Bruxelles - Il Parlamento europeo non ferma l'utero in affitto

Al recente voto su un emendamento della plenaria

L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega Salvini) interviene in merito al recente voto nella plenaria di Bruxelles su un emendamento contro l’utero in affitto:

 

"Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le recenti immagini di quei neonati prigionieri a Kiev senza le cure di una famiglia, a testimonianza di cosa sia realmente l’utero in affitto: una pratica che, in nome del profitto, sfrutta migliaia di donne indigenti ed assimila un figlio ad una merce".

 

Il Parlamento Europeo, in occasione del voto sulla “Relazione annuale su Diritti Umani e Democrazia nel mondo”, aveva l’occasione di esprimersi per una scelta di dignità della persona e tutela della donna attraverso uno specifico emendamento proposto da esponenti di vari gruppi

 

"che impegnava le istituzioni UE a fermare questo atto di sfruttamento, ma così non è stato e l’emendamento è stato respinto".

 

Molti eurodeputati si sono richiamati ad una singolare libertà di coscienza

 

quando invece proprio su questo tema di civiltà non ci dovrebbero essere divisioni di credo o di natura politica. Non possiamo permettere che da più parti oggi si tenti di mercificare una vita che nasce o di cancellare il ruolo fondamentale della famiglia composta da padre e madre (non genitore1 e genitore2) quale cellula fondativa della nostra società e dei nostri valori".

 

"Il Parlamento Europeo - conclude - che da sempre vorrebbe porsi come un faro per i diritti umani calpestati nel mondo, scrive una triste pagina della sua storia perdendo l’occasione di difendere concretamente la dignità umana - della donna in particolare - nonché il ruolo universale della famiglia".

 

 

Lancini ha altresì espresso perplessità sul tema dell’annunciata cessione di IVECO da parte di CNH Industrial ai cinesi del gruppo automobilistico cinese FAW Jiefang.

 

"Dopo la fusione di FCA con Peugeot, in cui lo Stato francese avrà influenza decisiva nel CdA, la società che fa riferimento alla famiglia Elkann-Agnelli torna alla carica con una trattativa per vendere IVECO ai cinesi.

Si tratterebbe di un autentico salto nel buio per una realtà che solo a Brescia conta 1800 fra operai ed impiegati, una realtà produttiva di eccellenza per veicoli commerciali e autobus che recentemente ha saputo investire anche nella mobilità del futuro".

 

Ad oggi la prospettata vendita al gruppo FAW non fornisce alcuna certezza su temi decisivi come la produzione e l’occupazione: dietro l’angolo si intravede ancora una volta lo spettro di delocalizzazioni e di impoverimento dell’intero indotto:

 

"Come nel caso del recente Accordo Globale sugli investimenti fra UE e Cina, si lascia totale libertà di manovra a fronte di vaghe promesse. Non dobbiamo accettare una situazione ormai generalizzata in cui realtà economiche cinesi, dopo la crisi del covid, acquistano marchi e know-how in Europa grazie ad una solidità economica costruita sulla concorrenza sleale, i diritti umani calpestati ed il mancato rispetto delle più elementari norme ambientali e del lavoro".

 

Il Parlamentare europeo della Lega Salvini ha affermato in chiusura come la vicenda IVECO sia ad oggi è l’ennesimo schiaffo alla produzione italiana

 

"con un grave colpo alla filiera del settore ed in prospettiva anche all'occupazione: un serio campanello d’allarme per la politica e il mondo economico».

 

 

 

 

 

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 23/01/2021