i mezzi si sono disintegrati spargendo detriti tra i piloti che, per plurimo, secondo miracolo non sono stati colpiti, ma l’immagine di Syahrin che veniva sbalzato decine di metri in avanti e atterrava sulla schiena, ha ammutolito ogni pensiero. Bandiera rossa, corsa fermata, ambulanza, brutte sensazioni e poi, la buona notizia: il pilota è in osservazione, pare star bene. Sembrava di aver visto già molto, ma l'incredibile doveva ancora venire.

Per la domenica del Gran Premio d’Austria, quella della moto2 sarebbe potuta essere un’emozione più che sufficiente. Invece no, il gran premio degli angeli era solo all’inizio. A 1/3 di gara della moto GP, il pilota della Ducati Zarco, con una mossa sciagurata, in pieno rettilineo, a oltre 300 km/h agganciava la Yamaha di Morbidelli. Cadevano entrambi.

Ennesimo miracolo, nessuno dei due piloti avrebbe riportato seri danni dalla rovinosa caduta, ma il lavoro extra degli addetti ai prodigi si sarebbe materializzato appena un paio di secondi dopo.

Davanti agli occhi atterriti dei telespettatori le due motociclette senza pilota strisciavano e rimbalzavano alla velocità della luce verso una curva a destra che era percorsa da altri piloti, ignari di quell’avvenimento.

Per chi seguiva sullo schermo, invece, il tempo si è fermato e l’incredibile susseguirsi dei fotogrammi si è fissato negli occhi come al rallentatore. Nello scorrere di un attimo, tutti hanno spinto contro corrente, molti hanno avuto il tempo di gridare: “mio Dio no!”, poi i bolidi senza controllo sono arrivati. 

Per qualcuno la memoria è volata a Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, molto sfortunati in quel curvone di Monza, quella dannata domenica del '73…

La moto di Zarco è schizzata tra Maverik Vinales e Valentino Rossi, infilandosi dentro "uno spazio che non c’era". La seconda moto è saltata quei 20 cm in più, sufficienti per non centrare la testa di entrambi e poi… Sul campo dei miracoli è sceso un alone di atmosfera quasi irreale. Nessuno sembrava essersi fatto male.

 

Come un proiettile la moto di Zarco, ripresa dalla telecamera di Vinales, passa tra i due piloti

Se quella moto impazzita non si fosse quasi smaterializzata e avesse centrato Rossi, mancato per non più di qualche centimetro, avrebbe disintegrato l’uomo; ugualmente l’altra per ognuno dei due piloti. A questo punto immaginare che tanta energia mistica dei telespettatori abbia dato una mano agli angeli custodi, è suggestione, fantasia pura, ma pensarlo non è peccato.

Il resto è stato il meglio di quel che poteva accadere: fraseggi di spavento, di critica, di analisi dell'avvenimento. Nuovamente bandiera rossa, breve pausa e poi la ripartenza. Qualcuno visibilmente ha guidato un po’ più piano, qualcun altro è andato forte lo stesso, Rossi ha onorato la corsa giungendo quinto; ha vinto Andrea Dovizioso sulla rossa Ducati, ma è un'altra la notizia più bella: nessun funerale, nessuna lacrima da versare.

Chi scrive, appassionato di gare e modestissimo ex pilota, una volta nella sua vita ha avuto una voce che gli ha parlato nel casco. Ecco perché immaginare angeli buoni ed entusiasti tifosi  di questo sport, fare gli straordinari per non privare il mondo di campioni & "ragazzi" eccezionali, è un vezzo che qui è concesso.

Molto più probabilmente è questione di karma, di destino, di traiettorie fortunate o chissà cosa d’altro, non importa. La prossima gara è già alle porte e altro spettacolo sarà. In un’intervista Valentino Rossi aveva gli occhi bassi mentre ripercorreva l’attimo del miracolo, ammettendo di aver provato molta paura e ha ringraziato il Santo dei motociclisti dicendo: "oggi ha fatto un gran lavoro".

Una domenica così è destinata a rimanere negli occhi di chi ha visto e negli annali della storia di questo sport. Motociclismo: spettacolo mozzafiato, miscela di adrenalina, classe, coraggio, velocità e molte volte, mettiamola così, una bella serie di jolly da giocare pescando nel mazzo di sua maestà Fortuna.

Comunque, il Santo patrono dei motociclisti è San Colombano e ringraziarlo dalla pista austriaca è cosa buona e giusta. Che lo ricordino tutti gli amanti delle due ruote, una preghiera non fa mai male nemmeno durante il giretto del sabato pomeriggio e poi: "casco ben allacciato, fari accesi e prudenza sempre!" Certi miracoli sono concessi di rado.

immagini ricavate dalla telecronaca di Sky

 

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Articolo pubblicato il 18/08/2020