Brexit – UE. Trovato in extremis l’accordo, ma il lavoro non è finito.

I deputati europei e britannici dovranno rivedere le centinaia di pagine dell’accordo, prima di dare l’ok

In questi giorni tralasciamo di occuparci della desolante  politica italiana, ma corre l’obbligo di occuparci dell’accordo Brexit – Ue, raggiunto sul filo di lana, perché comporterà anche conseguenze ai nostri studenti che intenderanno frequentare corsi universitari in Inghilterra e per i cittadini comunitari che intenderanno cercare occupazione sulle Isole Britanniche.

Il negoziato, è arrivato quattro anni e mezzo dopo il voto degli inglesi che sanciva il divorzio dall’Europa.

 

Ci sono voluti otto mesi di negoziato a fasi alterne, infine è stato raggiunto l’accordo di libero scambio sulle relazioni bilaterali. Svanisce quindi l’incubo di un “no deal” e delle sue eventuali conseguenze. L’accordo tra Unione Europea e Regno Unito entrerà in vigore il 1° gennaio 2021. Tutto ciò porterà a dei cambiamenti, principalmente a livello di turismo, istruzione e commercio. Ora il Parlamento britannico si riunirà il 30 dicembre 2020 per il dibattito finale sull’accordo post-Brexit raggiunto con l’Ue.

 

Per la ratifica da parte del Parlamento europeo bisognerà attendere, non si ha ancora una data certa per quanto riguarda la riunione. Dal primo gennaio 2021 cosa bisognerà aspettarsi e come cambierà il rapporto futuro con la Gran Bretagna? Vediamo ora nel dettaglio alcuni passaggi chiave dell’accordo.

 

E’ raggiante Boris Johnson che dichiara: ”L’accordo di libero scambio post Brexit con l’Ue, ci aiuterà a difendere i posti di lavoro nel Regno Unito e allo stesso tempo a riprendere il nostro destino nelle mani, uscendo dal mercato unico e dall’unione doganale dal primo gennaio 2021 per prosperare facendo fruttare nuove opportunità”.

 

Sarà evitata in modo quasi completo l’applicazione di dazi alle frontiere sulle merci e i prodotti esportati dal Regno Unito ed Europa. Inoltre non ci sarà un limite alla quantità di prodotti commerciabili tra i due Paesi. Sarà cancellato il programma Erasmus, per quando riguarda le Università, il premier britannico Johnson ha promesso il lancio di “Alan Turing”, il nuovo programma mondiale che dovrà rimpiazzare l’Erasmus. 

 

Per quanto riguarda il turismo basterà il passaporto per recarsi nel Regno Unito. Invece, per potere lavorare nel Paese bisognerà essere in possesso di un visto, ottenibile solo nel caso in cui si abbia già un impiego, retribuito almeno 26.500 sterline e a patto di avere un livello di conoscenza di inglese B1.

 

Infine, si è trovato un accordo anche per quanto riguarda il settore della pesca. In base alle intese raggiunte, l’Europa rinuncia a un quarto della quota di pesce catturato nelle acque del Regno Unito, molto meno dell’80% inizialmente richiesto dalla Gran Bretagna. Il sistema sarà in vigore per cinque anni e mezzo, dopodiché le quote saranno riesaminate.

 

Come innanzi accennato, non sarà un periodo natalizio di tutto riposo per i deputati europei e britannici, che dovranno leggere le centinaia di pagine dell'accordo sui futuri rapporti commerciali fra Unione Europea e Regno Unito. I rispettivi Parlamenti devono ancora dare il loro via libera all'intesa, che entrerà comunque in vigore in maniera provvisoria prima del voto di europeo.

 

Il capo negoziatore dell'UE Michel Barnier ha informato venerdì mattina gli ambasciatori europei sulle nuove regole che entreranno in vigore dall'anno prossimo.

 

Oltre a quelle sulla pesca, ultimo nodo sciolto, i servizi finanziari del Regno Unito non avranno più accesso diretto al resto dell'Europa ma dovranno aprire una sede in un paese membro. Situazione ampiamente prevista nella City. Londra non sarà più la capitale finanziaria dell’Europa, infatti l’avversione  al distacco da parte degli operatori finanziari era stata evidente e massiccia, ma non è servita. Seguiremo gli sviluppi delle successive intese ed i particolari ancora poco chiari dell’accordo.

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Articolo pubblicato il 26/12/2020