Convegno online «I Doveri dell’Uomo oggi»

Un messaggio attuale dal 1860 - Considerazioni della prof.ssa Cristina Vernizzi

Il 30 marzo 2021 alle ore 17,30 si è svolto il Convegno online “I Doveri dell’Uomo oggi” organizzato dall’Associazione Mazziniana Italiana. Ha introdotto i lavori la professoressa Cristina Vernizzi, Presidente dell’AMI di Torino– Piemonte, la quale ci ha espresso, come momento di sintesi del convegno, le seguenti considerazioni che riportiamo integralmente (m.b.).

 

Il Convegno tenutosi i giorni scorsi dall’Associazione Mazziniana Italiana di Torino-Piemonte, condotto da Cristina Vernizzi, ha affrontato l’attualità dello scritto mazziniano dei “Doveri dell’uomo” pubblicato a Londra 161 anni fa. Segnò una articolata risposta e proposta alle problematiche aperte dalla Rivoluzione Industriale e alle nascenti ideologie comuniste. Fu un programma di ampio respiro che ebbe una grande diffusione soprattutto nel mondo anglosassone, con riferimenti costanti a lui fatti dai maggiori uomini politici tra ‘800 e fino al ‘900: da Gandhi a Roosevelt a Kennedy.

Il testo è dedicato “agli operai italiani, figli e figlie del popolo, per il progresso repubblicano e per la loro emancipazione”. È costituito di enunciati brevi, agili, colmi di questioni etiche e sociali che precorrono la contemporaneità, lungo un filo conduttore che tocca gli aspetti fondamentali della vita dell’individuo. Questi viene posto al centro e alla base della società ed è fortemente sottolineata l’esigenza della sua educazione che gli consenta di essere uomo autenticamente libero e responsabile. Per dare questi obbiettivi Mazzini aveva alle spalle l’esperienza della fondazione della scuola che istituì a Londra per bambini e adulti: scuola laica, libera e gratuita.

Le tematiche poi relative alla salvaguardia dell’ambiente, alla riforma di una economia globale che porti ad una equa distribuzione delle ricchezze, alle dinamiche internazionali che producano la coesione di stati non sovranisti, ma solidali, fino alle ultime pagine che inducono alla emancipazione delle donne, sono le questioni trattate e ben vive ai giorni nostri.

Ne hanno parlato il professor Sauro Mattarelli, studioso del mazzinianesimo, autore di numerosi testi e direttore di Riviste importanti in Emilia-Romagna. Insieme a lui, ha esposto il binomio inscindibile di diritto-dovere nella nostra Costituzione, il professor Francesco Pallante, docente all’Università di Torino in Diritto costituzionale, membro del Consiglio di Direzione di Libertà e Giustizia, autore di volumi e saggi dedicati all’importanza della costituzione. La conclusione è poi stata fatta dal presidente nazionale Michele Finelli.

Ci si è subito posta la domanda se fosse inopportuno parlare di doveri oggi nei momenti difficili che stiamo vivendo, quando si acuiscono le disuguaglianze e molti diritti sembrano vacillare, si pensi al lavoro, alla scuola. E tuttavia è emerso con forza come il concetto di dovere sia strettamente connesso ai principi di diritto, di uguaglianza, di libertà, e come l’adempimento del dovere costituisca il prerequisito indispensabile per la salvaguardia dei diritti fondamentali.

Proprio in tempi come questi, di emergenza non solo pandemica, ma anche politica e sociale, il messaggio mazziniano afferma una dimensione etica dei diritti, che se attuati singolarmente, senza doveri e senza una prospettiva pluralista, conducono alla catastrofe della collettività.

In previsione di una nuova Italia, libera, unita, egli riteneva necessaria la formazione anzitutto morale di un cittadino consapevole dei propri compiti e dei diritti comuni. Quando Massimo d’Azeglio constatava che occorreva fare gli Italiani, era esattamente quanto il nostro proponeva, ben conscio delle difficoltà provenienti da un paese unito senza basi etiche e solidali. Da qui il ruolo della educazione, intesa come formazione del futuro cittadino, e della società estesa alla intera umanità supportata dalla solidarietà sociale. L’associazionismo voluto fortemente dall’esule ligure, che nell’Ottocento creò le prime cooperative operaie che sarebbero poi confluite nei moderni sindacati, fu considerato uno dei mezzi fondamentali per l’emancipazione dei lavoratori, che vengono definiti nel testo, sempre “operai”, perché addetti alla produzione di qualunque genere, sia materiale che artistico o intellettuale, purché utile al progresso comune.

E già da questi pochi cenni estrapolati da quelle pagine, si capisce come i padri fondatori della nostra Costituzione, abbiano riportato gli stessi principi fondamentali dalla Costituzione della Repubblica Romana del 1849 retta da Mazzini, ritenuta nel 1946 la più democratica e moderna del tempo.

E di fatto nella nostra Costituzione i doveri sono esposti in più articoli e parallelamente ai diritti. Sono enunciati doveri individuali e doveri sociali. Al dovere di educare i figli, fa riscontro il diritto dei figli ad essere educati; al diritto al lavoro, fa riscontro il dovere di lavorare secondo le proprie capacità; al diritto di esprimere liberamente la propria opinione, ecco il dovere del voto, dovere spesso eluso, che ci consente di eleggere i nostri rappresentanti. E questi hanno molteplici doveri, da assolvere con dignità e per il bene comune, non di parte, non per tornaconto personale.

Il dovere di versare le tasse, in misura equa per i contribuenti, comporta il diritto di avere i beni necessari alla vita civile: le tasse sono state indicate da politici anglosassoni, come il simbolo di benessere sociale. Sono il supporto a qualsiasi azione si voglia compiere: andare a scuola, recarsi al lavoro, percorrere le strade con sicurezza, uscire alla sera, frequentare luoghi e persone, per parlare delle azioni più semplici per un cittadino, tutto è reso possibile nella misura in cui strade, scuole, luoghi, illuminazione siano stati controllati tecnicamente e legalmente, quindi con l’uso adeguato di finanziamenti che provengono dalle imposte.

Così la polemica sull’obbligo vaccinale dovrebbe essere valutata sulla base del diritto personale in rapporto al diritto collettivo sottoposti entrambi alla tutela della Costituzione che sancisce il diritto pubblico alla salute. La piena esplicazione della nostra libertà deve essere limitata al fine di consentire la convivenza con i nostri simili. Non esiste la sovranità illimitata dell’individuo, ma questa deve essere limitata da organi istituzionali liberamente eletti, come il Parlamento, che si presenta quindi come un Ente auto-vincolante, ma garante di una pacifica convivenza.

Ci si chiede infine: esiste un dovere assoluto? Certamente ne esiste uno, i contemporanei hanno il dovere assoluto per chi verrà dopo di noi, di agire in varie direzioni, ristabilendo doveri che supportino i diritti fondamentali e coniugandoli alle nuove esigenze che la globalizzazione sta apportando, prevedendone gli sviluppi futuri e le conseguenze per le attività in atto o da intraprendere.

Potremmo concludere quindi che i messaggi inviatici dai Doveri dell’uomo, che da una lettura sommaria e superficiale potevano apparire astratti, (là dove il riferimento a Dio farebbe pensare ad una presenza trascendente e non, come fu, alla coscienza di ciascuno) siano stati in realtà concreti, veramente lungimiranti, adottati dai nostri padri costituenti, poiché posero un accento su temi che, come si è visto, toccano ancora tutti noi, tanto che Norberto Bobbio ebbe e definire Mazzini: contemporaneo della posterità.

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Articolo pubblicato il 09/04/2021